Gentile direttore,
cucú L’abuso d’ufficio non c’è più! L’abuso d’ufficio, però, a differenza di quanto sostenuto dai promotori della nuova legge “salva tutti”, è un reato che tanto evanescente non è. Basta fare un po’ di ricerche e trovi governatori, giunte regionali e sindaci imputati di fatti gravi, che i cittadini spesso subiscono sulla loro pelle. Spesso l’abuso d’ufficio è stato il reato grimaldello per scoprirne altri come falso, turbativa, mazzette, e, dietro la condotta del pubblico ufficiale che favorisce o danneggia intenzionalmente altri violando la legge (questo, in sintesi, l’attuale articolo 323 del codice penale), si celano vicende in cui si usa la discrezionalità per camuffare la clientela, si compiono vessazioni, si dà il via libera a operazioni edili illegittime. La stessa politica quasi all’unisono oggi plaude alla cancellazione del reato. Perché non vede l’ora di avere le mani libere.
Matteo Ricci, primo cittadino di Pesaro e coordinatore dei sindaci dem, parla di una “battaglia vinta”. Con lui Bonaccini, Sala, Decaro … nulla di nuovo, il PD meno ELLE che oggi è il PD meno ELLY è questa roba qua.
Sono gli stessi che trasformarono le ipotesi di accusa di lesioni colpose, per il caso di un bambino che si era schiacciato le dita nella porta, (caso finito poi nel nulla) che erano stata avanzate nei confronti dell’allora sindaco Stefania Bonaldi, nel casus belli per arrivare a scardinare l’abuso d’ufficio e magari mirare all’abolizione della Severino e magari dell’Anac. Il solito modo di buttarla in vacca, utilizzando un caso eclatante per creare consenso e poi mirare ad altro. Ci furono conferenze, tavoli di discussione, il solito tam tam mediatico, che riuscì a trasformare e metter sullo stesso piano un’accusa per un dito schiacciato e quella per aver favorito parenti, amici o aver truccato carte pubbliche, appalti, concorsi … Con un dito schiacciato poi (che poi era del bambino e non del sindaco), vuoi mettere la paura della firma?! Il dito schiacciato (del bambino), e il martirio del sindaco (che non c’entra con l’abuso d’ufficio) offrirono l’alibi perfetto per discutere pubblicamente con obiettivo autoassolutorio e di depenalizzazione di altri casi giudiziari.
Invece di discutere di come modificare alcuni passaggi di legge per evitare imputazioni per “responsabilità oggettive, non tollerabili e particolarmente ingiuste” hanno costruito per mesi la piattaforma culturale e politica per avallare in modo bipartisan (a parte qualche lacrima di coccodrillo) una riforma della giustizia a misura di furbi e truffatori. Da un dito schiacciato, si son presi la mano e tutto il braccio.
Marco Degli Angeli