Quando si dice la democrazia. Trenord (pagata con i soldi dei lombardi) ne è un esempio al contrario. La società che gestisce, in maniera quanto meno discutibile, il trasporto ferroviario in Lombardia ha pensato bene di sbarcare sui social media per rifarsi un minimo di credibilità; fosse ancora in tempo. Su Linkedin, frequentato da professionisti (molti di loro pendolari) , ha aperto un profilo in cui decanta i suoi pregi e le sue virtù. Tanti bei filmati. Tante belle parole. Tanti bei propositi che restano, quasi sempre, sulla carta. Siccome sa, però, da che gamba zoppica, ha pensato furbescamente di chiudere la sezione riservata ai commenti degli utenti. La famosa icona della bustina resta inesorabilmente chiusa qualora si voglia inviare alla ‘ditta’ un messaggio. Niente osservazioni sui quaresimali ritardi quotidiani dei convogli. Nessun appunto sul mancato condizionamento dei treni quando il termometro fa segnare 40 gradi esterni . Neppure una recriminazione, piccola piccola, sui bagni dei vagoni: oramai desolatamente chiusi o sfacciatamente sporchi. Neanche una minimale protesta per sedili distrutti e la rumenta sparsa in ogni dove tra i corridoi. Neppure un minimo rimbrotto per la totale assenza di informazione per chi è rinchiuso nel convoglio a sospirare un ritorno a casa. Di guasti poi: guai a parlarne. Non una sillaba per il caro biglietti. Tutto va splendidamente bene, madama la marchesa. Basta ascoltare gli edulcorati eloqui dei filmati per convincersi che quello di Trenord è un fantastico paese delle meraviglie.
Uno slogan elettorale della vecchia Lega lombarda bossiana diceva ‘Paga e taci , somaro lombardo’. Mutatis mutandis ‘Paga e taci, somaro (lombardo) pendolare’. Amen.
2 risposte
C’è da meravigliarsi? L’Italia funziona così purtroppo 😢
Ciò che lascia senza parole è il fatto che da decenni la situazione ferroviaria è grottesca; tutti gli schieramenti politici che si sono avvicendati alla guida regionale non hanno modificato di una virgola lo stato delle cose , anzi, si sono limitati a cambiare qualche motrice annunciando l’iniziativa a caratteri cubitali come se fosse un cambiamento vero. A questo punto la domanda è d’obbligo : chi non vuole che Cremona sia adeguatamente collegata ? Qualcuno ha il coraggio di rispondere? Temo il solito silenzio cremonese.