Oggi, 7 ottobre 2024, e domani, 8 ottobre, la Torre di Londra ospiterà un convegno dal titolo Dress and Painting: Clothing and Textiles in Art organizzato dalla The Association of Dress Historians. Parteciperanno sedici relatori da tutto il mondo oltre ai tre curatori Aileen Ribeiro (Courtauld Institute of Art), Timothy McCall (Villanova University) e Anna Reynolds (Surveyor of The King’s Pictures at Royal Collection Trust).
Unico italiano presente sarà il cremasco Federico Pecchenini che terrà una relazione dal titolo Fading beauties: Fashion studies on the Skeleton’s cycle of paintings in the Museo Civico di Crema e del Cremasco.
Il ciclo macabro oggetto della relazione, costituito da quattordici tele, proviene dalla chiesa di San Bernardino in città a Crema e dal 1960 si trova in deposito presso il Museo Civico di Crema e del Cremasco. Ciascun dipinto raffigura uno scheletro abbigliato in modo che i contemporanei potessero facilmente riconoscerne lo strato sociale. Fra i popolani troviamo il mendicante, il rivenditore di utensili, il mercante di stoffe (nella foto centrale) e il capitano. Fra gli aristocratici il nobiluomo, la nobildonna con il bambino, il senatore, il doge, il re e l’imperatore. Tra gli ecclesiastici il prete, il vescovo, il cardinale e il papa.
Il ciclo fu commissionato dalla fraglia – cioè dall’associazione di categoria – dei mercanti per la celebrazione del triduo dei defunti. Questa pratica devozionale, della durata di tre giorni in suffragio delle anime del purgatorio, ebbe probabilmente origine a Brescia all’inizio del Settecento nella chiesa di San Giuseppe, che era a capo della provincia ecclesiastica dei minori osservanti a cui apparteneva anche la chiesa di San Bernardino a Crema. Nei decenni successivi la pratica si diffuse nel Bresciano, nel Bergamasco, nel Cremasco e sulle sponde veronesi del lago di Garda. Il triduo non veniva celebrato in una data fissa, ma variabile in un periodo compreso tra gennaio e febbraio in prossimità del carnevale.
Nel 2019 gli studi di Immacolata Russo hanno permesso di ricollegare le opere a un passo dei Diari di Bernardo Nicola Zucchi. Da questa cronaca sembra di capire che il triduo sia stato celebrato nella chiesa cremasca a partire dal 1737, mentre le tele sono citate per la prima volta nel 1739. In questa occasione fu realizzato un grandioso apparato effimero: un cornicione con un fregio di fiori bianchi su sfondo nero che correva lungo tutta la navata. I dipinti erano appesi alle paraste che separano le varie cappelle.
Gli studi non hanno ancora permesso di identificare l’autore di questi dipinti.
Per maggiori informazioni:
- https://dresshistorians.org/
conferences/ - https://www.eventbrite.co.uk/
e/dress-and-painting-clothing- and-textiles-in-art- conference-tickets- 877219907357?aff=oddtdtcreator
Federico Pecchenini ha conseguito le lauree triennale e magistrale in Storia dell’arte presso l’Università Cattolica di Milano dove ha anche svolto il dottorato di ricerca sulla storia del costume. Si è perfezionato al C.I.E.T.A. (Centre International d’Etude des Textiles Anciens) di Lione. Interessato in modo particolare al Settecento, è stato docente di Storia della Moda presso l’Università Cattolica di Brescia, il Fashion Institute of Technology (F.I.T.) e l’Istituto Europeo di Design (I.E.D.) sempre a Milano. Insegna Storia dell’Arte alla scuola secondaria superiore ed è assistente alla didattica del corso di Storia della Moda presso la Facoltà di Design del Politecnico di Milano.