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Terapia Intensiva Neonatale scippo a Cremona per Brescia

5 Marzo 2022

Per chi ancora non lo sapesse, la differenza principale tra le strutture ospedaliere è la classificazione del suo Pronto Soccorso che, nelle strutture di riferimento, viene definito ‘DEA di secondo livello’ mentre, in una ipotetica classifica di complessità, scende a DEA di primo livello per ospedali meno attrattivi ed arriva infine a strutture dotate di semplice Pronto Soccorso.

E’ stato il trasferimento della Terapia Intensiva Neonatale (TIN), fortemente voluto da Regione Lombardia e vanamente contestato dalla popolazione cremonese, a rafforzare il ruolo della Poliambulanza di Brescia come sede di un DEA (Dipartimento di Emergenza e Accettazione) di II livello. Considerando quello da sempre operativo agli Spedali Civili, Brescia ha potuto raggiungere il traguardo di due Dipartimenti di Emergenza e Accettazione (DEA) di eccellenza, uno pubblico e uno privato, nella stessa città e a distanza di un paio di chilometri.

Impossibile invece trovare un DEA di secondo livello nel territorio che corre da Lodi e Mantova, dove di chilometri ne corrono quasi centocinquanta: evidentemente le dimensioni del territorio non contano, se è vero che c’è un DEA di II livello a Como, un altro a Lecco (a 25 chilometri di distanza), un altro a Bergamo (35 chilometri più in là), un altro a Monza,  un altro a Varese, un altro a Pavia e un numero imprecisato (tra pubblici e privati) nella cerchia urbana di Milano. E’ chiaro quindi che le distanze costituiscono un elemento trascurabile nella programmazione degli ospedali lombardi. Tuttavia, anche considerando  il bacino di utenza, tutta la bassa Lombardia (più di 700.000 abitanti) resta ai margini dell’organizzazione ospedaliera regionale mentre Sondrio, che di abitanti ne fa meno della metà della provincia di Cremona è sede di un DEA di II livello.

Senza annoiare i cremonesi sulla normativa nazionale (DM 70 del 2015, peraltro con modifiche in corso), per ora abbiamo capito solamente che la Regione vuole fare un regalo ai cremonesi a tutti i costi, donando a forza una nuova struttura ospedaliera al nostro territorio. Va bene che a caval donato non si guarda in bocca, però forse è sfuggito il dettaglio che in ospedale si va per necessità e che un ospedale dotato di reparti ad elevata specializzazione e sede di DEA di II livello garantisce assistenza e terapie forse di un altro livello rispetto ad una pur scintillante RSA. Perché non considerare, oltre al bacino di utenza, anche la posizione strategica e centrale di Cremona, in grado di garantire la copertura dell’intero territorio sud orientale lombardo?  Già l’ospedale attuale possiede reparti ad elevatissima specializzazione e, senza lo scippo della TIN, avrebbe certamente avuto i requisiti per poter aspirare a diventare sede di DEA di II livello. Adesso invece c’è il rischio che ci venga regalato (peraltro con i soldi nostri) un contenitore senza contenuti, con il rischio di indebolire ulteriormente il già provato sistema sanitario cremonese. In altre parole:  se per forza dobbiamo accettare un regalo, allora è indispensabile che possa costituire un effettivo miglioramento delle capacità di assistenza e di cura, oltre a costituire un concreto elemento di attrazione. In caso contrario, che cosa ce ne facciamo di un ospedalino?  Anche perché Mantova non sta certo a guardare.

 

Pietro Cavalli

2 risposte

  1. …a furia di DEA ( a proposito,queste sigle ingannevoli x addetti ai lavori quando verranno restituite ad un lessico capibile da noi comuni cittadini ?) i nostri Grandi dirigenti si sentono tutti DEI inattaccabili…bene fa Pietro Cavalli a riportarli sulla terra…dove i problemi della sanità vanno risolti a favore dei cittadini e non per la visibilità’ più o meno occulta dei nostri Grandi Dirigenti. Bravo Cavalli persone come lei sarebbero il vero toccasana x competenza e professionalità per la claudicante Sanità…..(fa anche rima). Grazie

  2. Un altro scippo! Tutto questo sembra il frutto di una politica locale “programmata “ tanto regolare appare la cadenza di questi episodi inquietanti o , in alternativa, si può credere che i nostri politici non abbiano potere contrattuale…non so proprio cosa pensare.

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