Sì alla bacinizzazione del fiume Po e alla sua valorizzazione organica, a livello ambientale, agricolo e turistico. È il contenuto della mozione del Consigliere cremonese Marcello Ventura approvata ieri dal Consiglio regionale. Il parlamento lombardo ha approvato a luglio lo schema di convenzione con AIPO per la realizzazione del programma di interventi al sistema idroviario padano-veneto, forte anche del fatto che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) nella Missione 2 Componente 4 Investimento 3.3 prevede un finanziamento di 357.000.000 di euro per la rinaturazione lungo tutta l’area del fiume PO, dove gli interventi previsti mirano in particolare a riattivare i processi naturali e a favorire il recupero della biodiversità, garantendo il ripristino del fiume ed un uso più efficiente e sostenibile delle risorse idriche.
La bacinizzazione, allo studio da decenni, è in sintesi un intervento che ipotizza la realizzazione di sbarramenti propedeutici ad innalzare le quote dell’alveo del fiume al fine di ottenere i fondali adeguati alla moderna navigazione turistica e commerciale, per garantire l’afflusso d’acqua necessario alle aziende agricole, agroalimentari e prevedendo l’utilizzo plurimo delle acque stesse, con la realizzazione di centrali idroelettriche, regolando il fiume, per consentire una gestione integrata delle risorse idriche del Fiume Po e dei suoi affluenti.
A Cremona è presente il porto fluviale interno più antico, oggetto del varo di una Zona Logistica Speciale (ZLS), dove sono insediate diverse aziende: il tutto legato a un progetto per la rottura del carico ferro-gomma e rendendo così navigabile e maggiormente fruibile il tratto Cremona- Mantova e fino al mare Adriatico. La bacinizzazione può insomma favorire l’adozione di pratiche agricole sostenibili, come l’irrigazione controllata, il risparmio idrico e la gestione consapevole delle risorse idriche. Ciò permette di conciliare le esigenze dell’agricoltura e dell’industria agroalimentare con la conservazione del fiume e dell’ambiente circostante. La bacinizzazione prevede anche la realizzazione di infrastrutture idrauliche e interventi di controllo delle piene al fine di ridurre il rischio di alluvioni e capaci di trattenere l’acqua piovana in eccesso, che può essere riversata nel fiume nel caso in cui vi fossero successivi periodi siccitosi, evitando così gravi danni economici ai territori, si pensi ai 400 milioni di euro di danni causati dalla siccità del 2022 al solo settore agricolo.
Il documento si conclude chiedendo alla Regione di avviare le consultazioni con AIPO e le amministrazioni interessate per promuovere l’attivazione di un tavolo di confronto che vada a integrarsi con le opere già previste dal PNRR per la rinaturazione e la bacinizzazione del fiume Po, nonché a reperire i fondi necessari alla realizzazione del medesimo.
LE DICHIARAZIONI DI MARCELLO VENTURA
“Abbiamo un’occasione senza precedenti: coi fondi del PNRR, ed un progetto organico, potremo rendere il grande fiume ancora più importante e centrale per lo sviluppo agricolo e turistico. Per le province come Cremona, e ovviamente non solo, si tratta di una di quelle opportunità in grado di trasformare virtuosamente un intero territorio”.
Una risposta
Correva l’anno 1971, da giovane direttore del ” Naviglio della città di Cremona” partecipai a Bologna ad un convegno riguardante il Po e le sue acque. Ricordo che uno dei relatori fu l’allora Ministro Beniamino Andreatta che avallò con molta enfasi il progetto SIMPO riguardante la bacinizzazione del Po. Erano i tempi in cui l’ambientalismo faceva i primi passi; l’idea di bacinizzare come avevano già fatto altri paesi Europei per i loro fiumi veniva principalmente sostenuta dalla possibilità di lunghi periodi di navigazione lungo il corso del Po e dalla possibilità di produrre energia elettrica. Oggi penso che il principale fattore di un opera di bacinizzazione sia quello ambientale; basti ricordare che il fondo del Po ha avuto un abbassamento di circa 15 metri e di conseguenza il pelo libero dell’acqua ha ricevuto lo stesso effetto, oltre ad altre problematiche la diminuzione di quota dell’acqua produce un proporzionale abbassamento della falda acquifera creando nel sottosuolo ambienti vuoti, ciò è particolarmente evidente controllando che i numerosi pozzi nelle abitazioni cremonesi sono asciutti. Quindi a mio parere è urgente avviare la grande opera di bacinizzazione del fiume Po.
Marco Ruffini