Da Taranto a Cremona per rimuovere un tumore di quattro chili. Il paziente è un sottoufficiale della Marina militare, che nel mese di febbraio ha scelto di rivolgersi all’Ospedale di Cremona per trattare una patologia oncologica diagnosticata durante un controllo urologico. Gli esami strumentali avevano evidenziato la presenza di una massa di circa 20 centimetri sopra il rene destro che lasciava pochi dubbi sulla strada da percorrere. Il primo contatto con la Chirurgia dell’ospedale di Cremona è avvenuto su suggerimento di un conoscente, che là si era rivolto in precedenza per un’operazione di questo tipo.
«La chirurgia ai tumori del surrene è molto delicata», spiega il direttore della Chirurgia generale Gian Luca Baiocchi. «Gli ormoni prodotti da queste ghiandole – in particolare adrenalina e cortisolo – hanno la capacità d’influenzare fortemente la pressione sanguigna del paziente, con sbalzi che rischiano di causare shock o arresto cardiaco. La massa del tumore – circa quattro chili – comportava altre complicanze, come la compressione del rene destro e dei vasi sanguigni circostanti».
A fine febbraio, il paziente ha raggiunto Cremona per un primo incontro con tutti gli specialisti coinvolti, per valutare al meglio il caso e programmare l’intervento a fine marzo. La fase di preparazione è stata seguita anche a distanza, in collaborazione con gli specialisti dell’Anestesia e dell’Endocrinologia.
PRONTI AD INTERVENIRE
«Il rischio di emorragia durante la manipolazione del tumore era alto – afferma Alessandro Liberto, anestesista – così come quello di causare picchi ipertensivi particolarmente forti. Per questo abbiamo preparato il paziente in modo da gestire eventuali variazioni durante le diverse fasi dell’intervento. L’intera équipe è stata formata per intervenire in caso di complicanze, che fortunatamente non si sono presentate. In seguito, ci siamo preoccupati di gestire il dolore postoperatorio, consentendo al paziente di muoversi in autonomia già pochi giorni dopo l’intervento».
Come sottolinea l’endocrinologa Letizia Maninetti, «In un caso così complesso, il confronto tra anestesista, chirurgo ed endocrinologo risulta fondamentale per la gestione appropriata delle possibili complicanze intra e post-operatorie. Alla luce del quadro clinico, abbiamo fornito tutte le indicazioni necessarie a controllare l’eventuale instabilità pressoria durante l’intervento, che ha richiesto interventi ad hoc. Nei giorni successivi abbiamo impostato una terapia sostitutiva, per riequilibrare la funzionalità della ghiandola surrenale rimanente, fino alla normalizzazione».
“IN BUONE MANI”
L’intervento è durato circa quattro ore e si è concluso con ottimo esito, consentendo di preservare gli altri organi vicini. «Interventi di questo tipo rientrano nell’attività ordinaria – commenta Baiocchi – ma essere stati scelti tra i tanti centri italiani di alto livello è sicuramente motivo di orgoglio e testimonianza del valore dell’approccio multidisciplinare che caratterizza l’ospedale di Cremona».
Una settimana più tardi il paziente è stato dimesso, e lunedì potrà prendere l’aereo per tornare a Taranto. «Sto bene – afferma Oronzo – Fin dal primo momento mi sono sentito tranquillo, fiducioso, in buone mani. Medici, infermieri e operatori sanitari si sono presi cura di me, mi sono sentito a casa». La rapida ripresa gli consentirà di riprendere presto il lavoro e le attività quotidiane «Non vedo l’ora – aggiunge – Avrò ancora qualche controllo da fare, ma ora posso tornare alla mia vita».