Non passa giorno senza che il cittadino si scontri contro il muro di gomma della burocrazia, micidiale palla al piede del Paese. L’ultimo, clamoroso caso è il blocco dei finanziamenti a Reithera, la biotech di Castel Romano che ha realizzato il vaccino italiano anti covid. Il farmaco ha già superato con successo la fase 1 della sperimentazione che ha coinvolto anche volontari cremonesi ed è pronto ad affrontare le successive fasi 2 e 3. Ma la Corte dei conti non ha registrato il decreto per la sua produzione perciò a tutt’oggi sono bloccati i fondi che la società farmaceutica attende da Invitalia. Il ministero per lo Sviluppo economico puntualizza in una nota che il piano per la produzione vaccini va avanti e attende le motivazioni della decisione della magistratura contabile, arrivata l’11 maggio scorso su un decreto interministeriale emesso il 25 gennaio. Già la tempistica su un tema di vitale importanza dimostra la farraginosità dei controlli. Nel merito, la mancata registrazione del provvedimento impedisce a ReiThera di ricevere 50 milioni, di cui 41 a fondo perduto, degli 80 previsti dal decreto rilancio per la produzione del vaccino nazionale. L’ufficio del controllo ha infatti ritenuto che ‘le risposte ricevute dall’Amministrazione non fossero idonee a superare le osservazioni formulate nel rilievo’ perciò ha deferito la questione all’esame del collegio della sezione centrale controllo di legittimità che ha negato il visto sul decreto. In conclusione l’atto non è stato ammesso a registrazione.
Al momento ReiThera non riceve finanziamenti e il progetto di ricerca industriale e sviluppo, destinato a completare la sperimentazione clinica del vaccino nelle fasi 2 e 3, è bloccato. ‘Prendiamo atto della decisione dei Corte dei conti, che blocca di fatto l’impegno preso a suo tempo dalle parti governative – replica ReiThera in una nota -. Aspettiamo di conoscerne i rilievi per valutare l’impatto che questa avrà sulla nostra operatività’.
C’è da restare allibiti se si considera che l’ex ministro della Pubblica istruzione Lucia Azzolina lo scorso anno ha fatto spendere allo Stato 119 milioni di euro per l’acquisto dei banchi con le rotelle come misura per mantenere il distanziamento in classe ed evitare il contagio tra studenti. Tanto più che una volta giunti a destinazione, cioè nelle scuole, quei banchi sono finiti nei magazzini o nei sottoscala. Nessuno li ha utilizzati, com’era facile prevedere. Perché nessuno dei suoi colleghi in consiglio dei ministri e soprattutto l’allora premier Giuseppe Conte è intervenuto a impedire un palese sperpero di fondi pubblici? Mentre il governo italiano approvava la fornitura dei banchi a rotelle e si contorceva tra aperture, chiusure e coprifuoco, il vituperato presidente Trump varava un finanziamento di 3 miliardi di dollari per garantire agli Stati Uniti l’autosufficienza vaccinale, la vera arma per vincere la guerra al covid 19. E a distanza di un anno, con oltre 3 milioni e 350mila morti nel mondo, la ricerca italiana è imbrigliata nelle pastoie burocratiche. Una vicenda indegna della settima potenza industriale mondiale.
Vittoriano Zanolli
2 risposte
Stato SCHIFOSO !!!
La follia della burocrazia. cieca e sorda pure di fronte alla tragedia e alla morte.