Anche l’altra sera evento prezioso per chi, come molti di noi presenti in sala al teatro Filo, capisce l’importanza della salvaguardia del nostro mondo.
Dalla Parte del Suolo con il professor Pileri un mese fa e oggi Dalla Parte della Natura con il professor Francesco Sottile. Laureato in Scienze agrarie, dopo diverse esperienze scientifiche in Italia e all’estero, è entrato nei ruoli dell’Università di Palermo come ricercatore prima e poi come professore associato, ruolo tuttora ricoperto. Insegna Coltivazioni arboree e Arboricoltura speciale, è autore di numerose pubblicazioni scientifiche di settore e svolge la propria attività nel campo degli interventi scientifici mirati alla salvaguardia della biodiversità vegetale, della caratterizzazione e della conservazione delle risorse genetiche frutticole, dell’innovazione tecnico-agronomica e della conoscenza del comportamento biologico di specie arboree tipiche degli ambienti mediterranei.
Capire gli Ecosistemi, provare a salvare il nostro futuro
Stiamo progressivamente perdendo suolo, tra cementificazione, desertificazione e allagamenti. Questo avviene non perché il clima è impazzito, ma perché ne siamo noi la causa principale.
Gli insetti utili sono in costante diminuzione, la biodiversità si estingue, le temperature aumentano, incendi di portata epocale distruggono centinaia e centinaia di ettari verdi e boschivi.
Urge una riconversione ecologica fondata sul ripensamento del modello socioeconomico di questo mondo globalizzato.
Negli ultimi decenni stiamo distruggendo a ritmi sempre più frenetici secoli di evoluzione guidata dal tempo e dalla natura.
I segnali di allarme sono evidenti a tutti, ma scomodi a chi ci governa, che continua a pensare alla logica del profitto ad ogni costo.
Un inno al pessimismo? No, secondo il relatore, ma dobbiamo tutti contribuire a cambiare rotta, partendo dalle nostre abitudini alimentari.
Gli ecosistemi non hanno confini politici
Stare dalla parte della natura significa capire che l’ecosistema deve essere funzionale a tutti gli esseri viventi oggi, ma anche nel futuro. La nostra responsabilità viene dalla consapevolezza, e questo è il primo passo che possiamo e dobbiamo fare tutti. Ecco perché era presente a fare da moderatore il responsabile di Slow Food Claudio Rambelli a porre domande che portassero a una attenta disamina dei problemi legati oggi agli allevamenti intensivi.
Aria sempre più inquinata a causa della zootecnia e dei suoi reflui
L’acqua sempre meno utilizzabile a causa degli scarti derivati dalle culture intensive sversati senza controllo nei corsi fluviali. Il cibo ha proprietà nutrizionali sempre più scarse e nocive a causa del modo di produrre e all’assenza dei dovuti controlli.
Eppure le soluzioni ci sarebbero
Anche nei territori cittadini si potrebbe fare moltissimo e di questi progetti ha parlato l’architetto paesaggista Maurizio Ori che da più di 15 anni cerca di far arrivare a compimento alcune di queste sue soluzioni.
In sala, oltre all’immancabile Pier Luigi Rizzi di Legambiente, Giuseppina Agosti del progetto Urban Bees ed esponenti della coalizione Kare Al , Filippo Locatelli e Annamaria Menta, con i quali abbiamo lavorato al nostro programma elettorale che prevedeva proprio alcune delle soluzioni proposte dai due oratori.
Concludo con questa citazione di Tiziano Terzani: “Questo è un altro aspetto rasserenante della natura: la sua immensa bellezza è lì per tutti. Nessuno può pensare di portarsi a casa un’alba o un tramonto”.
Paola Tacchini