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Umberto Eco e le ‘legioni di imbecilli’. Tutti arruolati?

12 Maggio 2022

Umberto Eco (1932-2016), insigne semiologo, filosofo, traduttore e una laurea honoris causa in Comunicazione e Cultura dei media, aveva notato che “la televisione in passato aveva promosso lo scemo del villaggio, rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore, mentre Internet ha
promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità”. E aveva aggiunto che “i social danno a legioni di imbecilli la stessa importanza di Einstein”. Quelle legioni d’imbecilli si limitano soltanto a postare su Internet i loro scritti? No. Scendono in strada, guidano la macchina, entrano in bar, ristoranti, negozi, uffici, hanno un lavoro, discutono, allacciano relazioni, difendono opinioni, hanno convinzioni, elaborano giudizi, hanno a che fare con il prossimo ed esercitano il diritto di voto.  Eco, tuttavia, non ha precisato se quelle “legioni” si limitavano a mostrare la loro imbecillità soltanto scrivendo sui social e se, spento il computer o il tablet, ponevano fine anche alla loro verve. Lasciano tracce un po’ dovunque. Davanti al bancone del bar si sente spesso la frase: “mi fai un caffè”, rivolta al barista. La formula di cortesia ‘per favore’; non appartiene più al lessico della buona educazione né c’è traccia del rispettoso uso del ‘lei’. Nelle sale dei ristoranti il tono della
voce, spesso, arriva a un troppo alto numero di decibel, completato dalle suonerie che squillano a tutto volume: segue il dialogo in viva voce. Come si fa a tenere un comportamento educato e rispettoso verso il prossimo se si è smarrita la consapevolezza di disturbare?

Gli ‘imbecilli’ di Umberto Eco non se ne stanno chiusi in casa. Segnali della loro presenza o del loro passaggio si possono cogliere nel traffico, come l’andatura da lumaca di chi, vivendo da pensionato, si sposta in auto ignorando non solo le esigenze ma perfino la presenza degli altri
automobilisti. Altre tracce della presenza di un “legionario” di Eco: il mancato uso delle frecce direzionali o stare a dieci centimetri di distanza dalla macchina che precede, il che dà luogo a dubbi sulla capacità logistica dei trasferimenti automobilistici e soprattutto sulla logica del cervello di quel guidatore.

Lo scrittore austriaco Karl Kraus (1874-1936), aveva ragione distinguendo tra “imbecilli superficiali e imbecilli profondi”. Tracce della presenza di quei legionari si notano anche nei flop dell’onda verde lungo alcune vie di Cremona, nei tempi impossibili di alcune frecce semaforiche, come in direzione Massarotti-Trebbia, dove la freccia verde resta accesa per tre secondi esatti. Oppure nella mancata o errata collocazione agli incroci ciechi di alcuni specchi che dovrebbero evitare incidenti. La sicurezza degli automobilisti tra via Trecchi e via Milazzo è affidata alla buona sorte. Altre inequivocabili tracce legionarie: la sosta in seconda fila in vie dove la circolazione è problematica, pedalare in senso vietato o sul marciapiede in bicicletta. Fenomeni sotto gli occhi di tutti. Ma, osservando un po’ più in profondità, troppe prove saltano fuori, in tutti i campi, del passaggio degli imbecilli di Eco. Del resto una legione era composta da seimila soldati. Ma Eco parla di varie legioni.

Quel numero così alto non comprenderà anche noi?

 

Sperangelo Bandera

2 risposte

  1. Il signor Bandera è molto colpito dagli ‘ imbecilli ‘ automobilisti. Sottolinea la lentezza di alcuni e mi chiedo se siano meno imbecilli quelli che vanno a velocità inadeguate, che ai semafori passano con il giallo, quelli che sorpassano spazientiti. I ciclisti sono una categoria che andrebbe incoraggiata: invece infastidiscono. Molte ciclabili sono in comproprietà con i pedoni. Inoltre la comodità degli spostamenti in bici sta nel poter utilizzare percorsi veloci. Sono gli automobilisti che non rispettano chi va in bicicletta! Ovviamente il rispetto deve essere reciproco e congiunto quando si tratta di regole stradali… Ben altra cosa è la maleducazione che regna sovrana ovunque, la violenza verbale e dei gesti anche da parte di chi è al volante, ma presente in ogni ambito. Questo sì che è grave! Se poi il signor Bandera è un fulmine di guerra quando guida la sua auto e deve sopportare chi non lo è, non mi sembra altrettanto.

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