”Un’altra morte sul lavoro, non fatalità ma crimine sociale”

1 Maggio 2025
Nemmeno 24 ore dopo la Giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro, e alla vigilia della Festa del Primo di Maggio (festa dei lavoratori?!) …un’altra vita spezzata nei cantieri lombardi. Martedì 29 aprile, a Soresina, un operaio di 35 anni è morto schiacciato dalla benna del mini-escavatore che stava manovrando. Inutili i soccorsi. Sull’episodio indagano carabinieri e ispettori del lavoro, mentre il mezzo è stato posto sotto sequestro.
Una tragedia evitabile? Sì, come quasi tutte le morti sul lavoro. Perché si muore per fretta, ricatti, mancanza di formazione, mancati controlli, risparmi sulla sicurezza, turni massacranti.
In Italia si muore di lavoro ogni giorno.
Nel 2024 sono state 1.090 le vittime ufficiali secondo l’Inail, 49 in più rispetto al 2023. 3 morti al giorno. Un’intera città cancellata ogni decennio.
In Lombardia, nel 2023, 172 lavoratori non sono tornati a casa; nel 2024, 182 sono stati i decessi.
Sono numeri da guerra. Ma una guerra nascosta. Una strage che fa meno rumore.
Chi grida “merito” e “produttività” dimentica che non c’è merito nella morte, e nessun profitto vale la vita di un lavoratore.
Ogni morte sul lavoro è una sconfitta dello Stato, del sistema produttivo, della politica che non interviene.
Zitti non possiamo stare.
Serve una rivoluzione culturale e politica. Servono assunzioni immediate nei servizi ispettivi, l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro, più formazione, più sicurezza, meno precarietà, riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, estensione della responsabilità al committente nei lavori dati in appalto e subappalto.
I padroni contano i profitti. Noi contiamo i morti. Ma ora basta contare. È tempo di agire, di ricomporre il mondo del lavoro attraverso le lotte per i diritti e la dignità di lavoratori e lavoratrici.
E’ tempo di cambiare le leggi ingiuste. Lo possiamo cominciare a fare direttamente, senza mediazioni, andando a votare i referendum su lavoro e cittadinanza l’8 e il 9 giugno.
Dalla parte di chi lavora. Sempre.
Federazione del Partito della Rifondazione Comunista-SE di Cremona

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