Il rientro in classe previsto per il prossimo lunedì crea non pochi dubbi e serie preoccupazioni. Non sembra sia cambiato nulla infatti dopo l’ultima chiusura. L’organizzazione dei trasporti non è stata potenziata adeguatamente perché l’intera popolazione degli studenti possa raggiungere la sede scolastica e questo è sicuramente il problema principale. Lo è da un anno. Chiunque si può rendere facilmente conto che se le distanze interpersonali sono la prima regola da rispettare, sui mezzi di trasporto utilizzati dai ragazzi non è possibile non riscontrare assembramenti. Andata e ritorno. L’anno scolastico 2019/20 gli studenti hanno seguito le lezioni a distanza per quasi tutto il secondo quadrimestre. Poi c’è stata l’estate e qualcuno si è illuso di aver superato il virus, ma dopo poco l’inizio dell’anno scolastico rieccolo. Le nuove chiusure, le riprese parziali, e ora il rientro in classe. Più di un anno per trovare qualche soluzione, che a quanto pare neppure si è cercata, probabilmente i costi per superare l’ostacolo sono considerati troppo elevati, quindi non affrontabili. Le risorse per la scuola erano già state utilizzate per l’ acquisto dei geniali banchi con le rotelle, costati alle finanze pubbliche 100 milioni di euro. I numeri dei contagi danno qualche segnale positivo. Gli studenti delle superiori premono per ritornare alla didattica in presenza. Le famiglie sulla base dei report che attesterebbero il grave disagio psicologico a carico degli adolescenti privati della componente relazionale della vita scolastica si sono rivolte al TAR del Lazio che si è schierato al loro fianco. Anche a Cremona è stata richiesta una maggiore attenzione psicologica nei confronti dei giovani. Non dimentichiamo inoltre che i nostri ragazzi, il nostro futuro, hanno diritto di essere preparati al meglio, anche dal punto di vista didattico, e nonostante la DAD potesse costituire durante l’emergenza l’unico modo di mantenere agganciati gli allievi all’istituzione scolastica, non può rimanere per sempre. Non possiamo negare che nelle case la DAD crei problemi di tipo organizzativo non indifferenti sia per i più piccoli, che necessitano di essere seguiti, che per gli studenti delle scuole superiori. Perciò i genitori sono nettamente a favore del rientro in classe. Prima o poi dunque lo scoglio del ritorno sui banchi andava affrontato. Il problema principale sta lì, nel trasporto. Tutti i mesi trascorsi sono serviti ai nostri governanti sia a livello nazionale che regionale a riconoscersi semplicemente ‘ preoccupati ‘? E ci si ritrova sempre a parlare dei fondi da destinare alla scuola. Si potevano coinvolgere mezzi privati, aumentando le corse. Si poteva pensare a spalmare l’orario scolastico dalle 8 alle 17, per esempio, utilizzando il sabato e, perché no, anche la domenica. Come sempre la patata bollente viene scaricata sulle spalle dei singoli dirigenti scolastici, che però sono ovviamente strettamente legati tutti insieme, e sui docenti che in ogni modo si sono impegnati e si danno da fare per lavorare. Si è provveduto almeno a dotare gli istituti scolastici di sistemi di misurazione a tappeto della temperatura degli alunni? Lo si è fatto nei supermercati, non si poteva fare altrettanto nelle scuole? Si è pensato di sottoporre a test gli studenti almeno settimanalmente? Lo si fa per le squadre di calcio e per i lavoratori delle TV, non si poteva fare altrettanto nelle scuole? Perché si è interrotta la vaccinazione del personale scolastico? Con tutti i furbetti che in tutta Italia e anche a Cremona si sono abusivamente inseriti nel piano vaccinale, siamo rimasti senza le dosi per i lavoratori della scuola? Avete mai partecipato a un qualsiasi collegio dei docenti? L’età media dei presenti è molto prossima allo scaglione che si sta vaccinando ora…
Francesca Foglia