Bravo Pietro! Pardon, dott. Ravani! Sei sul New York Times! La compianta professoressa di storia dell’arte del liceo ginnasio Daniele Manin di Cremona, Luisa Gregori Bandera, durante le sue lezioni, amava ricordare ai suoi studenti che sarebbero in futuro stati ‘la classe dirigente del Paese’ e ci (io ero tra i banchi) rimproverava di ogni nostra leggerezza, trascuratezza e inadempienza. Non credo che nella mia classe qualcuno si sia poi dedicato alla politica, ma provo un sincero piacere nel constatare come alcuni di noi si siano distinti nella vita e nel lavoro.
Oggi è il turno di Pietro Ravani, del dott. Ravani, nefrologo che anni fa ha lasciato Cremona e il suo ospedale per trasferirsi in Canada, dove oggi è docente universitario a Calgary. Leggo e condivido con piacere questo articolo che spiega l’esito di un suo importante studio condotto in tandem con la collega Ping Liu. Anche il New York Times ha riportato la notizia con tanto di intervista. Da ‘non scienziata’ quale sono colgo comunque la rilevanza del vostro studio e mi congratulo col mio ex compagno di scuola. Bravo Pietro! I ragazzi della terza C, classe 1964, sono orgogliosi di te! Porti lustro al ‘Manin’, una scuola che è sempre nei miei pensieri e per la quale ho nostalgia. Ne sono passati di anni… dalle feste di compleanno e carnevale a casa di Roberta o di Sabrina! Il lavoro del dottor Ravani è stato oggetto di un articolo/intervista anche su Consultant360.com.
Per chi non sapesse l’inglese propongo la traduzione estemporanea della mia giovane e brillante amica Benedetta Raimondi.
‘Si stima che il 15% della popolazione adulta soffra di disturbo cronico renale (ckd), ma i risultati di un recente studio suggeriscono che questa percentuale nei più anziani è sovrastimata. Per comprendere meglio l’impatto del normale invecchiamento sul peso del ckd, i ricercatori hanno condotto uno studio statistico che ha paragonato la soglia fissata del tasso di filtrazione renale (eGFR) con una soglia adattata in base all’età. Per saperne di più riguardo ai risultati dello studio, Consultant360 ha contattato due degli autori, Ping Liu, PhD, e Pietro Ravani, MD, PhD, entrambi dell’università di Calgary (Alberta, Canada). Ping Liu era sostenuto da una borsa post-dottorato dall’Istituto canadese di Ricerca sulla Salute (numero di riferimento fondi MFE-152465). Pietro Ravani occupa attualmente la cattedra della Ricerca sui Reni all’università di Calgary.
Consultant360: qual è stata la spinta per il vostro studio?
Ping Liu e Ravani: ‘Una definizione di CKD basata sull’età è stata proposta per almeno una decade basandosi (1) sull’evidenza che l’eGFR cala psicologicamente con l’età, anche se con un grado di variabilità in ogni gruppo di età, (2) sull’osservazione del fatto che nonostante la popolazione diventi sempre più anziana la domanda di terapie per l’insufficienza renale non è aumentata, e (3) sulla scarsità di dati sul rischio assoluto di disfunzionamento dei reni. Mentre studi precedenti hanno paragonato la ‘velocità’ (stime o analisi del rischio) del CKD verso l’insufficienza renale attraverso la categoria eGFR, non hanno mai presentato il rischio assoluto; invece, hanno paragonato le velocità relative senza fornire stime del ‘percorso’ che le persone hanno completato in un certo lasso di tempo.
C360: il vostro studio ha rivelato che utilizzare lo stesso criterio eGFR per tutti gli adulti senza considerare l’età può sovrastimare il peso del CDK nei più anziani. È un risultato che vi ha sorpreso o ve lo aspettavate?
PL E PR: ce lo aspettavamo. Nonostante l’ipotesi che una bassa eGFR sia normale con l’invecchiamento non fosse mai stata testata in maniera appropriata, studi precedenti non avevano mai stimato il rischio assoluto dell’insufficienza renale, che è veramente molto basso (nell’ordine di 1:1000 su 5 anni) e si abbassa ulteriormente con l’avanzare dell’età (mentre il rischio di morte è centinaia di volte più alto).
C360: ci sono altri aspetti dello standard di interesse per la gestione del CDK che attualmente tengono conto dell’età?
PR E PL: i team di studio di nefrologia offrono un’educazione riguardo le opzioni di trattamento di disfunzionamento renale e fanno notare che è più probabile che i più anziani rinuncino alla terapia di dialisi e scelgano cure moderate, palliative, per il loro disfunzionamento renale.
C360: quali sono alcune perle cliniche che fornireste ai vostri compagni per diagnosticare e gestire Cdk nei più anziani?
PL E PR: in un individuo di 65 o più anni con una normale lieve albuminuria, i valori eGFR costantemente compresi tra 45 e 60 possono essere associati a piccoli aumenti del rischio di disfunzionamento renale in 5 anni rispetto a valori compresi tra 60 e 89, ma i rischi sono così bassi (≤ 0.12%, specialmente paragonati al rischio di morte) che qualsiasi differenza è irrilevante. Il percorso che ogni paziente completa nel corso del tempo è materialmente lo stesso e molto breve. Nella pratica clinica i rischi assoluti sono spesso più informanti e utili per i pazienti rispetto a paragoni relativi quando si prendono decisioni riguardo al trattamento. Nonostante questa sia epidemiologia clinica 101, la maggior parte delle evidenze a cui facciamo riferimento nella nostra pratica clinica si basa su misure di rischio relativo come opposte al rischio assoluto.
C360: quali vuoti di conoscenza rimangono sull’impatto dell’età nella diagnosi e gestione del CKD?
PL e PR: non sappiamo se eGFR è più variabile negli individui più anziani che possono essere più sensibili ai cambiamenti nell’eGFR a causa dello stato di idratazione, ridotto senso della sete, e assunzione d’acqua.
https://www.nytimes.com/2021/11/01/well/live/chronic-kidney-disease-failure.html?smid=fb-share
Una risposta
Ho 76 anni maschio, creatinina 1,44 gfr 53 , non sento nessun disturbo. Peso 64 kg altezza 173 , pratico sport tutti i giorni. Da quando ho fatto gli esami e visita medica la mia vita è peggiorata. Mi è entrato un tarlo nella testa che mi riempie di paure. Da quello che avete pubblicato non so se dovrei essere più ottimista. Ringrazio Gilberto