Spigaroli protagonisti di un sogno: sulla scena da 65 anni

31 Luglio 2025

Nel Comune di Polesine Parmense Zibello (Parma), per il 50° anniversario da chef di Massimo Spigaroli, i 15 anni dell’Antica Corte Pallavicina ed i 65 anni del Cavallino Bianco è andato in scena il più bel film: quello dove i maestri ritrovano i loro allievi e scoprono di aver seminato sogni. Sull’affascinante aia dell’Antica Corte Pallavicina a Polesine Parmense il tempo si è fermato per celebrare non uno, ma tre compleanni insieme. Mezzo secolo di Massimo Spigaroli con la casacca da chef addosso come una seconda pelle. Quindici anni dall’inaugurazione dell’Antica Corte Pallavicina, quel posto dove il culatello non è solo salume ma filosofia di vita. E 65 candeline per il Cavallino Bianco, dove tutto è iniziato grazie a mamma Enrica e papà Pirèn.

Ma la vera festa non era sui calendari. Era negli occhi di quelli che sono saliti sul palco, uno per uno, chiamati per nome dal giornalista Luigi Franchi, direttore di “Sala e Cucina”. Non i soliti volti noti, magari televisivi. Questi erano i ragazzi di una volta, quelli che nelle cucine di Massimo e Luciano hanno girato i primi mestoli con le mani che tremavano dall’emozione.

Cuochi, certo. Ma anche camerieri, agricoltori, preparatori di culatelli. Persone che hanno respirato l’aria di casa Spigaroli e della Bassa parmense e poi sono andate via, portando con sé qualcosa che non si impara sui libri. Perché quando il giornalista Franchi ha posto la domanda delle domande: «Che cosa ti ha insegnato la famiglia Spigaroli?» le 40 e passa risposte sono arrivate dritte al cuore: credere nei propri sogni; la dedizione; l’amore per il territorio; il rispetto per la terra; l’importanza della materia prima…

Molti di loro hanno fatto chilometri per esserci. New York, Copenaghen, Dubai, Costiera Amalfitana. Oggi cucinano accanto a celebri chef, dirigono ristoranti, inventano sapori. Ma l’altra sera erano di nuovo gli apprendisti di una volta, con negli occhi la stessa luce di quando scoprirono che cucinare non è solo mescolare ingredienti, ma creare felicità.

Persino Alain Ducasse, quello dei 34 ristoranti nel mondo e delle 2 mila persone che lavorano per lui, ha voluto essere lì. A testimoniare che certe lezioni non si dimenticano mai, anche quando si diventa grandi. «Una casa incarnata in un territorio», ha detto dell’Antica Corte. «Tutti lavoriamo per lo stesso obiettivo: fare sempre meglio», ha dichiarato Lorenzo Chierici, sous-chef dell’Antica Corte. Una frase che invece racchiude il segreto di chi non si accontenta mai, nemmeno quando ha raggiunto la vetta.

E quando è arrivato il momento dei regali, quei «ragazzi» hanno tirato fuori il cuore. Una foto con una dedica speciale e una casacca da chef firmata da tutti loro. Una casacca che vale più di qualsiasi voto gastronomico, perché porta cucite addosso le firme della gratitudine.

C’erano anche Fausto Arrighi, per anni direttore della Guida Michelin, Claudio Rinaldi direttore della Gazzetta di Parma, il sindaco di Parma Michele Guerra (sono colleghi: Massimo Spigaroli è anche sindaco del suo paese) . Tanti gli chef della provincia ma non solo, come Paolo Teverini, patron del Tosco Romagnolo (di Bagno di Romagna, Forlì Cesena).

Accanto a Priscilla Gatta, affascinante promoter, finalista nazionale del concorso di Miss La Più Bella del Mondo, fascia di Miss Senza Trucco e, da poco, valletta/coconduttrice dei suoi eventi, anche Edoardo Raspelli che ha ricordato, commosso ed emozionato, i suoi primi passi, dal 1971 (a 22 anni appena computi) al Corriere d’Informazione, edizione del pomeriggio del Corriere della Sera, quando, alla cronaca nera di quei terribili Anni ’70, gli Anni di Piombo”, Cesare Lanza l’obbligò a recensire i ristoranti da ”inatteso cliente qualunque pagante”.

Era proprio il 1975 quando Raspelli provò, in quella veste, lo sconosciuto ristorante del nipote di Luciano Micconi, segretario di redazione in via Solferino 28, appunto il Cavallino Bianco, dove un cuochino di 17 anni, Massimo Spigaroli, faceva i primi passi e che Raspelli recensì anche per il settimanale del gruppo, il Corriere dei Ragazzi…

L’ultima volta da ”inatteso cliente qualunque pagante” del “cronista della gastronomia” al Cavallino Bianco è stato proprio il mezzogiorno dell’evento.

Poi, tutti lì, nell’affascinante corte della confinante Antica Corte Pallavicina fotografati e ripresi da Paolo Gepri e Paolo Panni, ospiti testimoni di una storia che continua a scriversi.Una festa per tutto l’universo Spigaroli di ieri e di oggi.

C’era anche la novantaquattrenne Carla, cugina di Massimo e Luciano, custode di memorie che sanno di pasta fatta in casa e domeniche in famiglia.

E c’era Benedetta Spigaroli, figlia di Luciano e Antonia, nipote di Massimo, che rappresenta il futuro di una tradizione che non ha paura del domani. Perché questa è la vera lezione che arriva da quell’aia di Polesine Parmense: che i maestri migliori sono quelli che insegnano a sognare. E che i sogni, quelli veri, non invecchiano mai.

 

Nella foto centrale ex e attuali collaboratori dell’Antica Corte Pallavicina

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