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Traumi infantili, che cosa fa l’ospedale di Cremona

9 Agosto 2022

QUANDO UN BAMBINO VIENE PORTATO IN OSPEDALE DOPO UN TRAUMA
L’Asst di Cremona ha consolidato un percorso diagnostico-terapeutico assistenziale per la gestione dei circa 400 giovanissimi pazienti che ogni anno arrivano in pronto soccorso.

La collaborazione fra specialisti e il supporto dei genitori sono fondamentali

Un bambino non è un piccolo adulto. Per quanto possa suonare banale, questa affermazione è determinante per prendere in carico un paziente minorenne che riporta un trauma più o meno grave e necessita di cure immediate. L’ospedale di Cremona conta circa 400 accessi annui per trauma pediatrico. Di questi il 70% si concentra fra i mesi di aprile e settembre e i pazienti hanno dai 3 ai 18 anni di età. Fra i traumi più diffusi rientrano fratture, lussazioni, contusioni da caduta, distacco di tendini o legamenti, ferite da taglio, schiacciamenti di dita o arti. Molti avvengono in ambito domestico, ludico e sportivo, oppure sono dovuti a incidenti stradali.

Per fare fronte a questo tipo di emergenza, è stato definito un percorso diagnostico terapeutico assistenziale, dall’accoglienza in pronto soccorso alla gestione del trauma.

Pediatria, Terapia Intensiva, Radiologia e Ortopedia sono i principali reparti coinvolti che collaborano nella scelta del trattamento più adatto, riducendo – ove possibile – il numero di esami diagnostici, di interventi chirurgici e il tempo di degenza. Tra gli aspetti più importanti dell’intero percorso c’è la presenza costante del genitore che, se le condizioni lo consentono, può accompagnare la figlia o il figlio in tutte le fasi della presa in carico.

TRAUMI MAGGIORI

IL PRONTO SOCCORSO È PUNTO DI RIFERIMENTO

Pur rispettando la competenza pediatrica, un trauma maggiore con codice giallo o rosso viene prima di tutto gestito dal pronto soccorso, reparto deputato all’emergenza-urgenza. Qui inizia la presa in carico e il percorso diagnostico per definire le priorità cliniche e valutare le possibilità di cura più efficaci.

Va sottolineato che in caso d’incidenti stradali il primo triage viene effettuato direttamente dai medici del 118 – coordinati da Ugo Rizzi (responsabile provinciale del servizio Emergenza urgenza AAT 118 Cremona Areu) – i quali comunicano in tempo reale con i colleghi del pronto soccorso, attivando un sistema di allerta che permette agli specialisti di prepararsi ad accogliere con tempestività il piccolo paziente.

Il Pronto Soccorso di Cremona è un centro di riferimento (hub) territoriale e regionale per le reti di patologia tempo dipendenti (casi complessi). «Di fatto, nella presa in carico di pazienti pediatrici non cambia nulla rispetto alle procedure applicate per persone adulte, se non che nella valutazione multidisciplinare viene coinvolto anche il pediatra», spiega Francesca Co’, direttore del Pronto Soccorso e Medicina d’urgenza dell’Ospedale di Cremona. «L’eccezione riguarda i bambini con meno di tre anni che, di norma, vengono trasferiti presso uno dei centri lombardi specializzati nel trauma pediatrico».

IN EMERGENZA: L’ANESTESISTA A MISURA DI BAMBINO

«Le figure dell’anestesista o del rianimatore subentrano in caso di traumi maggiori (torace e addome) che necessitano di un intervento chirurgico in tempi brevi» afferma Enrico Storti, Direttore del Dipartimento Emergenza Accettazione e UO Anestesia e rianimazione. «Una volta stabilizzato, il paziente arriva in sala operatoria dove viene addormentato o riceve un’anestesia locale o locoregionale, se indicata. Gli anestesisti intervengono anche per la sedazione funzionale ad effettuare in tranquillità esami diagnostici o suture di ferite».

Come confermato da Fabiola Harizaj, anestesista e responsabile Gestione sale operatorie, «Abbiamo sempre pronto un carrello con tutti i presidi sanitari a misura di bambino. Nel nostro caso l’esperienza fa la differenza, soprattutto in merito al rischio di complicanze anestesiologiche, che nei bambini sono maggiori rispetto agli adulti».

Storti sottolinea che «L’ospedale di Cremona non è un centro pediatrico, ciò non toglie che la nostra casistica – seppur numericamente limitata – ha consolidato una certa esperienza. A riguardo, stiamo lavorando per definire procedure ancor più standardizzate per migliorare, nel complesso, la gestione dei pazienti minorenni».

IL RUOLO CENTRALE DEL PEDIATRA

«In caso di trauma ad alto rischio, a parità di dinamica e d’impatto la gravità dipende dall’età del paziente», specifica Claudio Cavalli, Direttore dell’UO Pediatria e del pronto soccorso pediatrico. «Nulla va sottovalutato. Nei bambini il rischio di complicanze e scompensi è molto alto, sia dopo il trauma sia nelle fasi successive. È importante che i pediatri seguano il bambino in tutti i passaggi, per una valutazione congiunta con i colleghi dei reparti coinvolti».

Tra questi i radiologi, che forniscono la diagnostica per immagini necessaria ad impostare il percorso di cura adeguato in base all’effettiva entità del trauma. Come sottolinea Cavalli, «Esperienza e capacità clinica sono indispensabili per questo tipo di valutazione, che serve ad escludere a priori gli aspetti potenzialmente rischiosi. Per i pazienti che necessitano di restare in osservazione, ad esempio chi ha subito un intervento chirurgico post trauma, si prospetta il ricovero in pediatria e un “certificato di coraggio”. I più piccoli ricevono in dono un peluche, che li accompagna durante la convalescenza sino alla dimissione e al rientro a casa».

 

ORTOPEDIA: “CURARIAMO UNA FAMIGLIA”

Le consulenze ortopediche, possono svolgersi in pronto soccorso o direttamente in reparto, a seconda delle diverse esigenze. «Pur essendo una branca super specialistica, l’ortopedia pediatrica si occupa del paziente nella sua totalità», spiega Laura Rossi, ortopedico dell’Ospedale di Cremona e referente per i pazienti minorenni. «Quando ti occupi di un paziente pediatrico non stai curando solo un bambino, stai curando una famiglia». Gestire l’ansia e riuscire ad individuare in modo rapido e preciso il problema è il primo passo per una buona presa in carico.

La presenza del genitore è molto importante: «I bambini vengono accolti nella recovery room con la mamma, il papà o la persona che li accompagna, che può seguirli fino alla porta della sala operatoria e a fine intervento sarà li ad attenderli. Per il bambino, il viso della mamma o del papà dovrebbe essere l’ultimo che vede prima di addormentarsi e il primo al risveglio».

CHIAREZZA E FOLLOW-UP

Come sottolinea Rossi, «La chiarezza è determinante, sia nello spiegare a genitore e bambino il tipo di trauma riportato, sia nel definirne le conseguenze. Trattandosi di persone in fase di crescita possono sviluppare nel tempo ulteriori esiti non prevedibili al momento del trauma». Il trauma pediatrico va seguito nel tempo: una volta dimesso, il bambino rimarrà in carico al reparto di ortopedia per un monitoraggio costante, volto a valutare la ripresa delle funzionalità motorie e l’effettiva guarigione nel corso della crescita.

 

TRAUMI MINORI

IL PRONTO SOCCORSO PEDIATRICO VERO PUNTO DI FORZA

Se si tratta di un infortunio minore e il bambino non è in pericolo di vita, viene indirizzato al pronto soccorso pediatrico dove infermieri e infermiere – formati per il triage pediatrico – fanno la prima valutazione. Poi il pediatra di guardia gestisce il caso e coinvolge gli specialisti che servono, se necessario si procede al ricovero in pediatria.

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