Struggente addio alla quindicenne Elisa Marchesini

3 Febbraio 2025

Nella chiesa di San Francesco d’Assici al quartiere Zaist, centinaia di persone tra genitori e fratelli, straziati dal dolore, il dirigente Roberto Calabrese e insegnanti del liceo Anguissola, compagni di classe e amici ancora increduli, autorità locali chiuse nel loro cordoglio, hanno dato l’estremo saluto a Elisa Marchesini la studentessa quindicenne investita e uccisa da un autobus all’inizio di via Dante la mattina di venerdì scorso mentre stava recandosi a scuola. In rappresentanza del Comune di Cremona il sindaco Andrea Virgilio, gli assessori Simona Pasquali e Santo Canale. E’ stato il vescovo Antonio Napolioni a concelebrare con i sacerdoti della parrocchia il rito funebre. Tutta la città si è stretta in un abbraccio ideale ai familiari osservando il minuto di silenzio indicato dall’Amministrazione comunale agli esercizi pubblici. Commoventi le parole nel corso delle esequie pronunciate dal papà Paolo, affiancato dalla moglie Anna Lisa, e dal fratello Dario.

Ed ecco il ricordo di Francesca Codazzi.

Accadono eventi ingiusti a persone di animo buono, che stimo, che vedo serene e in pace con la vita. La tragedia che ha colpito una cara collega e, pure, un’amica, di tante confidenze, strappate nei cambi d’ora e momenti condivisi a scuola, è insuperabile.  La morte di un figlio è selvaggia e contronatura. Non esistono parole consolatorie e solo il silenzio, l’attesa muta della rassegnazione, se mai si può raggiungere, è forse il miglior alleato. Ora Elisa abita nel cuore di chi l’ha amata. Nel cuore si attutiscono il rumore di fondo, le parole della gente, il chiacchiericcio. Resta un battito ancestrale che picchietta all’unisono. Come quando quel figlio era dentro di noi. Come una pioggia d’amore.
Elisa non c’è più. Non va cercata nella routine, nei momenti festosi in famiglia, nella sua stanzetta, fra giochi e compiti da eseguire, nei viaggi, nelle confidenze strappate in cucina, nei suoi hobby. Di lei resterà per sempre l’immagine spensierata di una studentessa che una mattina come tante andava a scuola. La figlia di tutti noi. Perché è una sofferenza che si è spalmata, a macchia d’olio, toccando le nostre vite.
Davanti al dolore della morte, penso sempre a Sant’Agostino. Nelle sue Confessioni dopo la morte della mamma scrive: “Signore, non ti chiedo perché me l’hai tolta, ma ti ringrazio perché me l’hai data”.
Le mie più sincere condoglianze a tutta la famiglia Marchesini e Reibaldi.
Francesca Codazzi

 

2 risposte

  1. Parole vere, toccanti, sensibili che solo la tua sensibilità puó esprimere. Elisa non c’è più.
    Il male è celato ovunque, spesso proprio lì dove non ti aspetteresti mai.
    Sarà durissima da superare per i suoi cari, perchè inspiegabile è darsi una ragione per ciò che è successo

  2. Avrei potuto essere chiamato io a vedere la povera ragazza; uno dei pochi in provincia autorizzati a far rimuovere i morti, a farli seppellire. Ma non era il mio turno, per quel tipo di “morte “. E infatti non fui chiamato ma appena ebbi il tempo passai comunque a vedere la ragazza distesa. Quel lenzuolo bianco, i resti devastanti del dramma. Convivo con la morte per mestiere. Un giorno sì uno no al ribasso mi capita di vedere qualcuno che s’è portato via. Ne ho visti anche di peggio (sotto i treni) complessivamente tanti,
    a migliaia. Ma questa ragazza, la sua giovane età, la sua storia semplice e bella, la sua splendida famiglia, l’assurdità delle circostanze, la profonda perfidia della morte che è sempre lì in agguato, a infrangere i nostri sogni men che te l’aspetti, mi ha lasciato delle sensazioni che difficilmente riuscirò a scordare; un dolore a cui non ero più abituato. Ora Elisa il tuo ricordo è spalmato in tanti cuori. Anche nel mio, che pur non ti conoscevo, come fossi mia figlia.

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