La tragica e sofferta vicenda di Luca Vialli ha contribuito a portare all’attenzione del grande pubblico un tumore tanto insidioso quanto difficile da trattare e da guarire. Bene ha fatto quindi, in tempi non sospetti, l’assessorato alla Sanità della Regione Lombardia a promuovere la creazione di un modello organizzativo e sanitario per la diagnosi, la sorveglianza, la terapia ed il supporto relativi al tumore del pancreas. Le recenti dichiarazioni di Guido Bertolaso relative alla prossima realizzazione delle “Pancreas Unit”, (in foto) secondo un modello hub&spoke per la presa in carico dei pazienti con tale patologia e per assicurare loro la migliore assistenza possibile, sono quindi del tutto concrete.
Il 4 aprile 2022 la giunta regionale ha approvato la delibera per la creazione delle Pancreas Units, unità di cura multidisciplinari per il tumore del pancreas. È un evento dalla grande rilevanza per tutta la comunità dei pazienti e dei loro familiari, non solo per quelli residenti in Lombardia. È la prima volta che in Italia viene deliberata in campo oncologico la creazione di unità di cura multidisciplinari al di fuori delle Breast Units dedicate al tumore del seno. Si stabilisce un principio di centralità di un percorso di cura completo creato intorno al paziente. Un salto di qualità fondamentale su cui bisognerà lavorare insieme perché non resti solo sulla carta e perché possa estendersi ad altre regioni. Fondamentale il ruolo di Codice Viola nella sensibilizzazione sul tema, l’impegno all’attivazione del gruppo di lavoro che ha definito i criteri di selezione degli ospedali delle Pancreas Units e il contributo in termini di contenuti al gruppo di lavoro.
Molti sono i professionisti e le strutture sanitarie coinvolte nel progetto, principalmente grandi ospedali pubblici e privati dell’area milanese e tuttavia vale la pena di segnalare anche la presenza, tra le strutture di eccellenza, anche dell’ospedale di Crema, rappresentato dal gruppo della dottoressa Elisabetta Buscarini. Per ciò che riguarda invece gli aspetti relativi alla genetica del tumore del pancreas va segnalato anche il contributo al progetto regionale di un altro cremonese, il dottor Pietro Cavalli, per molti anni in forza all’ospedale di Cremona e che attualmente collabora con Humanitas.
Le Pancreas Units sono delle unità organizzative multidisciplinari che lavorano in maniera integrata nella gestione delle cure del paziente. Sono basate sul modello organizzato a rete hub&spoke, ovvero centro di riferimento & centro periferico. Queste strutture collaborano e vengono misurate secondo degli indicatori e un protocollo di attività definite nel PDTA, Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale.
Il centro di riferimento, hub, ha al suo interno tutte le competenze necessarie al percorso di cura e un adeguato livello di esperienza certificato da parametri definiti nella delibera. Il centro hub deve avere un coordinatore responsabile della Pancreas Units e assicurare la presenza di un’associazione pazienti coinvolta nelle verifiche sulla qualità del servizio offerto.
Supponiamo di avere un centro hub a Milano e un centro spoke a Carate, paese della Brianza. A un cittadino di Carate viene prescritta una ecografia all’addome per forti disturbi gastrici. Il risultato dell’esame mostra un’area sospetta al pancreas e occorre fare una TC di verifica. La TC conferma una possibile lesione tumorale e per deciderne la natura viene prescritta una econdoscopia con biopsia. Il centro spoke di Carate non ha le competenze per eseguire la ecoendoscopia e contatta la Navigator Nurse del centro hub di riferimento di Milano che organizza l’esame ecoendoscopico. Inoltre il paziente viene indirizzato anche presso l’unità di Cure di Supporto per la gestione del dolore. Non è il paziente che deve andare dal medico di famiglia, farsi fare l’impegnativa e poi cercarsi un centro in cui fare l’ecoendoscopia o cercare chi lo può aiutare a gestire al meglio il dolore.
Il medico che esegue l’esame ecoendoscopico oltre ad esplorare la parte sospetta del pancreas e refertare l’indagine fatta, fa anche un prelievo di tessuto della lesione. Il tessuto prelevato viene mandato in Anatomia Patologica dove l’esame istologico dà la conferma definitiva sulla natura della lesione. Supponendo che la lesione sia un tumore del pancreas, il Case Manager, coordinatore della squadra multidisciplinare del centro Hub di Milano, organizza la riunione multidisciplinare a cui partecipano medici del centro hub di Milano e del centro spoke di Carate assicurandosi che tutti gli esami diagnostici siano a disposizione dei partecipanti. Il paziente non deve fare più la spola tra diversi medici.
La riunione multidisciplinare si conclude con la scelta del percorso di cura. Supponiamo che la squadra multidisciplinare giunga alla conclusione che sia utile partire con una chemio neoadiuvante che possa portare il paziente all’intervento chirurgico. La chemio può essere fatta nel centro spoke a Carate Un medico della squadra multisciplinare, ad esempio l’oncologo di Carate, informa il paziente sul percorso definito dalla squadra multidisciplinare. Il paziente accetta di eseguire la chemio nel centro spoke di Carate, con evidenti minor disagi per lui e la sua famiglia. Alla fine dei cicli di chemio previsti viene eseguita la TC di controllo insieme agli esami del sangue. I risultati vengono portati all’attenzione di una nuova riunione multidisciplinare che decide per l’intervento, che verrà poi eseguito nel centro hub di Milano.
Dopo l’intervento e un breve periodo di degenza il paziente viene dimesso con un piano di cure post-intervento e di follow-up. Il paziente ritorna a casa avendo il centro spoke di Carate come riferimento per tutte quelle piccole complicazioni tipiche del post intervento. Nel caso di complicazioni serie di cui il centro spoke non ha esperienza il centro hub interviene con gli aiuti e i supporti necessari.