A che cosa servono le ricorrenze se non a ravvivare il ricordo di un momento felice o a risentire il vuoto di una perdita incolmabile? Il Napo ci ha lasciato il 24 gennaio scorso dopo una malattia dolorosa, vissuta con coraggio e dignità. L’ha reso famoso la partecipazione a una edizione di Masterchef dove con la sua simpatia ha conquistato gli spettatori e col suo fascino ha spezzato nuovi cuori. Ma la comparsata televisiva è stata un semplice accessorio a una vita ricchissima di esperienze e conoscenze.
Il 18 giugno Alberto Naponi avrebbe compiuto 76 anni. Avrebbe festeggiato il compleanno con gli amici, ma non solo. Aveva la curiosità di un bambino e la voglia di conoscere persone diverse e di vivere situazioni inedite lo portava naturalmente a fraternizzare con gli estranei. Era socievole. Pur essendo selettivo, lasciava sempre la porta aperta e tutti potevano entrare, senza bussare. Ma restavano solo se non avevano preclusioni e pregiudizi, se come lui amavano la vita e volevano condividere il piacere della convivialità. Alla sua festa di compleanno avrebbe voluto i veri amici e accanto a loro chi desiderava trascorrere con lui momenti di gioia. In una di queste occasioni, alla domanda se fosse mai stato triste o depresso rispose che la vita era un dono da apprezzare anche quando riservava dolore e delusioni. Oggi con iperbole inflazionata si direbbe che la sua filosofia di vita consisteva nell’accettare con serenità tutto ciò che il destino riserva a ciascuno di noi. E nel custodire il ricordo dei successi e delle sconfitte perché sia gli uni sia le altre compongono il mosaico della nostra esistenza. Sono parte della nostra vicenda personale.
Tra una barzelletta, un aneddoto, una storia di vita vissuta magari un po’ romanzata, un riferimento letterario o artistico e una lezione di cucina, ha arricchito la vita di tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo e di frequentarlo. Grazie Napo.
Per non dimenticare.
Vittoriano Zanolli
3 risposte
Troppo bravo,mi hai commosso nel ricordare il Paperino con tanto affetto.
Vero. Un grande chef Nn solo di cucina ma anche di vita. L ho conosciuto alla Mac
Un grande artista…. Semplice ma profondo
Grazie Vittoriano per il sentito ricordo che ci hai voluto regalare.
La presenza del Grande Napo era sempre piacevole e, anche se a volte occupava l’intera scena, mai ingombrante, perché sapeva interessare e trasmettere emozioni positive non solo con la sua arte culinaria, ma anche con argomenti, spesso improvvisati e fantasiosi, confezionati apposta per l’occasione.