Caro direttore,
Draghi dice che siamo uno stato laico. Parole come miele per chi da sempre non tollera le ingerenze pretesche nella vita pubblica e privata del Paese, per chi, come me, sogna di rivedere i papi ad Avignone! Purtroppo non è così e, ciò che è peggio, ci facciamo toccare il tempo dal Vaticano su una legge che è peraltro un
obbrobrio illiberale anche se insigni rap-politologi e tuttologi iper tatuati intervengono a sproposito sparando giudizi demenziali. Ma tant’ è. Accogliamo con gioia la dichiarazione di Draghi sperando che il Pontefice resti inascoltato non solo per le ingerenze sul ddl Zan ma anche sulle accorate geremiadi a difesa delle ong e sull’auspicio di un’accoglienza indiscriminata e a breve termine insostenibile delle masse migranti.
Cari radical chic, girotondini e sardine, lo stato deve essere laico, e per ciò stesso indifferente alle sollecitazioni papali, sempre e non solo quando fa comodo. Lo Stato si dichiari dunque incompetente in materia di fede e di religione e non subisca mai pressioni confessionali da qualsiasi parte provengano: allora è davvero uno stato laico.
Gianni Carotti