Premettiamo che il Partito della rifondazione comunista era e rimane contrario alla svendita delle aziende pubbliche che erano beni della comunità, di tutti i cittadini. Siamo sempre stati contrari alla vendita di quote azionarie di Lgh alla multiutility A2a perché volevamo che i sindaci, i consigli comunali mantenessero il controllo e l’indirizzo sulle nostre aziende. Per questo Rifondazione comunista ha rotto con le maggioranze di centrosinistra che governavano e governano Crema e Cremona. Ovviamente non abbiamo condiviso l’operazione di fusione per incorporazione (sich!) di Linea Group Holding in A2A, perché questa procedura è palesemente illegittima, in contrasto con le normative che prevedono procedure di evidenza pubblica, gare, per mettere ‘sul mercato’ quote azionarie di società a proprietà pubblica, degli enti locali.
Ma ora accade qualcosa di ancor più grave. Essendo A2a quotata in borsa, avendo come missione il guadagno per gli azionisti, vuole vendere le reti del gas della nostra provincia considerate non strategiche, ‘non core’, soltanto per fare cassa. Questo è il risultato delle privatizzazioni, la perdita assoluta del controllo da parte degli enti locali che avevano faticosamente costruito le aziende pubbliche, vendute per una manciata di soldi, come fece Giuda che per 30 denari vendette Gesù.
Cosa resterà ai Comuni di Cremona, di Crema e del Cremasco, dopo questa ingloriosa vicenda Nulla, saremo nelle mani di aziende multinazionali che decidono esclusivamente in base al business, come accadrà alle bollette della luce e del gas che vedranno a breve aumenti stratosferici.
Temiamo che la stessa fine potrebbe fare il servizio idrico, anche se solo 10 anni fa un referendum popolare ha affermato l’importanza dell’acqua come bene comune e il servizio idrico come servizio pubblico indispensabile e indisponibile alle voglie del mercato.