Era tutto iniziato con Victor Hugo ed il suo tragico “Uomo che ride” per proseguire poi con il Joker di Gotham City per finire con il più nostrano “ridi, ridi che la mamma ha fatto gli (i) gnocchi”. Che non è proprio come il Franti del libro Cuore (quell’infame sorrise) e però è imbarazzante: cosa ci sarà mai da ridere sempre?
Senza scomodare Oscar Wilde (la serietà è il rifugio delle persone superficiali), va però anche affermato che, se da una parte si ride, dall’altra ci sono quelli che non ridono mai e tuttavia confermano che la serietà del volto non sempre si associa alla correttezza delle analisi e alla responsabilità delle proposte, anzi. A fronte di tanta insipienza, forse è ancora meglio chi ride, se non altro non ti manda in depressione.
Diverso invece il caso di quelli ancora più in alto (e questi fanno davvero paura), quelli che sembrano seri e riescono in tal modo a mascherare la loro insipienza e pericolosità, nella convinzione che le loro incedibili e incredibili proposte debbano passare sulla pelle e sulle palle degli onesti cittadini. Soprattutto di quelli che pagano le tasse e quindi anche i loro immeritati stipendi.
Ecco allora l’apoteosi, ecco il massimo del godimento: li paghiamo (e tanto) per fare danni. Ma ci pensate? Roba da metterci a ridere tutti perché “sempre allegri bisogna stare che il nostro piangere fa male al re, fa male al ricco e al cardinale, diventan tristi se noi piangiam”.
Poveri noi, come siamo ridotti.
OCTOPUS