Associazione tra inquinamento atmosferico e patologie respiratorie nella popolazione pediatrica del Distretto di Cremona. Mercoledì 11 ottobre, al Teatro Monteverdi di Cremona, sono stati presentati i risultati del secondo filone dell’Indagine Epidemiologica Cremonese relativo allo studio “Associazione tra inquinamento atmosferico e patologie respiratorie nella popolazione pediatrica del distretto di Cremona”. L’Ats Valpadana ha diffuso la seguente nota.
”Dopo i saluti introduttivi del direttore generale di Ats della Val Padana, Salvatore Mannino e alla presenza dei sindaci dei Comuni che hanno sottoscritto il protocollo d’intesa con Ats (Cremona, Bonemerse, Gerre de’ Caprioli, Stagno Lombardo, Spinadesco e Sesto ed Uniti), il direttore dell’Osservatorio Epidemiologico di Ats, Marco Villa, ha descritto i risultati dello studio, che aveva l’obiettivo di approfondire la relazione tra l’inquinamento atmosferico e le principali patologie respiratorie pediatriche nella popolazione del distretto di Cremona, nel periodo tra il 2010 e il 2019. Nello specifico, è stato indagato il rapporto tra esposizione a PM2.5, PM10 e NO2 ed esiti sanitari quali ricoveri ospedalieri, accessi al pronto soccorso e consumo di farmaci per patologie respiratorie”.
”Negli anni presi in esame, sono stati osservati mediamente 8,4 ricoveri e 30,7 accessi al Pronto Soccorso per malattie dell’apparato respiratorio ogni 1.000 soggetti in età pediatrica; tra tutti i bambini presi in esame, il 4,7% ha assunto farmaci per l’ostruzione delle vie aeree. Lo studio ha evidenziato una correlazione tra inquinamento e patologia asmatica; tale associazione è stata osservata sia nell’analisi dei ricoveri ospedalieri per questa patologia (13 dei 14 ricoveri sono stati osservati infatti tra i bambini esposti a una concentrazione di PM2.5 superiore a 30 μg/m3), sia nell’esame delle prescrizioni di farmaci, con un numero di dosi assunte dai bambini esposti a una concentrazione di PM2.5 superiore a 30 μg/m3 più che triplo rispetto ai bambini esposti a concentrazioni inferiori”.
”I valori di concentrazione di polveri sottili per i quali il rischio di patologia asmatica appare più elevato fanno riferimento ai primi anni di osservazione (2010-2013), caratterizzati da livelli più elevati di inquinamento rispetto ad oggi. A corollario dell’indagine sono emersi due elementi rilevanti: nell’area oggetto dello studio si respira aria più pulita rispetto al 2010, infatti, le concentrazioni medie nel 2019 erano diminuite per tutti e tre gli inquinanti presi in esame, nello specifico del 24% per il PM 2.5, del 20% per il PM10 e del 30% per l’NO2; inoltre, la differenza tra i bambini più esposti e quelli meno esposti rispetto all’effetto dell’inquinamento si è ridotta.
Le analisi condotte non hanno fornito indicazioni rispetto ad una possibile associazione tra inquinanti e ricoveri o accessi al Pronto Soccorso per altre patologie respiratorie, e ciò può essere dovuto alla diversa eziologia e alla bassa specificità di tali esiti sanitari”.
”È stata condotta anche un’analisi per verificare possibili differenze legate al Comune di residenza, mettendo a confronto i bambini del Comune di Cremona, dei Comuni limitrofi caratterizzati da insediamenti industriali e del resto del Distretto; non sono emerse differenze di rilievo, sia in termini di prevalenza di patologia, sia in termini di associazione tra inquinante e patologie respiratorie. È significativo rilevare che le risultanze forniscono anche prove a sostegno di tutte quelle politiche basate su nuove strategie di prevenzione ed intervento volte a migliorare la qualità dell’aria e salvaguardare la salute pubblica”.
”Lo studio condotto è in continuità con il lavoro già pubblicato e presentato lo scorso anno, relativo alla “Valutazione d’impatto sanitario mediante calcolo dei decessi attribuibili alle polveri sottili nel distretto di Cremona”; anche per il secondo filone di studio, l’Ats della Val Padana si è avvalsa del contributo del Comitato Scientifico che la Direzione Generale ha istituito ad hoc a supporto dell’attività di ricerca dell’Agenzia in epidemiologia ambientale”.
Il report completo è consultabile sul sito di Ats della Val Padana al seguente link https://www.ats-valpadana.it/associazione-tra-inquinamento-e-patologie-pediatriche.
Ed ecco il commento di Marco Degli Angeli, coordinatore del M5s in provincia di Cremona.
”Cremona provincia più inquinata d’Italia ed i suoi bambini si ammalano di più e prendono più farmaci per curarsi. E’ stata evidenziata nei soggetti in età pediatrica una correlazione tra inquinamento e patologia asmatica, associazione positiva rilevata sia nell’esame dei ricoveri ospedalieri per asma, sia nell’esame delle prescrizioni di farmaci per l’ostruzione delle vie aeree”.
Queste le conclusioni della seconda fase dello studio epidemiologico cremonese redatto da ATS Val Padana, che da anni monitora gli effetti dell’aria malsana sulla salute della cittadinanza della città di Cremona e di sei comuni limitrofi. Lo studio, iniziato nel 2016 grazie soprattutto alla spinta dell’opinione pubblica preoccupata dall’incremento degli indicatori di salute negativi nel Comune di Cremona e nei Comuni limitrofi rispetto al resto del territorio, ha avuto un percorso burrascoso, ma a distanza di 8 anni, stanno arrivando finalmente le prime conclusioni”.
”Il rapporto aveva l’obiettivo di rispondere alla domanda se ci fosse o meno un relazione tra inquinamento atmosferico e le principali patologie respiratorie pediatriche nella popolazione del distretto socio-sanitario di Cremona nel periodo tra il 2010 e il 2019. La risposta, purtroppo, è stata affermativa Lo studio nelle sue premesse, evidenzia come l’esposizione a livelli così alti di inquinanti condizioni negativamente anche tutti gli anni successivi della vita del bambino: i danni subiti in questa età hanno un effetto più significativo rispetto ai danni che si verificano più “tardivamente” nella vita, sul rischio di patologia e di anni di vita persi per malattia/disabilità/morte prematura”.
”Il particolato sottile è nel mirino dell’Azienda sanitaria, e per questo motivo anche a Crema dovrebbe richiedere uno studio anche per il nostro territorio, e sarebbe inoltre opportuno che il Comune richiedesse ad Arpa di posizionare la centralina di controllo di qualità dell’aria, ora posizionata nel parchetto di via XI Febbraio (e che non misura le pm 2.5 e spesso ci inceppa per giorni nei rilievi di PM10 ndr) in una posizione più significativa, ad esempio in via Libero Comune, in prossimità delle scuole”.
Concludono gli studiosi dell’azienda sanitaria della nostra provincia: “Considerata la correlazione positiva tra inquinamento atmosferico e patologia asmatica si sottolinea come, per migliorare il controllo della patologia, sia importante limitare l’esposizione ai fattori di rischio. Tale limitazione porterebbe ad un minore impatto della patologia stessa sulla salute individuale e sul Sistema Sanitario”.
Lo studio, fa bene ricordarlo, aveva anche l’obiettivo di fornire evidenze scientifiche su cui basare le scelte politiche per la programmazione del nostro territorio. Le Amministrazioni pubbliche ne terranno conto nella fase autorizzativa di nuovi impianti inquinanti? Ci auguriamo di sì, anche perché in caso contrario l’unica possibilità per difendere i nostri figli da particolato sottile, ammoniaca e ozono sarà la maschera a gas.
2 risposte
Caro Direttore, da tempo immemore siamo abituati alla inanita’ operativa dei nostri pubblici amministratori. Temo che l’aria inquinata sia e sarà uno dei motivi principali che spingeranno i giovani ad andarsene; e questo grazie alla pusillanimità di una classe politica inerte e inetta indipendentemente dallo schieramento di appartenenza.
Le istituzioni che hanno il potere, soprattutto i governi regionali e nazionale, continuano a ritenere che l’aumento del reddito personale sia l’unica cosa importante per la gente e che i giovani sia “umanità d’allevamento” per la quale il futuro non è un problema.