Nei corridoi della Direzione Generale dell’Ospedale Maggiore sono esposti i ritratti dei benefattori cremonesi che, nel corso dei secoli, hanno contribuito a farlo crescere con finanziamenti, supporto, competenze, sensibilità. A loro vanno tutta la nostra riconoscenza e la nostra ammirazione per come hanno impegnato mezzi, volontà, abnegazione a favore di un ospedale in grado di diventare un punto di riferimento per tutta la comunità. La storia dell’Ospedale di Cremona è anche la storia di gente orgogliosa del proprio ospedale, cremonesi che almeno dal 1451, quando nasceva l’Ospedale di Santa Maria della Pietà, sono stati coinvolti nella sua gestione e nel suo sostegno. Secoli di storia con l’obiettivo continuo di migliorare e potenziare la struttura, sino ad arrivare al 1970 quando, con la costruzione di un nosocomio tra i più moderni in Italia, Cremona poteva vantare un ospedale all’avanguardia, edificato con finanziamenti cremonesi e tutt’ora perfettamente funzionante. Poi è venuta la sanità regionale ed i risultati di oggi sono sotto gli occhi di tutti (il covid ha solo accelerato il processo): liste d’attesa, fuga del personale, assistenza prestata da medici mordi e fuggi, nessuna analisi della situazione esistente, nessuna seria programmazione, nessuna sicurezza su quello che ci riserverà il domani. Pochi inoltre sono consapevoli del fatto che da troppo tempo abbiamo smesso di sceglierci i nostri amministratori, quelli che rispondevano direttamente alla città ed ai suoi abitanti, per subire personaggi che, al di là della loro professionalità, nulla hanno in comune con la città ed il suo territorio ed hanno invece molto da spartire con i loro mandanti. Al di là delle loro (talvolta) buone intenzioni, sembra però che in città la rassegnazione regni sovrana, a meno che l’indifferenza dei cremonesi nei confronti del loro Ospedale non debba venire interpretata come tacito assenso alla attuale gestione della sanità pubblica.
Sarà che lassù (in Regione) nessuno ci ama, sarà che quaggiù (a Cremona) regnano indifferenza e rassegnazione, stiamo di fatto arrivando al capolinea, nel senso che il piazzale dell’attuale Ospedale di Cremona potrebbe diventare appunto il capolinea di un intenso traffico sanitario diretto verso altre strutture ospedaliere. Fantasie? Mica tanto, visto che da qualche tempo i nostri neonati critici vengono imbarcati su ambulanze dirette verso terre bresciane e, notizia recente, le gerarchie regionali hanno stabilito che gravidanze a rischio verranno inviate nientepopodimeno che a Mantova (Mantova??) oppure a Brescia (Brescia??) oppure a Milano (beh, qui siamo oggettivamente su un piano diverso). Una bella situazione per un Ospedale che avrebbe l’ambizione di diventare DEA di secondo livello.
Un ulteriore problema è rappresentato dall’assenza di qualsivoglia analisi in grado di individuare i punti di forza e quelli di debolezza dell’Ospedale Maggiore di Cremona. Eppure solo la conoscenza dei flussi dei pazienti verso l’esterno (mobilità in uscita) e soprattutto delle loro patologie/esigenze potrebbe consentire di capire i limiti e le potenzialità dell’attuale struttura e magari programmare gli interventi per migliorarne la capacità di assistenza e cura. Invece nulla: oggi si parla solo di massimi sistemi, dalla One Health alla AI (intelligenza artificiale), segno tangibile che l’intelligenza normale la stiamo perdendo per strada. In questo sconfortante contesto, dove l’analisi dei dati non sembra pervenuta, dove la progressiva perdita di posti letto e di pazienti non costituisce elemento di riflessione, dove l’involuzione della attuale struttura è purtroppo a portata di mano, l’unica soluzione che viene proposta è il consueto sostegno all’edilizia. Magari un ospedalino a Cremona ci sta benissimo e per la sua costruzione certamente qualcuno ci guadagnerà qualcosa, ma perché nessuno si rende conto che la verifica e l’analisi dei dati sono fondamentali per affrontare qualsiasi nuova scelta/investimento?
Si suppone che anche un kebabbaro, prima di progettare (edificare?) un nuovo, piccolo take away di polpette e doner kebab, debba basarsi sui dati, sulla qualità del prodotto e dell’offerta, sulla domanda, sull’analisi dei flussi della clientela. Invece per quanto riguarda la programmazione dell’assistenza ospedaliera tutto sembra andare in modo differente: nessuno studio basato su dati epidemiologici affidabili ed aggiornati, nessuna informazione sulle dinamiche dei pazienti cremonesi e neppure sulle loro necessità di salute.
Da sottolineare infine il rammarico per la conclusione di una storia iniziata secoli fa e continuata sino all’altro ieri, quando i cremonesi mostravano grande attenzione per il loro Ospedale: difficile comprendere perché oggi appassioni così tanto una serie di pali metallici piantati all’ingresso della città a fronte dell’indifferenza nei confronti di scelte di sanità pubblica che inevitabilmente avranno pesanti ricadute su tutti noi.
Pietro Cavalli
9 risposte
Sarebbe utile anche ricordare il contributo di varie associazioni cremonesi che anche in tempi recenti si sono trasformate in benefattori. Penso alla Giorgio Conti che ha più volte elargito in favore della pediatria, o Arco per area donna. Benefattori antichi e benefattori moderni, ma l’ospedale è stato sempre nel cuore dei cremonesi.
Non e’ affatto vero che non ci siano state proteste contro il progetto trapelato dalla regione Lombardia e sostenuto dalla attuale dirigenza del nostro nosocomio, sulla ventilata costruzione ex novo di un ospedale pubblico ridotto a piastra, per dimensioni e posti letto, al servizio della nostra citta’. E’ vero che le molte proteste sollevate si sono manifestate piu’ sui social, come fb che, sul quotidiano e i canali tv locali.
L’intento di ignorare l’opinione dei cremonesi e’ evidente: favorire in ogni modo le strutture sanitarie private, attribuendo alla futura struttura pubblica, un ruolo marginale ma dai costi elevati di gestione come, il DEA (Dipartimento di Emergenza e Accettazione); le Terapie Intensive -compresa quella Pediatrica- (utili a sottrarre dalle statistiche regionali le percentuali dei pz prossimi all’exitus, evitandone i decessi nelle cliniche private); le Unita’ Coronariche; il Centro Trasfusionale, il Laboratorio Analisi Mediche; Medicina Nucleare, Fisica Sanitaria, Radioterapia e Acceleratore Lineare e poche altre specialita’. In definitiva, occorre osservare che si sta intentando il piu’ grande imbroglio alla struttura sanitaria dei cremonesi, sottraendo loro l’intera struttura ospedaliera a causa della sua vetusta’ : una meschina bugia smentita dal fatto che in Lombardia vi sono altre strutture sanitarie altamente funzionali la cui data di costruzione e’ anche assai piu’ anteriore di 50 anni. vetusta’.
Condivido pienamente il parere di Eugenio Lotti e il giudizio, senza peli sulla lingua, che dà della intera sciagurata operazione!
Molto bene hanno fatto Pietro Cavalli e Vittoriano Zanolli, con dovizia di argomenti, a risvegliare il dibattito su questa che, se non prevarrà il buon senso, passerà certamente ai posteri come una delle peggiori e più irrazionali ingiustizie fatte al nostro territorio!
Ti ringrazio, anche a nome del dottor Cavalli.
Da parte mia non c’è l’ombra di indifferenza…sono delusa, rammaricata, arrabbiata per le continue scelte penalizzanti per la nostra città, il nostro centro storico, il nostro ospedale, ma che posso fare io? Solo mostrare il mio dissenso per le scelte fatte, dalle grandi (ospedale…centri commerciali ecc), alle piccole come quella dei 4 pali arrugginiti….e non aver paura di dissentire con il mio nome e cognome
Rassegnazione e indifferenza da una parte e incapacità di chi avrebbe il dovere di tutelare la salute dei suoi cittadini che pagheremo tutti e nei prossimi anni quando sarà troppo tardi tutti capiranno con chi hanno avuto a che fare
Ho letto le cronache sulla sorte della sanità ospedaliera cremonese, ma non ne sono venuta a capo. Il rischio di commentare a sproposito è altissimo. Forse questa sensazione di inadeguatezza è diffusa ed è la ragione del quasi silenzio dei cittadini, che pure sono consapevoli della gravità della situazione. Sarebbe fondamentale potersi affidare ad una agenda chiara e affidabile….o è sperare in un miracolo?
I totem hanno attirato la rabbia repressa e inespressa dei cittadini, che vedono susseguirsi tanti temporali senza avere modo di capire dove sta il bandolo della matassa. Il Totem sono stati perfetti catalizzatori.. Ma non è un bel segno.
Approvo pienamente tutto ciò che dici. Sono pronta a indire una manifestazione di protesta per queste decisioni improponibili.
Quando gli elettori affidano attraverso il proprio voto fiducia a personaggi che si mettono in gioco per ottenere i migliori risultati per l’interesse comune , sociale del territorio ….ci si aspetta di poterli applaudire , ringraziare . Ed invece si nota solo il peggioramento di servizi indispensabili come la sanità in primis e i trasporti ferroviari per i nostri poveri pendolari . Il centro muore e i commercianti piangono . Le proteste ovunque nascano si infrangono contro il duro muro della politica saldamente in mano all’Ente regionale . Scendiamo in piazza ? Alziamo barricate ? No ! Ricordiamoci di andare a votare , ad andare sempre e comunque alle urne per non ritrovarci sugli alti scranni i soliti BURATTINAI 😂😂😂😂😂😂👍🤩