Stati Generali Cremona: ”Comitati indipendenti”

3 Febbraio 2024

” In questi mesi i comitati e le associazioni ambientaliste cremonesi che aderiscono al coordinamento hanno lavorato su diversi gravi problemi e sulle risposte da dare anche attraverso una PIATTAFORMA CONDIVISA DI PRIORITA’ DEL TERRITORIO E DI PROPOSTE STRATEGICHE DI ECOLOGIA INTEGRALE che verrà presentata pubblicamente in aprile a Cremona. Contemporaneamente abbiamo guardato con interesse e rispetto, nelle reciproche autonomie, alle esperienze che crescevano tra i giovani quali la Critical Mass e ai movimenti di cittadinanza attiva quale il Comitato No all’ impianto di Biometano, collocato tra Cremona e Bosco ex Parmigiano, e quale il Movimento per la riqualificazione dell’attuale ospedale Maggiore e contrario al suo abbattimento. A chi ci ha sollecitato e ci sollecita al confronto e alla collaborazione, rispondiamo positivamente. Così, invitati da un gruppo di cittadini di Picenengo, abbiamo volentieri partecipato ad una riunione tenutasi mercoledì sera presso l’Oratorio ed esclusivamente finalizzata a sensibilizzare un’opinione pubblica più vasta nei confronti di due grosse operazioni commerciali e logistiche che si abbatterranno su quella piccola comunità. Insieme abbiamo concordato un Piano di iniziative di massima per il “Marzo Ambientalista” incentrate su consumo di suolo e valore del paesaggio da tenersi anche nella stessa frazione di Picenengo oltre che in città. Abbiamo anche concordato di mantenere distinti il piano su cui lavoriamo come associazioni e comitati da quello su cui operano i partiti. In particolare in questi mesi, sin dal 2 giugno 2023, abbiamo dato vita al percorso “Cittadini sovrani” per rafforzare il legame tra democrazia partecipata e transizione ecologica giusta. Ancora oggi affermiamo che per garantire pluralismo e unità d’azione degli Stati generali è bene che i comitati e le associazioni ambientaliste sappiano mantenere una propria indipendenza rispetto al ruolo che hanno i partiti e le istituzioni, a maggior ragione in periodo di campagna elettorale. Questo non vuol dire indifferenza verso le proposte politiche già in campo o che verranno avanzate in vista delle prossime elezioni amministrative ed europee. Se ci saranno liste più coraggiose sul terreno dell’Ambiente, del Clima, della Salute e della democrazia partecipativa, le valuteremo con grande attenzione e interesse sotto il profilo della credibilità e della maggiore o minore coerenza con i principi costituzionali e con le prospettive di transizione ecologica giusta in cui crediamo . Nessuna obiezione dunque se singoli esponenti delle associazioni ambientaliste vorranno candidarsi in queste liste per qualificarne l’indirizzo nel senso della democrazia ecologica. Lo possono fare liberamente e responsabilmente senza coinvolgere nella scelta la propria associazione di appartenenza e senza pretendere di rappresentarla. Il consiglio che suggeriamo a chi intende intraprendere strade nuove è quello di autorganizzarsi in modo trasparente, autonomo e distinto rispetto alle associazioni, ai comitati e ai movimenti di cittadinanza attiva, assumenosene pienamente la regia politica, programmatica, organizzativa.

 

Marco Pezzoni

Coordinamento Stati Generali Clima Ambiente Salute

Una risposta

  1. Sembra duro a capirsi ma c’è solo una regola che si impone a chiunque voglia agire con onestà ed efficacia in quel terreno che si chiama polis che è l’ambito della politica ed è quella di separare con netti distinguo la vita di movimenti e comitati da quella di partiti e candidature. L’azione e le competenze di movimenti e comitati devono viaggiare su binari diversi rispetto alle legittime e meritorie iniziative e campagne elettorali di partiti o di singoli candidati e questo sempre (e anche in caso di convergenza di obiettivi) proprio a garanzia della reciproca autonomia e libertà di strategia. È palese infatti che in democrazia si possa fare opposizione tanto dall’interno delle compagini di amministrazione e di governo (anche se non sempre con efficacia e liberamente) quanto dall’esterno e cioè dal basso, appunto attraverso i movimenti e i comitati che devono poter sopravvivere alle tornate elettorali. Perché i problemi del territorio e della convivenza civile non si chiudono con la pubblicazione dei risultati delle urne.

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