Sono passati esattamente tre anni dalla sua scomparsa, ma il tempo non scalfisce il ricordo di Alberto Naponi. Chi l’ha conosciuto e ne ha apprezzato le doti umane ne sente inalterata la mancanza. Se n’è andato all’hospice dell’ospedale di Cremona, lucido fino all’ultimo e consapevole del suo destino. Ha lottato con coraggio, dignità contro il male che lentamente lo divorava, senza perdere l’ironia che era uno dei suoi tratti distintivi.
”Sono nato ricco, ho dissipato al gioco una fortuna e sono diventato povero. Ma sono rimasto sempre me stesso” diceva di sè il Napo. Lungo la sua avventurosa e tortuosa esistenza ha sempre incontrato qualcuno pronto ad aiutarlo, le sue ‘paperine’ quand’era già anziano e prima molte donne e numerosi amici. E’ stato un romantico, generoso e fuori dagli schemi. Era un seduttore nel senso più ampio del termine. Con la sua simpatia conquistava donne e uomini. Ogni occasione era buona per inscenare una recita perché il suo palcoscenico è stata la vita, affrontata sempre con gioia sino a quando la malattia l’ha aggredito.
Di lui si ricorda soprattutto l’inatteso momento di celebrità che l’ha reso famoso in tutta Italia alla soglia dei settant’anni. Era il 2013. Le telecamere di MasterChef Italia non hanno creato il personaggio, come spesso capita. L’hanno solo fatto conoscere a una platea molto più ampia di quella che ha sempre avuto in tutti i luoghi che ha frequentato, a cominciare da Cremona, la città dove era nato nel 1946. Pittore, cuoco, pasticciere, sedicente geometra, imprenditore, playboy, giocatore d’azzardo, barzellettiere impareggiabile, Naponi ha cambiato veste con la massima disinvoltura nel corso della sua vita, senza rimpianti e recriminazioni. Le sue non erano maschere che ne nascondevano la natura, ma diversi aspetti di una personalità poliedrica.
Una persona autentica tra tante comparse.
5 risposte
Grazie 😘 articolo bellissimo che lo ricorda in maniera perfetta ❤️
Cara Titti, hai proprio ragione. Caterina
Un ricordo di Napo, riuscì a scroccare tre cene a mia moglie per insegnargli il suo famoso Zabaione, ma io gli avrei offerto cena tutte le sere per godere dei suoi racconti…
Non conoscevo la Persona, ma indubbiamente era un Personaggio speciale, da ricordare con la sensibilità e l’apprezzamento con cui viene descritto.
Uno che sapeva far ballare la fresca come si deve..