UE nano politico ideologizzato: non stupiamoci del vento di Destra

17 Giugno 2024

GLI EDITORIALI DI ADA FERRARI

Riuscirà l’ Unione Europea a trovare un giusto punto di equilibrio fra la tentazione di far finta di niente, che un’ aritmetica rigidamente applicata le consente, e la clamorosa richiesta di cambiamento emersa dal voto? Per ora c’è un’ unica evidenza: la sommatoria dei ventisette Paesi membri ancora non dà come risultante i vagheggiati Stati Uniti d’Europa. L’ Unione, pur avendone avuto il tempo, non ha saputo intercettare “le menti e i cuori” ( direbbe Gramsci) di milioni di uomini e donne per i quali resta un remoto centro di potere più simile a una minaccia che a un’opportunità. E ciò nonostante manifeste cose buone: un mercato interno che è prezioso tonico e moltiplicatore dei fatturati delle nostre imprese, sagge direttive in materia bancaria, aiuti ERP e così via. Ma non appena si passa al piano più propriamente politico tutto sfarina in una deludente inconcludenza. Non una forte capacità di iniziativa diplomatica, non un sistema di difesa integrato, fallimentari politiche sull’ immigrazione, arranca l’ urgente creazione di un mercato interno di risorse energetiche…Ma qualche riflessione va pur riservata ai modi e strumenti con cui l’Unione sopperisce alla propria debolezza politica.

Il primo strumento, che da mezzo rischia di apparire fine proprio a causa del modesto profilo delle élites politiche, è quello burocratico. Quel ceto burocratico cui, di fatto, l Unione delega la dimostrazione della propria esistenza, ci sta inondando di una produzione normativa (ora sensata, ora futile, ora francamente irricevibile) che certo non favorisce un positivo orientamento delle opinioni pubbliche. Eccita, al contrario, la chiusura autodifensiva delle categorie sociali che si sentono via via minacciate. Quand’anche siamo di fronte a un necessario sforzo riformatore, il suo successo è largamente affidato all’autorevolezza e alla coerenza di chi lo propone. L’attuale Unione possiede queste caratteristiche? Avrei al riguardo più dubbi che certezze. Almeno a giudicare dall’evidente strabismo con cui gestisce alcuni impegni prioritari come la celebratissima ‘agenda green’. È perlomeno curioso che un’ attenzione quasi persecutoria si concentri sulle colpe delle abitazioni domestiche, vaso di Pandora dei più sacrileghi sfregi alla salute del pianeta. Vogliamo invece ritenere innocenti le produzioni scandalosamente energivore dell’industria del digitale, dagli adorati cellulari ai famosi Bitcoin? È ambientalmente ininfluente l’ ininterrotto fuoco bellico che da anni incendia la martoriata Ucraina e non accenna a spegnersi grazie al crescente supporto dell’Unione? Etica ambientalista funzionante a intermittenza, con incriminazioni a senso unico e imbarazzanti silenzi. C’è di che nutrire qualche sospetto. Specie per aver ripetutamente osservato che le grandi crociate in nome della Dea Ragione e dell’umano progresso (dalle conquiste napoleoniche ai giorni nostri) avanzano recando in punta di baionetta i più nobili ideali e serbando nelle retrovie i più concreti interessi.

A chi giovò la soppressione di ordini religiosi e la confisca dei loro beni in nome della laica Dea Ragione se non a grandi speculazioni immobiliari, levatrici della nuova borghesia di famelici palazzinari di cui anche Roma fece, dopo Porta Pia, amara esperienza? Qualcosa di simile potrebbe prospettarsi per la diffusa platea di un ceto medio che, non potendo fare fronte ai costi della messa a norma delle case, si troverebbe in necessità di svenderle. Gigantesca occasione speculativa per l’avanzata delle multinazionali che da tempo stanno ridisegnando gli equilibri economico sociali del Vecchio Continente.

Massimo rispetto, dunque, alle politiche di difesa ambientale purché non rappresentino il volto presentabile di meno presentabili disegni di redistribuzione della ricchezza attraverso sommarie procedure di macelleria sociale. Quasi ovvio, a questo punto, il ragionamento conclusivo. Un’Unione europea incapace di politica si sta al contrario mostrando fin troppo capace di utilizzo ideologico e socialmente assai discutibile del ‘politicamente corretto’.

Non stupiamoci dunque della gigantesca reazione popolare palesata col voto e giornalisticamente letta come il “potente vento di Destra” che ha preso a soffiare sul Vecchio Continente.

 

Ada Ferrari

8 risposte

  1. Più che prigioniera dell’ideologia, pare dell’interesse il più vergognoso speculativo possibile. Lo era già stato per i vaccini con quegli sms lasciati cadere nel vuoto tra la suprema bionda tedesca e le bigpharma, ora lo è per le case tirando fuori ancora la scusa green. Se mai l’ideologia risulta al servizio di un’ ignobile manovra speculativa di cui i beneficiari ma va’saranno sempre i più ricchi a danno ovviamente del popolo. Altro che nano un’ Europa che intenda veramente fare questo. Un verme che striscia subdolo salendo dall’inferno.

    1. Tanto furore mi lascia basita. Intendevo condurre un ragionamento politico, non suscitare dantesche invettive infernali.

  2. Eppure a questo conduce il tuo ragionamento a chi abbia un po’di lungimiranza. Ho appena ricevuto poco fa solidarietà per il mio commento. Inutile fare grandi ragionamenti se non si ha il coraggio di affondare il colpo.

  3. E poi quale invettiva? Non ho augurato la morte di nessuno, ma sono semplicemente partito da quel nano comparso nel titolo, rispetto a cui l’immagine del verme e della sua provenienza mi pare più adeguata

    1. Mi spiace ma resto ferma nella convinzione che ,quand’anche esasperati dalla pochezza manifesta dell’ Unione, il ragionamento storico politico non può sconfinare nel qualunquismo populista che sfoga la rabbia ma non semina costruttive ipotesi correttive. Quanto al paragone fra nano e verme, mi dichiaro inesperta in materia e poco attratta dall’ inoltrarmi.

  4. Ipotesi correttive? Semplice. Bloccare l’adeguamento ambientalista farlocco che l Europa vuole fare della casa dei suoi cittadini. Obbligandoli pare. Dunque proposta semplicissima e tutt’altro che qualunquista. Anche perché poi c’è da considerare il suo reale impatto ambientale visto che poi nulla tange Russia Cina India Americhe rispetto a cui l’Europa è poca cosa. Se è per risparmiare sul riscaldamento mille altre cose si possono fare e poi in un’era in cui il riscaldamento aumenta le temperature medie, figuriamoci poi al sud e nelle isole che freddo ci sarà,proposta edilizia ambientalista europea sembra quanto meno fuori tempo. Il clima si sta riscaldando non raffreddando a quanto pare per cui battano altri tasti se vogliono essere credibili anziché pensare di mettere i cappotti alle case, che tra l’altro aumentano il grado di umidità interna. Ma comunque non sono stato io eletto in Europa per cui chiediamolo alla Salis,forse lei ha proposte più concrete .

  5. Mi allineo con il pensiero di Ada Ferrari : crediamoci ancora in questa unione, indispensabile in un contesto mondiale fortemente mutato che lascerebbe poco respiro a singoli stati, nella speranza che a seguito di questo voto si porti ad una politica incentrata sui valori della tradizione, sua specifica e forte connotazione.

  6. Il vento di destra è una maleodorante flatulenza, un po’ di disagio per chi vi è soggetto passivamente, ma poi passa.

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