L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha rilevato intese e abuso di posizione dominante da parte del gestore Iren nella determinazione del prezzo del teleriscaldamento.
A partire dal settembre 2022 sono pervenute alcune segnalazioni all’Autorità garante della concorrenza e del mercato che lamentano l’onerosità delle tariffe del servizio del teleriscaldamento (“TLR”) e le difficoltà di staccarsi dalla rete di TLR e di adottare un diverso sistema di riscaldamento.
Una di tali segnalazioni, proveniente da un condominio di Piacenza – città dove è presente una rete di teleriscaldamento gestita dal gruppo Iren -, denunciava notevoli aumenti dei corrispettivi richiesti per il servizio, che non parevano giustificabili con l’aumento del costo delle materie prime, atteso che il calore fornito dalla rete di teleriscaldamento piacentina deriverebbe principalmente dalla valorizzazione energetica dei rifiuti (della cui raccolta, peraltro, risulta concessionario lo stesso gruppo Iren). Il segnalante lamentava inoltre l’impossibilità (o comunque la difficoltà) per gli utenti di staccarsi dalla rete, anche a causa della presenza delle convenzioni urbanistiche. La denuncia di Piacenza trova peraltro riscontro nella stampa della città e in analoghe lamentele relative alla rete di teleriscaldamento del territorio di Parma, gestita anch’essa da Iren1.
Gli Uffici hanno inviato il 4 ottobre 2022 una richiesta di informazioni al gruppo Iren, avente ad oggetto le reti di teleriscaldamento da esso operate, le relative fonti energetiche impiegate (e il peso delle stesse, in termini di energia prodotta e di spesa per il fornitore del servizio), le modalità di determinazione dei prezzi e l’andamento dei costi delle materie prime, le modalità e i costi di recesso ed, eventualmente, il reintegro dell’investimento iniziale, la presenza o meno di eventuali sussidi. A seguito della risposta di Iren, è stata inviata, il 2 dicembre 2022, un’ulteriore richiesta alla società per integrare alcuni dati mancanti. La risposta a quest’ultima richiesta è pervenuta nel gennaio 2023 ed è stata integrata da ultimo in data 24 febbraio 2023.
Iren è una società posta al vertice dell’omonimo gruppo societario multiutility, operante nei settori dell’energia elettrica, del gas, dell’energia termica per teleriscaldamento, della gestione dei servizi idrici integrati, dei servizi ambientali e dei servizi tecnologici. Il gruppo Iren ha realizzato, nel 2022, un fatturato pari a circa 7,9 miliardi di euro.
Iren Energia è la società del gruppo Iren attiva nella produzione di energia elettrica e nella produzione, oltre che nella distribuzione, di energia termica per il teleriscaldamento, nei servizi tecnologici, nei servizi integrati nell’efficienza e nell’innovazione energetica.
Iren Ambiente è la società del gruppo Iren attiva nella raccolta dei rifiuti, nell’igiene urbana, nella progettazione e gestione degli impianti di trattamento e smaltimento rifiuti e nei sevizi commerciali e altri collegati.
Iren Mercato è la società del gruppo Iren che opera nel settore dell’approvvigionamento e della commercializzazione di energia elettrica, gas e teleriscaldamento.
Il teleriscaldamento è un sistema di fornitura di calore (veicolato attraverso acqua calda / vapore) e acqua calda sanitaria a utenze domestiche e non domestiche, alternativo rispetto al tradizionale sistema di riscaldamento tramite caldaie a gas. Il calore fornito attraverso una rete di TLR può provenire da diverse tipologie di impianto e derivare da diverse fonti energetiche.
Per generare calore può essere utilizzata una grande varietà di combustibili: gas naturale, biomasse, rifiuti solidi urbani, carbone, olio combustibile. Del totale dell’energia termica fornita, circa il 26% deriva da fonti considerate rinnovabili (bioenergia, geotermia, rifiuti ecc.), il restante 74% da gas naturale e, in misura residuale, altri combustibili fossili (di cui, il 50% da cogenerazione, il 24% da produzione semplice). Circa 2/3 del calore immesso nelle reti di TLR è prodotto in impianti di “cogenerazione”, cioè in impianti che consentono la contemporanea produzione di energia elettrica e calore.
La diffusione del servizio rimane concentrata principalmente nell’Italia settentrionale e centrale, dove la maggiore domanda di calore per il riscaldamento degli edifici e l’elevata densità abitativa consentono di giustificare i rilevanti investimenti infrastrutturali necessari per assicurare la fruizione del servizio agli utenti2. Per ragioni anche storiche, i principali operatori risultano le società ex municipalizzate del Nord del Paese (tra cui il gruppo Iren), generalmente attive nei settori contigui del gas naturale e dell’energia elettrica e integrate nell’attività di distribuzione e vendita.
La generazione di calore assume quindi generalmente, nelle reti di teleriscaldamento italiane (nonché nello specifico caso di Iren), una configurazione di monopolio verticalmente integrato, con il medesimo soggetto che genera il calore, lo trasporta, lo distribuisce localmente e lo vende
Le 5 regioni del Nord – Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna e Veneto – rappresentano, da sole, il 97% dell’energia termica erogata da sistemi di teleriscaldamento in Italia. Ciò deriva, a sua volta, dal carattere di monopolio naturale della rete di trasporto e distribuzione del calore – in analogia con altre reti di trasporto e distribuzione (ad esempio quelle del gas e della energia elettrica, spesso gestite dal medesimo monopolista che gestisce la rete di teleriscaldamento). Diversamente da queste ultime, tuttavia, il teleriscaldamento potrebbe in astratto essere sostituito da sistemi di riscaldamento alternativi, in particolare dai tradizionali sistemi di riscaldamento tramite caldaie a gas e tale possibilità potrebbe, almeno in astratto, assicurare l’esistenza di una forma di concorrenza ex ante tra sistemi di riscaldamento alternativi che potrebbe mitigare il potere di mercato dei gestori di teleriscaldamento nei confronti dei propri utenti.
Probabilmente anche per questo motivo, oltre che per il fatto che il teleriscaldamento rappresentava, negli ultimi anni, una modalità di riscaldamento emergente, non è stata finora prevista una regolamentazione del prezzo di cessione del calore agli utenti, che dunque è lasciato alla libera determinazione degli operatori.
Nel novembre 2022 ARERA ha pubblicato i risultati di una propria indagine conoscitiva sul settore del teleriscaldamento e, in particolare, sul rapporto tra prezzi e relativi costi, per indagare il fenomeno di consistente rialzo dei prezzi del servizio, osservato in media a partire dall’ultimo trimestre 2021, contestualmente al repentino incremento delle quotazioni del gas naturale. ARERA osservava che tra gli operatori del settore era diffusa la prassi di stabilire i prezzi del servizio di teleriscaldamento in modo da riflettere la spesa che l’utente avrebbe sostenuto se avesse utilizzato un sistema di climatizzazione alternativo (metodo del cosiddetto “costo evitato”). Ad ogni modo, la ARERA rilevava anche che i prezzi praticati dai gestori risultavano generalmente superiori alla stima dell’effettivo “costo evitato” effettuata da tale Autorità, suggerendo pertanto che la possibilità di passare al sistema di riscaldamento tradizionale non risultava del tutto disciplinante per i prezzi praticati dai gestori del teleriscaldamento, probabilmente a causa dell’imperfetta capacità dei consumatori di comparare la convenienza dei diversi sistemi di riscaldamento e a causa dei costi da questi sostenuti per passare da un sistema all’altro (c.d. switching costs).
Infine, l’ARERA ha osservato che, in ogni caso, vi erano operatori che, pur facendo evolvere le proprie tariffe in base all’andamento del prezzo del gas, producevano il calore fornito tramite fonti energetiche di altro tipo, non necessariamente soggette al medesimo andamento, rilevando che tali operatori avrebbero realizzato significativi extraprofitti.
Sotto il link col documento integrale dell’Antitrust
Antitrust su teleriscaldamento Iren e A2a per abuso di posizione dominante – 26 Giugno 2023