Nel Consiglio comunale del 28 settembre è stata approvato un documento centrale e determinante per il futuro della nostra città: l’adozione della variante al Piano di Governo del Territorio. Una variante che si sostanzia nella scelta di non consumare più terreno agricolo. Le aree edificabili, con questa variante e la precedente variante puntuale, vengono ridotte di ben 670.000 metri quadrati che sono pari, per fare un riferimento plasticamente visibile, a 93 campi di calcio.
Una scelta che insieme ad altre, quale per esempio il ridimensionamento delle metrature delle medie strutture di vendita, propone una Cremona del futuro con una fisionomia chiara. Una città che fa leva sui suoi punti di forza storici, dalla valorizzazione del fiume Po all’incremento del verde e del bosco urbano, dalla sua filiera agroalimentare alla sua bellezza architettonica e alla tradizione liutaria e musicale. E che continua a investire e a far crescere la città universitaria, grandissimo obiettivo raggiunto dall’Amministrazione in carica con l’imprescindibile contributo di privati.
Di fronte a una chiara e forte, e anche radicale visione del centrosinistra compatto abbiamo assistito a un dibattito consiliare a dir poco imbarazzante.
Da un lato la nostalgia di un modello di città vecchio reiterato da Forza Italia che ridisegnerebbe nuove cementificazioni e nuove strade, quale la strada Sud.
Dall’altro un silenzio imbarazzante di Fratelli d’Italia non pervenuta e non intervenuta su un tema così centrale per la città.
La realtà è che , al di là delle firme congiunte nei comunicati , il centrodestra locale non ha né visione né coesione. E ripete il copione andato in scena nel 2013 quando sulla variante al Pgt si determinò una profonda divisione nel campo del centrodestra.
Roberto Poli
Una risposta
La costruzione del centro per disabili all’interno del parco è un esempio di “incremento del verde e del bosco urbano”?