In merito alla transazione relativa alla vicenda Tamoil, che il Comune di Cremona ha sottoscritto accettando 1.400.000 euro dopo il milione già incassato, ci chiediamo se la chiusura dell’azione legale da parte dell’Amministrazione sia da ritenersi soddisfacente, a fronte dell’iniziale richiesta di €l 40.000.000 di euro.
Al contrario, i toni trionfalistici con i quali il Sindaco e la maggioranza hanno commentato questo epilogo e la fretta di chiudere la partita in tempi stretti, nascondono la sproporzione tra gli obbiettivi attesi, stimati dall’amministrazione in 40.000.0000 di euro all’inizio della causa, e il magro risultato effettivamente ottenuto, che non raggiunge neppure il 10% della richiesta originale. Delle due, l’una: o il risarcimento richiesto in sede processuale è stato quantificato al rialzo e in modo approssimativo rispetto al reale valore del danno subito dal Comune di Cremona, oppure è legittimo chiedersi quali siano le motivazioni di un accordo che ha visto di molto ridimensionata la richiesta iniziale. E’ giusto quindi che l’Amministrazione faccia chiarezza e garantisca la necessaria trasparenza non già solo sull’utilizzo di queste risorse: su quali basi tecnico-economiche l’Amministrazione comunale ha richiesto inizialmente a Tamoil una somma di 40.000.000 milioni? Su quali elementi concreti e misurabili e’ stato ritenuto adeguato l’importo accettato? A cosa è dovuta la fretta con la quale un’Amministrazione in scadenza di mandato ha voluto, senza alcun confronto con la minoranza, definire “autonomamente” una vicenda che ha forti implicazioni sul presente e sul futuro della città? Quale privato o azienda avrebbe intentato una causa civile e accettato di buon grado una soluzione così penalizzante rispetto agli obbiettivi iniziali?
Non è peraltro possibile parlare di un successo, constatando come l’inquinamento causato da Tamoil pare non si limiti al periodo 2001-2007 preso in considerazione. In realtà risulterebbe che l’inquinamento non si sia arrestato, ma al contrario è proseguito negli anni successivi, come sostengono i tecnici ed i vertici della Canottieri Bissolati. Pur nella consapevolezza di come le azioni ed i compiti della società Bissolati e del Comune di Cremona siano distinte, attendiamo sviluppi dopo la conferenza stampa da parte della Canottieri Bissolati. A tal proposito, concordiamo con la proposta di aggiornare la posizione dei punti per il monitoraggio del surnatante in occasione della Conferenza dei Servizi programmata per il 21 dicembre.
Simona Sommi – Lega
Carlo Malvezzi – FI
Alessandro Zagni – FdI
Maria Vittoria Ceraso – Viva Cremona
Una risposta
Premessa: la causa intentata inizialmente da Gino Ruggeri ai tempi non venne appoggiata dall’allora Giunta di centrodestra, come scritto puntualmente nell’articolo precedente. Anche il PD dell’on. Pizzetti non era favorevole. Ora sindaco e giunta sono raggianti, ma hanno lasciato sola la canottieri Bissolati, i cui soci sono cittadini cremonesi, a combattere la battaglia contro l’inquinamento che tuttora regna nel sottosuolo. Non mi sembra un traguardo tranquillizzante, né per la modestia di quanto ottenuto visto il punto di partenza, né per il menefreghismo dimostrato nei confronti dei cittadini che sono anche soci della Bissolati.