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Studio epidemiologico, Degli Angeli scrive a Moratti

6 Settembre 2022

Il Movimento 5 stelle aumenta la pressione sulla Regione per avere chiarimenti e date certe sullo studio epidemiologico cremonese del quale s’è persa traccia dopo il pensionamento del responsabile dell’Osservatorio dell’Ats Valpadana Paolo Ricci. Il consigliere pentasellato Marco Degli Angeli ha inviato una lettera alla vicepresidente nonché assessore al Welfare Letizia Moratti, che fa seguito all’interrogazione presentata in Regione dallo stesso esponente grillino. Si chiede un approfondimento sulle informazioni ad oggi fornite circa l’avanzamento dello studio epidemiologico cremonese e la composizione della UOC Osservatorio Epidemiologico in capo all’Ats Valpadana

Di seguito il testo della lettera scritta da Degli Angeli e inviata a Moratti e Giovanni Pavesi, direttore regionale Welfare e, per conoscenza, anche a Salvatore Mannino, direttore generale Ats Valpadana, Dario Fossati, direttore generale Ambiente e Clima, Vanda Berna, direttore dipartimento Arpa di Cremona e Mantova, Alessandro Fermi, presidente del consiglio regionale della Lombardia.

 

Gentilissimi tutti,
in qualità di consigliere regionale della Lombardia, vista l’ITR 21527 – “Aggiornamenti in merito
allo studio epidemiologico di Cremona”, presentata in data 2/9/2022 sono a scrivere la seguente
lettera al fine di sottoporre alla vostra attenzione ulteriori osservazioni in merito allo studio
epidemiologico di Cremona, chiedendo quindi un gentile riscontro sulle questioni di seguito
delineate, con particolare riferimento alla risposta fornita in data 2/3/2022 alla ITR 21277: “Nuovi aggiornamenti sull’avanzamento dello studio epidemiologico cremonese, con particolare riferimento alla risposta fornita tramite richiesta di accesso agli atti dell’1 settembre 2021” .
Le finalità poste in essere dall’interrogazione 21277 sono essenzialmente riassumibili in tre punti,
che volevano indagare e quindi meglio comprendere l’adeguatezza qualitativa dell’Osservatorio Epidemiologico di ATS Valpadana, il contributo di ARPA allo studio dei rischi per la salute e lo statodi avanzamento della “indagine epidemiologica cremonese”.

L’assessore al Welfare, in risposta alla sopra citata ITR 21277, ha asserito che “Regione Lombardia
mantiene un qualificato presidio epidemiologico presso la ATS Valpadana, che pur essendo stata
oggetto nel corso degli anni di un fisiologico turnover, prosegue il percorso di consolidamento e
rafforzamento della UOC Osservatorio Epidemiologico”. Sarebbe però corretto specificare come – stando alle informazioni in nostro possesso – l’attuale assetto della UOC Osservatorio Epidemiologico in capo all’Ats Valpadana, a differenza di tutte le analoghe UOC dell’intera Lombardia, non preveda e/o non sia dotata della presenza di alcun medico specialista, ovvero non è ancora stata integrata la figura medica in possesso di questo titolo, andata in quiescenza alla fine dell’anno 2020 e che per di più ricopriva il ruolo di responsabile dell’Osservatorio epidemiologico.
Visto che in più occasioni l’assessore al Welfare Letizia Moratti ha asserito come “una volta
ricostituito il gruppo di ricerca, si prevede che lo studio epidemiologico possa giungere ad una solerte conclusione”, si ritiene che strutturare la UOC con una responsabile medico – in conformità alla situazione pre quiescenza dell’ex direttore dell’Osservatorio epidemiologico – potesse essere una congrua pre-condizione per riqualificare la struttura. Resta quindi poco chiaro il perché non si sia proceduto in questo senso, preferendo affiancare all’Osservatorio Epidemiologico un Comitato scientifico permanente.

Volendo fare una comparazione pre 2020, in merito alla strutturazione e all’organizzazione
dell’Osservatorio epidemiologico, è infatti bene chiarire come questi fosse in rete con tutta la
comunità scientifica: condivideva ossia sul campo, con i vari Centri di ricerca, i progetti di studio e
ricerca senza restrizione alcuna di platea. Mi chiedo pertanto se sia oggi possibile attribuire al
Comitato le medesime prerogative e caratteristiche?

Per quanto riguarda i risultati fino ad oggi ottenuti, il Registro Malformazioni Congenite, che aveva ricevuto il plauso formale rivolto al Dg di ATS Val Padana da parte dell’allora presidente del centro di riferimento scientifico internazionale di questi registri, sembra oggi essere fermo al punto in cui è stato lasciato dal personale andato in pensione. Le informazioni inerenti a quali competenze il reparto possa contare, al netto dell’integrazione quantitativa del personale e a chi fanno riferimento i medici in formazione inseriti nell’organico dello studio epidemiologico, lasciano ancora aperti molti interrogativi.

Per quanto concerne la collaborazione dell’Osservatorio Epidemiologico con la UOS Salute e
Ambiente del Dipartimento di Prevenzione, si prende atto che a distanza di ormai 2 anni, sia stato
possibile tenere esclusivamente per pochi mesi un dirigente tecnico della prevenzione, rimasto in
attesa di transitare ad altro Servizio. Viste le premesse fatte, ritengo sia possibile asserire come questa gestione del personale abbia creato il vuoto d’importanti competenze, possedute invece dal
precedente Responsabile. Ad aggravare il vuoto, è sopraggiunto un mai avvenuto affiancamento
propedeutico ad una successiva e coerente sostituzione delle figure necessarie. Per quanto riguarda le analisi e i controlli compiuti in ambito di epidemiologia ambientale, sarebbe
più corretto dire che ARPA Lombardia non abbia mai finalizzato un proprio lavoro alla sorveglianza epidemiologica che, come ribadito in tante altre occasioni, implicherebbe la condivisione di un progetto comune ab initio, anziché la giustapposizione a posteriori di dati ambientali con dati sanitari come avvenuto invece a completamento della risposta fornita alla citata ITR 21277, nella quale sono state elencate le citazioni delle indagini ordinarie effettuate da ARPA su propria iniziativa.

Il concetto metodologico, per cui il lavoro progettuale di epidemiologia ambientale si condivide
all’inizio e non alla fine, è stato enunciato in apertura e successivamente sviluppato in occasione di un importante convegno nazionale, tenutosi proprio a Milano nel marzo 2020 ed organizzato dalla stessa Regione Lombardia.

Va inoltre specificato che pare poco congruo enumerare i rapporti e i dati di ARPA, considerando
che, a proposito dell’inquinamento da polveri sottili, questi stridono con i dati di letteratura
internazionale, in cui si mostra inequivocabilmente come l’inquinamento della Pianura Padana non sia affatto omogeneo. A precisazione di quanto sopra asserito, si faccia riferimento al report che l’Organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato in data 22 settembre 2021: un aggiornamento delle linee guida sulla qualità dell’aria WHO global air quality guidelines (AQG 2021) che porta da 20 a 15 microgrammi/MC e da 10 a 5 microgrammi/mc i valori soglia per la tutela della salute rispettivamente di PM10 e PM2.5.

Cremona è la seconda città d’Europa con la più alta media-anno di concentrazione di PM2.5, pari a 25.9 microgrammi/mc. Ovvero va oltre 5 volte il valore limite. Cremona è solo inferiore a Novy Sacz, città in Polonia, che raggiunge il valore di 27.3. Sempre la medesima tabella, “Air quality in Europe 2021” riporta i valori di Ferrara (17.11), Verona (19.7), Milano (20.13), Bergamo (23.97), Brescia (23.97), Pavia (22.92), Vicenza (25.6). Si vede da sé che i dati sulla Pianura Padana non sono proprio omogenei. Questo può significare che l’intensità delle emissioni locali fa la differenza.

Fa infine riflettere la comparazione tra Milano, una città con oltre 3 milioni di abitanti e Cremona,
che conta circa 70 mila abitanti. Comparazione dalla quale, per Regione e gli Enti afferenti, dovrebbe essere facile evincere una criticità degna di nota. Non analizzare e prendere in considerazione questi dati, è come affermare che le fonti emissive che insistono sul territorio di Cremona non segnino una differenza con quell’enorme impatto ambientale argomentato in un documento redatto dal precedente Osservatorio Epidemiologico e portato all’attenzione della Commissione III Sanità di Regione Lombardia, durate un’audizione tenutasi il 16 gennaio 2019.

A conclusione della presente, è opportuno specificare che, per quanto riguarda il progetto Indagine epidemiologica cremonese, dalla risposta fornita si evince che “sono state acquisite le procedure per georeferenziare gli indirizzi dei soggetti che saranno arruolati per lo studio”.
L’avvio di questa indagine è stata annunciata dal precedente Dg di ATS Valpadana in una assemblea pubblica, tenutasi il 22 dicembre 2016. A distanza di 6 anni viene detto che sono state acquisite le procedure per georeferenziare i soggetti che saranno arruolati. Sembra più un’affermazione orientata ad un futuro incerto, che non una coerente risposta.

Inoltre, sempre in riferimento al medesimo testo di risposta, è stato precisato che: “È stata avviata
una procedura negoziata, a seguito di manifestazione d’interesse, per acquisire i dati degli inquinanti per un periodo più lungo (dal 2007 al 2019) e con un dettaglio maggiore (griglia di 50 m di lato)”. Come la stessa Regione Lombardia ha osservato, è necessaria una griglia di lato stretto (50 metri), per attribuire le esposizioni individuali in una zona urbana, necessarie ad un’indagine epidemiologica analitica. I dati di ARPA Lombardia, che lavorano su griglie di 4 chilometri, non bastano. Con questa tipologia di griglie, quindi, è possibile condurre solo osservazioni “macro”, come quelle ottenute dalla rete delle centraline di rilevamento degli inquinanti atmosferici, che possono cogliere solo differenze tra ampi territori, senza essere in grado di focalizzare differenze puntuali tra aree più ristrette. Questo limite è tecnicamente coerente con il fatto che ARPA Lombardia non osservi alcun gradiente di polveri sottili tra Cremona e provincia: questo solo perché – si ritiene – non abbia utilizzato gli strumenti che invece sarebbero serviti.

In attesa di un vostro cortese riscontro, porgo i più cordiali saluti.

Marco Degli Angeli

consigliere regionale

Una risposta

  1. Questo Degli Angeli si sveglia ora. Dovevano far dimettere Giunta e compagnia per strage da Covid .e hanno lasciato solo il movimento che chiedeva il commissariamento della Sanità Lombarda.Ora fa il solletico

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