Il vicesindaco e assessore ai Servizi sociali del Comune di Torlino Vimercati, Giuseppe Figoni, ha scritto una lettera di denuncia alla direzione generale Asst di Crema, all’Ats Valpadana, al presidente dell’Area Omogenea e alla Provincia di Cremona sulla chiusura dell’ambulatorio medico presente in paese. ‘E’ con grande disappunto e dispiacere – si legge nella missiva – che ho appreso, nei giorni scorsi, dai vostri funzionari, che l’ambulatorio comunale non avrà più un medico di base disponibile per i cittadini di Torlino Vimercati. Ho già avuto modo di rappresentarvi, durante la videoconferenza in cui mi è stata comunicata la notizia, la mia totale contrarietà rispetto a quanto sta accadendo. Pur comprendendo tutte le motivazioni di carattere tecnico e legali che sono alla base di questa decisione, non posso che ribadire, ancora più fermamente, l’insensatezza di tale scelta. Non entro nel merito dei tecnicismi burocratici che mi sono stati illustrati, uso il buon senso e mi chiedo come possa migliorare la qualità del servizio sanitario reso, se si costringono le persone a spostarsi in altri Comuni per evitare che una sola, il medico, venga nel nostro ambulatorio per due ore la settimana. Penso in particolare alle persone anziane e fragili, prive di possibilità di spostamento in autonomia, che più degli altri ricorrono frequentemente alle cure del medico di base, che si vedranno negato un elementare diritto sancito all’articolo 32 della costituzione: il diritto alla salute. Penso che la politica debba migliorare la qualità di vita dei cittadini, non peggiorarla. Quarant’anni fa se ti ammalavi a Torlino Vimercati lasciavi un biglietto nella cassetta della posta del medito ed entro mezzogiorno lui passava a visitarvi, perché tu era la persona ammalata che bisognava andare a visitare. Oggi occorre sincronizzare le nostre malattie con l’agenda del medico. Vi ricordo che nel Vangelo è scritto: “Ero malato e mi avete visitato”, e non “Ero malato e sono andato a piedi all’ambulatorio del Comune vicino”! Non ho nulla contro i medici di base, anch’essi vittima di un sistema perverso che ha perso di vista il valore delle persone e persegue un’efficienza e qualità dei servizi che sacrifica i bisogni più elementari degli individui. Sono consapevole che la mia protesta molto probabilmente rimarrà inascoltata, ma non posso esimermi dal riformularla con ancor più vigore perché altrimenti tradirei i valori di servizio al cittadino che hanno sempre animato il mio mandato politico’.