L’incontro con gli studenti dei corsi di laurea delle professioni sanitarie dedicato al nuovo ospedale di Cremona si è chiuso con un applauso che non finiva mai. Spontaneo, sincero. Un segnale forte: i ragazzi e le ragazze che saranno i sanitari di domani credono nel cambiamento. Sentono che il progetto è un passo importante per la sanità cremonese e che questo passo riguarda anche loro. Per la maggior parte, infatti, non si tratta solo di architettura, ma di una prospettiva concreta di crescita professionale.
La scorsa settimana, in un’aula magna strapiena, ad ascoltare e dialogare con il direttore generale dell’Asst di Cremona Ezio Belleri erano in centonovanta fra futuri infermieri, fisioterapisti e assistenti sanitari che stanno frequentando l’Università degli Studi di Brescia nella sede di Cremona. Insieme ai coordinatori dei corsi Adele Luccini (infermieristica), Arianna Dossena e Cristian Carubelli (fisioterapia) e Annalisa Longari (assistenza sanitaria Ats Val Padana) e ai tutor.
Alessia Plebani, studentessa di fisioterapia, non sapeva molto del nuovo ospedale, «grazie alla presentazione ho le idee più chiare». «Mi hanno colpito il design e la connessione con il verde» aggiunge Filippo Morelli, futuro assistente sanitario.
«Credo che a cambiare molto le cose sarà l’organizzazione del nuovo ospedale. Durante il tirocinio vedo che gli spostamenti da un servizio all’altro, anche per i pazienti, sono fatti di lunghe distanze, soprattutto perché non ci sono abbastanza ascensori. Guardando il progetto si capisce che i percorsi saranno gestiti in modo migliore e più efficiente», ha spiegato Ruben Biscaldi, che ha scelto di diventare infermiere.
Dai questionari distribuiti a tutti i partecipanti al termine dell’incontro, emerge un dato interessante: nessuno è contrario alla costruzione di un Nuovo Ospedale. Molti gli studenti che hanno espresso entusiasmo e interesse. «Avevo in programma di andare a lavorare all’estero, ma vedere il progetto del Nuovo Ospedale mi ha fatto cambiare idea!», scrive uno di loro. Ad essere apprezzati sono soprattutto la modernità e la sostenibilità della struttura: «È molto entusiasmante sapere che ci sarà un ospedale organizzato secondo una concezione di spazio più moderna e con il supporto di sistemi tecnologici innovativi», si legge in un altro commento.
Non mancano tuttavia alcune perplessità rispetto ai tempi di realizzazione e al cambiamento culturale che l’organizzazione per intensità di cura comporta «sarà un bel salto al quale bisogna arrivare preparati». In molti si dicono speranzosi che il progetto venga realizzato nei tempi prospettati, con l’auspicio di poter lavorare un giorno nel nuovo ospedale.
L’incontro con gli studenti fa parte del piano di comunicazione dell’Asst di Cremona per promuovere la conoscenza del nuovo Ospedale di Cremona che si fonda sulla condivisione del progetto con i sanitari, i portatori di interesse, i rappresentanti dei cittadini e i cittadini. Un dialogo in corso da più di un anno che si è rafforzato nei primi mesi del 2025, attraverso uno scambio costruttivo.
Il primo obiettivo è quello e illustrare loro la collocazione dei servizi sanitari e socio sanitari dentro un modello assistenziale innovativo, soprattutto perché la progettazione di un nuovo ospedale è la somma di un complesso percorso tecnico-operativo che interessa aspetti clinici, organizzativi ed economici, oltre ad aspetti edilizi, urbanistici e ambientali. Ad ogni scelta progettuale corrispondono precise ricadute gestionali con un’unica finalità: migliorare l’organizzazione e l’assistenza.
Come ha spiegato Belleri «Lo scopo è offrire la possibilità di conoscere il progetto e di farsi un’opinione basata su dati oggettivi e sull’evidenza. In particolare, ci interessa confrontarci, anche in modo critico, con punti di vista diversi, rispondendo alle domande del pubblico».
2 risposte
Non ci risulta che siano stati incentivati i confronti con tutti, soprattutto se già in partenza si poteva supporre la non approvazione del progetto. Inoltre è strano che siano tutte favorevoli le persone intervistate, molto curioso l’entusiasmo per il design e la connessione con il verde: le professioni che intraprenderanno questi studenti dovrebbero essere più impressionati dagli esperti professionisti con il loro esempio. Quando poi, concluso il corso di studio presumibilmente supportati dalle famiglie, si renderanno conto delle condizioni lavorative su cui potrebbero contare all’estero… voglio vedere se un pensierino non lo faranno! O forse saranno talmente affascinati dal nuovo ospedale che faranno di tutto per restare e venire a lavorare qui da noi. Altro che Niguarda, San Matteo e vecchi ospedali con personale di altissimo livello. Meglio il verde.
Confronto con i rappresentanti dei cittadini, purché non rappresentino gli oltre 6000 che hanno firmato contro la sua creatura ( sua in comproprietà con gli illuminati e democratici politici di casa nostra).