Con un esercizio al limite della perfezione dal punto di vista tecnico ed estremamente coinvolgente dal punto di vista interpretativo, Vanessa Ferrari elegantemente avvolta nel suo scintillante body rosso e nero, ha conquistato la medaglia d’argento nel corpo libero di ginnastica artistica alle Olimpiadi di Tokyo, alle spalle della statunitense Jade Carey. La trentenne ginnasta originaria di Genivolta adottata fin da ragazzina dalla provincia di Brescia, alla sua quarta olimpiade, dopo Pechino, Londra e Rio de Janeiro, è riuscita a superare tutte le numerose prove che hanno reso la sua vita sportiva un percorso a ostacoli. Grande combattente, la ginnasta è salita su un podio fortemente voluto. Emozionata sul suo gradino, indossando la versione nera della tuta italiana, bellissima con l’accuratissimo trucco intatto, Vanessa si è messa al collo la medaglia d’argento come le regole anti covid impongono. Le troppo numerose medaglie di legno ottenute nelle competizioni precedenti hanno così avuto la giusta collocazione nella bacheca personale di Vanessa Ferrari dove ora finalmente splenderà l’argento di Tokyo. L’unica medaglia olimpica della ginnastica artistica della nazionale (un argento) è stata conquistata alle Olimpiadi di Amsterdam del 1928.
Con l’uscita di scena della stella statunitense Simone Biles, e soprattutto gli ottimi punteggi ottenuti prima, era nell’aria la consistente opportunità che si sarebbe potuta presentare per Vanessa Ferrari. Un esercizio completo nel quale le tre diagonali acrobatiche si sono collegate ai passaggi coreografici in modo molto armonioso, mettendo in mostra intense capacità espressive, il tutto accompagnato dalla colonna sonora italiana di Andrea Bocelli. Alla vigilia della prova ci si chiedeva se Vanessa avrebbe rischiato il tutto per tutto inserendo una quarta diagonale acrobatica, o se avrebbe mantenuto il suo esercizio originale viste le eccellenti esecuzioni che le avevano permesso di raggiungere il miglior punteggio di qualificazione, 14,166. Non è bastato migliorare ulteriormente a 14,200 il punteggio per conquistare la medaglia d’oro che la Carey ha indossato grazie a un 14,366. Onore a questa splendida ginnasta che abbiamo conosciuto ragazzina e che ora, ormai donna, ha saputo dimostrare grande forza psico-fisica nell’arco di tutta la sua carriera, esempio di talento indiscusso coltivato con impegno ferreo e determinazione indomabile.
Paola Pieri
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