Gestione del rischio idraulico comunale. A Cremona molte le aree a rischio allagamento. Progetti milionari per ripristinare l’invarianza idraulica, ma nonostante tutto la cementificazione continua. Possibili criticità nell’area attorno all’ospedale.
L’alluvione in Emilia Romagna evidenzia sempre più come le politiche di gestione del territorio vadano riviste in modo prioritario ed urgente, soprattutto in questi anni dove gli effetti dei cambiamenti climatici sono sempre più presenti nella nostra quotidianità.
Il report di Ispra divulgato nel 2022 colloca Cremona tra le peggiori province in termini di consumo di suolo. Ora la conferma arriva anche da palazzo comunale. A certificare il fragile equilibrio idrogeologico del capoluogo è stata la stessa giunta comunale con la presentazione e l’approvazione, lo scorso mese di aprile, dello Studio comunale di gestione del rischio idraulico. Oltre 30 pagine nelle quali vengono certificati i grossi problemi di allagamento in molte aree della città, causati dalle eccessive coperture artificiali dei terreni, e dove alcuni capitoli sono dedicati alla presentazione delle opere milionarie, necessarie per ripristinare l’invarianza idraulica.
A Cremona sono quasi 19mila gli ettari di suolo impermeabilizzato, senza contare tutti i nuovi progetti per insediamenti logistici, commerciali, l’area verde che verrà sacrificata per la piattaforma del nuovo sfavillante super “ospedalino” (nella foto centrale l’area sulla quale è progettato) e il tracciato per l’autostrada Cremona-Mantova, che viene bocciata da ogni valutazione tecnica/finanziaria, ma che rimane totem per centrodestra e Partito democratico, e che sarà foriera di nuove logistiche.
Quello del consumo di suolo rappresenta ormai per Cremona un problema pari a quello dell’inquinamento atmosferico, in quanto ogni metro quadro di terreno vergine cementificato porta con sè la perdita di importanti servizi ecosistemici in grado di garantire equilibrio idrogeologico e di assorbimento delle acque. Oltre agli interventi programmati sullo scolmatore Quistra, sulla Roggia cavo e nel quartiere San Felice, sono state individuate importanti porzioni del territorio comunale non adatte o poco adatte all’infiltrazione delle acque pluviali nel suolo e negli strati superficiali del sottosuolo, una della quali ricade proprio nell’area circostante l’ospedale cittadino. Queste aree sono caratterizzate da falda sub-affiorante, aree con terreni a bassa permeabilità, zone instabili o potenzialmente instabili, zone suscettibili alla formazione, all’ampliamento o al collasso di cavità sotterranee, quali gli occhi pollini, aree caratterizzate da alta vulnerabilità della falda acquifera, aree con terreni contaminati.
Il documento specifica che in queste aree “non è vietata la possibilità di disperdere acque pluviali nel sottosuolo; tuttavia, tale decisione, e la conseguente formazione di sistemi idraulici di infiltrazione delle acque meteoriche, deve essere conseguente all’esecuzione di opportuni approfondimenti geologici e idrogeologici valutati singolarmente. La scelta di procedere con la dispersione entro queste aree deve pertanto essere legata alla definizione di un modello oltre che geologico anche idrogeologico, che ne definisca le corrette modalità di utilizzo o anche l’eventuale esclusione. Le indagini e gli approfondimenti devono definire le caratteristiche granulometriche dei terreni, la loro porosità, la stratigrafia del sottosuolo e l’eventuale soggiacenza della falda superficiale. In fase di analisi di ciascuna area di progetto devono essere valutati attentamente gli aspetti sopra citati mediante la predisposizione di indagini geognostiche specifiche, quali analisi granulometriche, prove di infiltrazione, ecc.”
A questo punto sarebbe importante sapere, se oltre al progetto e ai rendering del nuovo ospedale presentato in pompa magna a Dubai, siano state o meno predisposte delle accurate indagini di tipo idrogeologico e di valutazione di invarianza idraulica considerata la fragilità dell’area. Il dubbio rimane perché nel documento votato dall’aula consigliare si precisa che “ … le perimetrazioni proposte non si basano su indagini geognostiche o idrogeologiche appositamente eseguite, ma sono state definite a partire dai dati bibliografici e cartografici disponibili”.
Qualche interrogazione regionale per aver maggior chiarezza non farebbe male. Di doman non c’è certezza, e, quel che peggio, del presente neppure. Questo è purtroppo il modo di procedere di amministrazioni di opposti colori che, dietro schermaglie di facciata, per anni hanno trovato l’equilibrio nel consentire ai soliti noti uno sfruttamento ingiustificato e nefasto del territorio.
PS. Martedì 13 giugno il Consiglio regionale lombardo dedicherà una seduta straordinaria dedicata dissesto idrogeologico in relazione ai cambiamenti climatici. Chissà se qualche eletto cremonese, coerentemente con i principi enunciati in questi giorni, prenderà posizione, inimicandosi qualche associazione di categoria, contro le opere regionali nefaste per la nostra provincia.
Marco Degli Angeli
2 risposte
Considero Marco Degli Angeli la persona che potrebbe rappresentare meglio la carica di sindaco a Cremona alle prossime elezioni che auspico possano avvenire il più presto possibile. Galimberti a mio parere dovrebbe dimettersi per tante ragioni più una.
Sono completamente d’accordo: l’unica voce che si è levata regolarmente per il bene della città e del territorio.