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Sporting Club chiuso dal 28 gennaio, tutti licenziati

21 Gennaio 2024

Nell’agosto 2022, la società dilettantisca a responsabilità limitata Sporting Club pubblicava su Facebook una ricerca di personale rivolta a professionisti qualificati in possesso di brevetto Fin. Lo scopo era reclutare figure femminili per corsi di nuoto e attività acquatiche per la stagione 2022-2023. La nuova gestione ha tentato in ogni modo di rilanciare un centro sportivo sorto negli anni 90 per volontà di un gruppo di investitori tra i quali Gianluca Vialli. Lo Sporting era e resta un centro unico nel suo genere, sorto sulle ceneri del Costaverde e in realtà mai decollato. La crisi si trascinava da tempo e l’estremo tentativo di rilanciare la struttura  appariva velleitario agli occhi di chi conosceva le difficoltà passate, mai del tutto superate, e quelle presenti che pesavano come macigni e ipotecavano il futuro. I costi di gestione superavano le entrate nonostante gli sforzi fatti per ampliare la clientela.

Il 10 ottobre 2023  lo Sporting  era stato messo per la sesta volta all’asta a un prezzo iniziale di 5 milioni di euro e finale di 2 milioni, insieme con l’altro lotto, il bar, per una somma complessiva di 2,2 milioni di euro, ma l’asta è andata deserta.

Ieri, 20 gennaio 2024, è stato licenziato l’ultimo dipendente, l’ex bagnino della Baldesio che tornerà alla canottieri. Dal 28 gennaio lo Sporting resterà definitivamente chiuso. Ed è una grossa perdita per la città.

Viene meno un complesso dotato di piscine, area fitness, area benessere, sauna, bagno turco, palestra, area massaggi, campi da tennis. Si organizzavano corsi aperti al pubblico. Un centro sportivo privato in grado di competere con le società canottieri e che offriva in più la possibilità di esercitare attività natatorie anche con finalità terapeutiche e riabilitative lungo tutto il corso dell’anno nelle due piscine, quella scoperta e quella coperta. Sino alla fine dello scorso anno sono stati organizzati corsi di acqua gym, postura gym, aerodance, fitboxe, pilates matwork, yoga e corpo libero con una buona partecipazione. L’attrattiva della struttura, gli ambienti accoglienti, la posizione strategica, lungo l’ex statale Paullese alle porte della città, con adiacente un albergo confortevole, il Palace Hotel, punti di forza riconosciuti e apprezzati, non sono stati sufficienti a fermare la crisi e a sottrarre al fallimeneto la nuova gestione. ‘Lavoriamo con l’obiettivo di migliorare e ampliare i servizi offerti, mantenendo uno standard qualitativo di alto livello’: era l’obiettivo ambizioso, ma irraggiungibile, che era stato annunciato sul sito dello Sporting dalla nuova gestione. 

 

 

 

 

 

5 risposte

  1. Davvero grave perdere una struttura sportiva così attrezzata e funzionale! I costi di gestione saranno sicuramente elevatissimi, ma possibile non si potesse trovare il modo di salvare lo Sporting? Perdere una piscina coperta e tutto quello che sta intorno è un’altra sconfitta, l’ennesima, per una città che sta morendo.

  2. Un vero peccato . Però la mentalita’ cremonese che ha fatto di tutto per far abortire una iniziativa di livello come questa . Ho amici con attività li vicine che non hanno investito in questo centro .. aspettando che da solo riuscisse a cavarsela .. non c’e’ la mentalità del gioco di squadra e fino a che sara’ cosi, tutti allineati sotto un unico padrone . La mia quota versata all’inizio un segnale , ai coraggiosi che ci hanno provato a prescindere di come poi sarebbe andata . Si investiva non solo in un altra canottieri , ma in relazioni .. che servono a migliorare il tessuto sociale del territorio . Ed in pochissimi ci hanno creduto .. continuando a tenere i soldi (tanti -tantissimi ) nelle sterili rendite evitando sempre ed a prescindere il profitto (anche se non immediato, non importa) .. facendo sempre e solo passi all’indietro!

  3. Dato che si lamentano sempre per la piscina comunale le società natatorie avrebbero potuto affittarla e farci nuotare i loro atleti…

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