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Omicidio di Rossella, eroina e l’ombre sataniche

10 Dicembre 2023

Nella lettera trovata in una busta, sul comodino della camera dell’hotel, la coppia annuncia di volersi togliere la vita. «Siamo stanchi, vogliamo farla finita. Però senza troppo clamore». Gli investigatori, ovviamente, si chiedono perché non sia stato usato un metodo meno doloroso. La lettera riporta le firme di Alfredo e Rossella. La calligrafia sembra quella di una donna. Ad ogni modo, i carabinieri vogliono capire meglio: «Verranno compiute verifiche per chiarire se il documento sia stato effettivamente scritto da Rossella», osserva una qualificata fonte investigativa.

Nella stessa lettera si fa riferimento anche a un’eventuale eredità – la casa e l’auto erano di proprietà di Rossella – da lasciare a un ente benefico. Ma ci sono altri misteri su cui i carabinieri, guidati dal maggiore Marco Di Iesu, dovranno fare luce. Nella camera da letto all’Antica Locanda Luigina di Mattarana sono state trovate numerose siringhe: gli inquirenti sospettano che la coppia abbia assunto eroina. È stato Zenucchi a confermarlo, anche se soltanto quest’ultimo ha precedenti come «consumatore». Gli inquirenti hanno sequestrato due rasoi: quello sporco di sangue, lasciato sul letto vicino alla vittima, e un altro apparentemente pulito, nella borsa della donna.

C’erano pure delle forbici. Tutti gli oggetti erano di Rossella che in passato aveva fatto anche la parrucchiera. «Lei veniva in vacanza in Liguria, voleva vedere il mare per l’ultima volta», ha spiegato Zenucchi durante l’interrogatorio. Per orientarsi in modo compiuto nella vicenda occorre però tornare a tredici giorni fa. La coppia chiude all’improvviso l’edicola di Bonemerse, forse per problemi economici, ma senza dire niente a nessuno. Alfredo e Rossella spariscono, con loro non portano neppure i cellulari. Tanto che una cugina della donna – che poi dirà di non credere alla tesi del suicidio di coppia – lancia l’allarme via social. Alfredo e Rossella girano e arrivano in Lunigiana, alloggiano in un hotel a Pontremoli. Poi, dopo un po’ si spostano. Riappaiono a Lerici dove pernottano in un altro albergo. Negli stessi giorni vengono anche visti comprare alcune siringhe alla farmacia di Tellaro. Poi dal 1° dicembre arrivano a Mattarana, lì inizia la parte più cupa della storia.

Stando alla versione dell’uomo, provano a uccidersi diverse volte, sempre con il rasoio, senza riuscire: il 3 dicembre, per esempio. Il 6 dicembre Zenucchi taglia le vene alla moglie e le sgozza. Dovrebbe fare lo stesso su di sé, ma si blocca. Resta 36 ore (due notti) accanto al corpo della donna. Poi venerdì, l’8 dicembre, scende nella hall dell’albergo per fare colazione: beve un caffè corretto ed esce, sale sull’auto e si allontana. Domani, l’uomo presenzierà all’udienza di convalida del fermo. Martedì, invece, è fissata l’autopsia sulla vittima.

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