Ospedale ed ex Aem: Cremona ‘usa e getta’ e inutili effetti speciali

24 Febbraio 2025

GLI  EDITORIALI  DI  ADA  FERRARI

‘Errare è umano. Perseverare è diabolico’. Ecco una massima comunemente accolta che tuttavia, in quel di Cremona, proprio non ce la fa a varcare la soglia del Palazzo. Sta di fatto che da troppo tempo scelte di significativo impatto sul presente e il futuro della città vengono assunte in quasi sistematica collisione con larga o larghissima parte della comunità locale. Ancor più singolare è che il diffuso scontento anziché indurre i decisori a qualche dubbio circa la bontà della strada intrapresa, ne susciti l’indispettita reazione. Quasi che la cittadinanza fosse una riottosa scolaresca incapace della dovuta gratitudine verso la sua illuminata guida. Brilla in effetti per la sua assenza quell’empatia che, indice di autentica sensibilità democratica, dovrebbe orientare chi governa a esplorare il punto di vista dei governati, riconoscendo il peso di fondate obiezioni e legittime esigenze.

Situazione che sta plasticamente emergendo in relazione al progetto del nuovo ospedale: seimila firme contrarie e un Movimento che non si è limitato al ‘no’ secco ma ha messo capo a un’articolata ‘sfiducia costruttiva’. Si è prodotta un’alternativa per la riqualificazione del nosocomio cittadino corredata di calcoli di fattibilità e cifre riguardo a costi, posti letto, possibilità di evitare ai cremonesi anni di incognite, disagi e forzato ricorso alla sanità privata. Di fronte all’evidente sensatezza della controproposta, già sconfitta peraltro all’atto della nascita, c’è da chiedersi quale sia ormai il residuo peso dei reali interessi della comunità locale nei processi decisionali e nelle relative priorità.  Marmorea appare l’intransigenza di un asse politicamente trasversale che saldando sotto traccia  centro sinistra e centro destra ha di fatto blindato il progetto, limitandosi a concedere un “parliamone pure”  che, a cose fatte, è benzina sul fuoco.

I contorni della dialettica amministrativa governo-opposizione risultano sempre più labili, mentre sempre più riconoscibili si fanno quelli di una specie di comitato d’affari pronto a innervosirsi a ogni obiezione o semplice richiesta di trasparenza. Quel che ne risulta è una situazione complessiva, se non anomala, di certo degna di qualche riflessione. Metà della popolazione, rassegnata all’impotenza, sceglie l’Aventino e non vota più, rinunciando ad esprimersi. L’opposizione alle scelte comunali si fa a sua volta ‘extraparlamentare’: esce cioè dal fisiologico alveo istituzionale per trasferirsi nei comitati che via, via sorgono e insorgono su  programmi di natura generale o specifica. come nel caso del ventilato abbattimento di mura cittadine e stravolgimento funzionale dei relativi parchi.  Cremona sta insomma sperimentando un singolare.stile di governo, ovviamente imputabile anche al progressivo sfarinamento delle precedenti culture politiche, al vuoto di idee e all’esaurirsi di ogni residuo debito di coerenza verso i relativi capisaldi programmatici e ideali. A cominciare dal  più classico punto fermo della sinistra: il ruolo centrale del sistema pubblico nella sanità.  Può dunque accadere che un partito che pur discende dai Gramsci e dai Berlinguer  e  che tuttora si fregia di ‘democratico’ perda la capacità di mantenersi innervato sulle reali esigenze popolari, non esattamente coincidenti con le  passerelle propagandistiche dei Gay Pride o dei concerti di piazza.

Piccola realtà,  afflitta in senso reale e metaforico da insufficiente circolazione d’aria e ricambio di classi dirigenti, Cremona è di fatto da decenni monopolizzata da un notabilato inamovibile ma tutt’altro che infallibile che, a cominciare dalla potente confraternita delle cooperative di servizi, ha ormai sviluppato robustissime radici clientelari. Né va sottovalutato l’ambiguo percorso di porte girevoli e ballerine appartenenze di schieramento che ha preceduto le ultime amministrative. In politica come in natura, il travaglio del parto può condizionare fibra e caratteristiche del nascituro. E il nostro caso non manca di problematici postumi che rendono particolarmente  incerta la rotta del dopo voto e comprensibile il costante ricorso a dispendiosi ‘effetti speciali’. Ai quali tuttavia la maggioranza dei cremonesi non abbocca continuando a reclamare un’ordinaria e ordinata amministrazione che tuteli i beni a disposizione e ne valorizzi le potenzialità.

Pietro Cavalli, battendosi da ospedaliero di vasta esperienza per la riqualificazione dell’attuale ospedale, ha ripetutamente esortato a occuparsi del contenuto, cioè di roba seria e concreta, invece che del ‘contenitore’ cioè dell’involucro estetico formale. Credo che l’invito vada ben oltre il caso specifico e offra una più generale chiave di lettura circa il criterio che da decenni affligge Cremona . Il criterio è ‘l’usa e getta’.  L’esatto contrario della logica conservativa ragionevolmente suggerita sia dalle attuali criticità ambientali che dalle limitate risorse disponibili. Anzichè mantenere in efficienza l’esistente con accorte pratiche di manutenzione si sceglie di abbandonarlo al degrado. Dopo di che si distrugge e si  rifà.

L’usa e getta ha molteplici varianti. Se all’ospedale maggiore  tocca la morte per ‘sbriciolamento’, altre strutture come l’ex sede Aem si abbandonano al degrado per poi svenderle a cifre di inspiegabile modestia. Pessimo affare per i cremonesi, ottimo affare per qualcun altro. E intanto l’asse patrimoniale del Comune si assotiglia e Cremona è più povera. Noi siamo più poveri.  Se è sensato recidere rami secchi e inutilmente costosi è irresponsabile potare là dove risiedono comparti strategici da cui dipendono autonomia e forza contrattuale del territorio.  E’ come se la Chiesa per far cassa invece di alienare qualche remota e infruttuosa colonia alpina, svendesse  il colonnato del Bernini. Emblematica nei suoi passaggi e nel suo fallimentare esito finale è al riguardo la vicenda relativa ad A2A, cordata che, in assenza di convincenti contropartite a vantaggio dei cremonesi e del territorio, dispone ormai della città come di esclusivo terreno di caccia. La deludente realtà è che Cremona è oggi una città sporca, buia, insicura, degradata, impoverita, afflitta da un inquinamento su cui chi dovrebbe non spende più una parola. C’è quanto basta e avanza per indurre una classe dirigente che realmente la ami a  rimboccarsi le maniche sull’agenda dei problemi reali finalmente rinunciando alla pericolosa scorciatoia delle originali trovate e degli effetti speciali.

 

Ada Ferrari

13 risposte

  1. Ciao Ada ciao Vittoriano,
    come ripeto da anni – o almeno ci provo – il progressivo sgretolamento del “capitale sociale” di Cremona avrà – o ha già – effetti devastanti sulle generazioni future. Non solo le realtà da te citate ma anche altre sono state “alienate” per una “migliore gestione patrimoniale”, fatto che riduce enormemente il peso politico dei rappresentanti eletti e la possibilità di un confronto con gli stessi. Nel lungo periodo queste scelte rappresenteranno la vera matrice di una città destinata all’abbandono, senza un capitale sociale – si dice – gli investimenti non arrivano e, senza di loro, le possibilità di sbocchi professionali si riducono. E’ una legge non scritta della economia finanziaria. Ciò che mi preoccupa è proprio la visione nel lungo periodo, ovvero quel periodo di tempo in cui, a prescindere da tutto, determinate scelte dovrebbero trovare terreno fertile per crescere grazie a persone che abbiano la lungimiranza per capire quanto acuto potrà diventare questo declino e come cercare di limitarlo. Saluti

  2. Analisi lucida che ci rimanda questa immagine molto concreta di città governata dalle lobby economiche a cui il quadro politico locale stende un tappeto rosso e si posiziona ai lati dello stesso inchinandosi al loro passaggio.
    I cittadini, se va bene, stanno a guardare poiché in questa involuzione della democrazia non c è spazio per il dissenso ( non è più tempo dei se ma dei come ..siamo già oltre l’inizio ..).
    Se fai parte della parrocchia giusta ti viene concesso un posto a sedere per ascoltare ..se invece sei una voce fuori dal coro ..puoi sgolarti nelle piazze, tanto nei palazzi della politica opportunamente insonorizzati la tua voce non arriva.
    Si ricorderanno (tutti centro sinistra e centro destra) dei cittadini solo fra 4 anni quando in prossimità delle elezioni torneranno a blandire una platea sempre più disillusa e lontana e a cammellare le truppe per garantirsi un futuro.

  3. Aggiungo alle analisi ineccepibili della professoressa Ferrari che ormai siamo allo slogan per l’ospedale e per l’autostrada Cr-Mn, all’arrocco della lobby politico – imprenditoriale cremonese che ha i due suoi alfieri in Arvedi e Pizzetti del “cosa fatta, capo ha” e quindi l’ospedale “si fa perché si fa” e idem l’autostrada. Per carità, gli imprenditori fanno i loro interessi ma è sotto gli occhi di tutti, a destra e a sinistra, che la giunta cremonese di “sinistra” non è altro che la riedizione riveduta e corretta del vecchio doroteismo democristiano e che forse non ha capito il senso del messaggio elettorale dell’anno scorso: vincere per soli 200 voti vuol dire che questo, se non si cambia veramente, è l’ultimo giro.

  4. Grazie per il suo intervento a favore di una politica che comprenda anche la “partecipazione dal basso” di movimenti o comitati o semplici cittadini che hanno a cuore il bene pubblico.
    Non ho capito, anzi ho capito, ma non mi rassegno alla sua visione degli esiti che questa partecipazione dal basso producono. E vero che nella quasi totalità i risultati sono negativi, ma a maggior ragione per un tema/problema com’è la costruzione di un nuovo ospedale a Cremona, che fra le altre cose mobiliterà una cifra notevolissima (si parla di più di 500 milioni) i cittadini devono mobilitarsi, non solo con una firma sulla petizione, ma con ogni tipo di intervento lecito e pacifico. Per esempio dichiarando la loro contrarietà a questo progetto. scrivendo ai media locali e regionali
    Quanto lei scrive in merito alla proposta di un progetto alternativo per la riqualificazione dell’attuale Ospedale, mi sembra pessimistico e, vista la taratura dalla quale proviene l’affermazione, potrebbe portare per chi legge ad uno scoramento, ad una depressione, ad un ulteriore disinteresse.
    Non vogliamo con questo dire “stringiamoci a coorte! siam pronti alla morte!” ma abbiamo elementi per dire che la nostra opposizione continuerà in ogni sede possibile, anche in sedi ove si evita volutamente di parlare del movimento.
    Per questo la ringraziamo, e ringraziamo questo giornale di dar voce a chi sistematicamente ci chiude la bocca, non con prove che confutano per es. la nostra proposta di progetto alternativo, ma con preconcetti e disinformazione palese anche tra i rappresentanti politici seduti in consiglio comunale, nonostante da tempo abbiamo consegnato loro il nostro progetto.
    Nella sua lettera scrive:
    “in relazione al progetto del nuovo ospedale: seimila firme contrarie e un Movimento che non si è limitato al ‘no’ secco ma ha messo capo a un’articolata ‘sfiducia costruttiva’. Si è prodotta un’alternativa per la riqualificazione del nosocomio cittadino corredata di calcoli di fattibilità e cifre riguardo a costi, posti letto, possibilità di evitare ai cremonesi anni di incognite, disagi e forzato ricorso alla sanità privata. Di fronte all’evidente sensatezza della controproposta, già sconfitta peraltro all’atto della nascita, c’è da chiedersi quale sia ormai il residuo peso dei reali interessi della comunità locale nei processi decisionali e nelle relative priorità”
    La nostra controproposta non riteniamo sia nata e poi subito morta nella culla.
    Sarà cosi se non verrà “adottata” dai cittadini che credono sia possibile che un’idea possa venire dal basso e avere cittadinanza al pari, o ancor di più, delle decisioni prese da chi abbiamo eletto “per governare un processo”, non per deciderlo senza condivisione, o condividere/informare senza possibilità di sottoporre motivi validi tali da invertire la rotta.
    grazie
    Enrico Gnocchi
    sostenitore del “movimento per la riqualificazione dell’Ospedale di Cremona”

  5. Mi sembra necessaria e dovuta una chiosa. L’unica parte politica candidata alle amministrative 24 che si era intestata una serrata battaglia contro il progetto del nuovo ospedale e su questo aveva costruito una lista è ‘Cremona Cambia Musica’, che anmovera in quota anche Cinzia Zampini. La lista ha visto eletta in Consiglio Comunale la capolista Tacchini che ora si adagia e, in un contesto formale nell’esercizio delle sue funzioni, dice di fatto ‘sì’ al progetto. Alla provocazione di Pizzetti che invita il fronte del no a “passare il Rubicone” e a collaborare, Tacchini si acconcia a rispondere (21/2) con la richiesta di “un’informativa in un prossimo consiglio comunale che permetterà ai cittadini di essere aggiornati sui progressi e sugli sviluppi del progetto”, richiesta che non può essere letta che come una capitolazione, una resa alle logiche della realpolitik cioè faccio quello che mi conviene per restare a galla politicamente, dunque “un inchino alle lobby cui il quadro politico locale stende un tappeto rosso”, solo che il quadro politico locale oggi include anche la parte che Zampini rappresenta.

  6. Splendida analisi. Si è in pratica tornati all’epoca in cui la “plebe” non ha voce in capitolo, soprattutto se i feudatari hanno interessi che non coincidono con quelli dei suddetti. Ciò che deprime è la totale noncuranza con cui decidono in modo sfrontato, le sorti di una città. Per contro i nostri concittadini, tranne una sparuta minoranza, subiscono inerti e con una sorta di rassegnazione.

  7. Concordo con l’ analisi della professoressa Ada. Personalmente ho quasi vissuto la costruzione dell’attuale ospedale in quanto mio padre fece parte dell’ illuminata commissione aministratrice guidata dal dott.Priori (cui tra l’altro è dedicato il largo di accesso ) e dal direttore amministrativo dottor Celeste Cottarelli (padre dell’economista Carlo) formata da esponenti di forze politiche spesso in grande disaccordo tra loro ma che seppero comunque mettere da parte le beghe politiche per arrivare in pochi anni alla realizzazione. Allora un motivo plausibile c’era il trasferimento del vecchio nosocomio oramai obsoleto che ormai rappresenta uno dei contenitori vuoti. Non dimentichiamo che la comunità cremonese non fu solo spettatrice ma indirettamente partecipò perchè per finanziare i lavori la commissione fu costretta ad alienare gran parte del patrimonio fondiario frutto della generosità di illustri beneffattori che ora rischia di andare perduto in modo definitivo. Forse il motivo che sta alla base è che rappresenta un'”occasione da non perdere”. Evidentemente le forze politiche cremonesi sono passate da progetti di lungo respiro al “carpe diem ” di oraziana memoria.

  8. I politici ruspanti vedono solo il becchime davanti agli occhi, non riescono ad immaginare quello che sta un po’ più in là, figuriamoci se immaginano il futuro.

    1. Nuovo ospedale, nuovi supermercati, poli logistici e autostrada Cremona-Mantova, elencando i progetti più sostanziosi, ne sono la prova.

  9. Per restare in tema, sono polli da batteria che non hanno una vera e propria autonomia, ma agiscono seguendo ordini ben definiti che arrivano dall’alto. E siccome da noi i “vertici” sono tutti concordi e allineati, potremmo pensare che sopra i “vertici” ci sia un dominus che li coordina e impartisce direttive.

  10. Da qualche editoriale in qua la nostra Professoressa si occupa di temi e problemi locali. Forse si è accorta che toccare corde sensibili in questo senso avvicina più lettori alle sue perfette analisi essendo coinvolti da vicino e le procura più “like”.Benvengano i suoi pareri se smuovono più persone!

    1. In verità mi sono sempre e da anni espressa su problemi locali. Ma temo che lei equivochi circa le ragioni. I like nemmeno li vedo mentre presto sincero interesse ai commenti anche negativi. Quanto ai like di cui sono voracissimi gli Influencer, razza da cui disto anni luce, li lascio volentieri a loro . Ma grazie del suo apprezzamento!

  11. Permettetemi di aggiungere un secondo commento ai numerosi e contrapposti commenti che ha suscitato l’analisi di Ada Ferrari.
    Ora, per chi crede che sia possibile “dal basso” cambiare le cose, cambiare anche scelte dal valore economico gigantesco, per il nuovo ospedale si parla di più di 500 milioni, è giunto il momento, come diceva Marco Davò avvenne negli anni ’60 per l’attuale Ospedale, “di mettere da parte le beghe politiche” per far pesare ogni azione che ha come obiettivo FERMARE la costruzione di un nuovo ospedale a Cremona.
    In questi 20 mesi di lotta del “movimento” tanti hanno suggerito soluzioni diverse, tanti si sono sbizzarriti in proposte anche valide, ma che non hanno trovato seguito tra la gente, anche perchè la controparte li ha silenziati o ha imposto ai propri iscritti ai partiti di non fiatare. Altri hanno osato troppo pensando che parlando e dicendo che si poteva cambiare l’universo si sarebbe potuto migliorare il nostro pianeta..
    Ora che carte abbiamo da giocare per vincere la partita? A mio avviso le persone che stanno alla finestra e si limitano a fare grandi analisi e dietrologie possono “applicare e verificare la loro teoria” con azioni sperimentali, agendo innanzitutto in prima persona, applicare ciò che teorizzano, o ad aggregarsi dove pensano ci siano più possibilità nel dar forza ad una azione più vincente di altre forti solo sulla carta.
    Il “movimento” ha carte ancora da giocare e presto informerà i cittadini cremonesi quale sarà la decisione presa.
    Il tempo di discutere è quasi terminato. L’analisi del “progetto di fattibilità tecnica ed economica” preparato dal vincitore Cucinella è ora all’esame di una commissione apposita regionale, che tra poche settimane sarà conclusa e spianerà la strada alle successive fasi che porteranno rapidamente alla posa della prima pietra. Non stiamo a discutere sul sesso degli angeli. Chi non vuole fare solo retorica, e sfruttare l’argomento per mostrare il proprio nome in prima pagina, si attivi con proposte e le porti avanti in prima persona o con altri che ne condividono la validità.
    Ora sapete dove trovarci: movimentoriqualificahcr@gmail.com,
    ora sapete dove firmare la nostra petizione: https://chng.it/Zs4ZgsrMLQ
    grazie se vorrete sostenere, soprattutto lavorandoci, il nostro movimento
    Enrico Gnocchi
    sostenitore del “movimento per la riqualificazione dell’Ospedale di Cremona”

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