Domani, domenica 12 giugno, dalle 10 alle 11, nel cortile del Museo Civico di Cremona, Alessandra Fiori intervisterà Pierpaolo Vettori, autore del libro ‘Un uomo sottile’. L’appuntamento spicca nel calendario del Porte Aperte Festival. Di seguito la presentazione del libro in un colloquio tra l’autore e Alessandra Fiori.
DDG acronimo che ricorda il gigante di Roald Dahl, chiamarlo così è più rassicurante, come un nomignolo affibbiato per scherzo ad un caro amico. Il protagonista del romanzo è Paolo Vetri, un fabbro appassionato di letteratura che scrive, ha un agente e in testa un’idea: capire perché Daniele Del Giudice, noto scrittore scoperto da Calvino, ad un certo punto abbia smesso di scrivere, ancor prima che la sua malattia, l’Alzheimer, lo allontanasse per sempre dalla scrittura. Inizia la sua indagine proprio come il protagonista de Lo stadio di Wimbledon, il libro di DDG, come lo chiamerà per tutto il romanzo: vuole capire perché abbia smesso progressivamente di scrivere, dopo i primi 2 romanzi ha impiegato 9 anni a pubblicare una smilza raccolta di racconti. Ma non glielo può chiedere, è malato, è come svanito nel nulla. Se non è in grado di rispondergli, che senso ha cercarlo? Spiega al suo agente che non intende scrivere una biografia di DDG, ma se è vero che gli autori coincidono con i romanzi che scrivono, dove potrebbe cercarlo con più sicurezza se non fra le sue
pagine?
Intende lavorare sul fallimento del protagonista, un romanziere che insegue le tracce di DDG, che vorrebbe capire perché egli abbia scritto così poco e che cosa scriverebbe se ne fosse ancora capace, cerca cioè di immedesimarsi in lui, lo insegue come un cacciatore di fantasmi, un’ossessione che invade la sua vita privata, quasi una possessione letteraria. Paolo dice che vorrebbe essere il laringofono di DDG: “il mio personaggio, che poi ha molti punti di contatto con me, vorrebbe essere il meccanismo umano che gli permetta di comunicare ancora”. Questa è una delle tante metafore che si incontrano nel libro che già contiene la ragione profonda del romanzo stesso, restituire a DDG la parola. Alla fine di questo romanzo ti resta in mano un atto d’amore incondizionato nei confronti di DDG. Brevi paragrafi sottolineano i pensieri di Paolo e sono caratterizzati da una scrittura franta, paratattica, esprimono tante dolorose azioni o sentimenti in pochissime, efficaci righe.
“È tutto così nei libri, se non stai attento può capitare che ci credi e ci finisci dentro” pensa Paolo. Il libro è costellato di riflessioni filosofiche, ma hanno la veste semplice di un protagonista dal volto umano, che ha a che fare con le preoccupazioni economiche, con un padre con cui ha sempre fatto fatica a comunicare, a cui piace guardare i quiz alla TV, che deve affrontare la malattia della moglie Laura, che ama profondamente, ma con la quale a volte litiga e allora esce di casa e va a suonare con gli amici. Paolo ad esempio riflette sul tempo: “Siamo noi i distruttori, noi che abitiamo il tempo, dopo il nostro passaggio niente è più vivo, mobile, caldo, rimangono solo i ricordi, simili a enormi monoliti preistorici, segnali muti di un’esistenza che la nostra testa di Medusa ha fissato per sempre” e ancora “forse non siamo fatti per vivere nel tempo, il nostro paradiso è un istante dilatato all’infinito”. Interessante è anche la riflessione sul concetto di verità, che non significa procedere in linea retta, ma a spirale, la verità non è un punto di arrivo, ma un processo di espansione della conoscenza.
Il romanzo contiene anche un riferimento ad Auguste Deter, la prima donna a cui fu diagnosticato l’Alzheimer, la foto che la ritrae è particolare, ricorda un quadro di Rembrandt. Analogia con la malattia di DDG, ma anche con la malattia della moglie. Paolo descrive Laura tante volte nel romanzo, così bella, sdraiata di fronte a lui sembra che ci sia ancora tutta, che il buco da cui sgocciola via ogni giorno si sia chiuso o non ci sia mai stato, un’immagine che è proprio come un
dipinto.
Paolo cercava DDG così, come si cerca la Mole Antonelliana, così imponente da lontano, ma quando la cerchi a Torino te l’aspetti in una grande piazza e invece ti compare all’improvviso, quando ormai non la cerchi quasi più. Parla con le persone che lo conoscevano, raccoglie testimonianze. Poi capisce che doveva andare oltre e inizia a spostarsi su coordinate immaginarie, a tuffarsi nei suoi libri, per vie traverse, un passaggio fondamentale; allora prova a capire DDG
attraverso i fantasmi dei suoi libri. L’uomo sottile, la sua presenza silenziosa, ha lasciato per il mondo personaggi, storie, pagine: il protagonista, Paolo, ha solo questo per provarci, quasi potesse esserci un’epifania solo per lui. Quando pensa di perdere Laura si rende conto che i ricordi sono un patrimonio comune, a due, indivisibile, spezzate le memorie diventano banalità ridicole, se Laura ritirasse la sua metà. Cerca di trovare la donna che non c’è più, che lo guarda con occhi vuoti, come se non lo vedesse davvero. In fondo ciò che si cerca davvero non è la verità, ma la felicità. In fondo anche Paolo non ha bisogno della Verità, vuole solo essere un po’ felice. Paolo si convince che DDG non accettava che ci fosse qualcosa di difficile da descrivere, la letteratura, il grande scrittore, deve trovare le parole per tutto, perché le parole sono tutto. Paolo alla fine le ha trovate, il suo libro ci ha raccontato questa storia ad incastri, fatto di rivelazioni, fantasmi, epifanie, ansie, sorprese, emozioni, sino all’ultima pagina.
Daniele del Giudice muore il 2 settembre 2021. Passa una gazza da un albero all’altro, come il filo leggero della sua scrittura, neppure questo sfugge all’occhio attento del fabbro.
Alessandra Fiori
PIERPAOLO VETTORI
“Un uomo sottile” (Ed. Neri Pozza)
Il protagonista di Un uomo sottile cerca un uomo che non ha mai visto e che da anni ormai è chiuso in un Istituto di cura, colpito da una grave malattia degenerativa. Si tratta di un famoso scrittore, ridotto ormai a una vita assente. Il narratore lo cita solo con il suo acronimo, DDG, ma è evidente si tratti di Daniele Del Giudice: di lui ha letto tutto quello che ha scritto. E in una sorta di sfida impossibile prova a ritrovarlo, andando a domandare ai personaggi letterari inventati dall’autore di Atlante Occidentale la storia di quell’uomo che sembra sparito nel nulla. Costruito come fossero scatole cinesi, questo romanzo è una dichiarazione d’amore verso il potere salvifico della letteratura.
PIERPAOLO VETTORI
Nato a Venaria Reale nel 1967 è laureato in lettere con una tesi sulla Swinging London. Vive e lavora a Torino. E’ stato finalista per due edizioni al Premio Calvino e ha esordito con La notte dei bambini cometa (Antigone, 2011), seguito pochi mesi dopo da Le sorelle Soffici (Elliot, 2012). Dopo La vita incerta delle ombre (Elliot, 2014), nel 2018 esce per Bompiani Lanterna per illusionisti. Con il suo ultimo romanzo, Un uomo sottile (Neri Pozza), ha vinto il Premio Neri Pozza 2021.