Caro Direttore,
ho letto con interesse l’articolo di Pietro Cavalli che ha ragione su tutto. I problemi sono diversi: la dipartita delle tre radiologhe è figlia di un malumore all’interno della radiologia e non tanto nell’Area Donna. L’avvento della nuova responsabile, la dottoressa Laura Romanini, che è una cremonese precedentemente trapiantata a Brescia in università, ha creato molti malumori all’interno del gruppo che sono sfociati in queste tre dimissioni. Tenga conto che all’interno del gruppo ci sono altri malumori ma che verranno fisiologicamente colmati attraverso il pensionamento di un paio di colleghi, uno di questi il dottor Gabriele Rozzi. E anche lì potremmo poi domandarci: che fine farà la radiologia interventistica di cui Rozzi è responsabile? Il fatto clamoroso è che non è un medico che si dimette ma sono addirittura tre i medici che si dimettono. Questo la dice lunga.
Per quanto riguarda il discorso dell’Area Donna, il problema sta sempre nel manico, cioè nel responsabile. Quanto ai dati Agenas o quelli Ats non posso dire più di tanto; probabilmente a Cremona si muore molto per la patologia mammaria ma non soltanto per questa patologia neoplastica. Per esempio la patologia neoplastica del pancreas secondo dati che io avevo in passato ricevuto da alcuni medici di base è particolarmente elevata soprattutto nelle aree coperte da onde elettromagnetiche vedi per esempio Bosco Ex Parmigiano. C’è anche da dire che ospedali o centri dove si tratti la patologia mammaria intorno a Cremona ce ne sono tantissimi tenuto anche presente che i cremonesi sono geneticamente esterofili e quindi preferiscono andare tra virgolette all’estero per poi magari tornare con la coda in mezzo alle gambe e ritenere che le stesse cose si potevano fare allo stesso modo e qualche volta forse anche meglio a Cremona.
Infine, tutti sanno tutto ma tutti tacciono perché in ospedale esiste un clima omertoso che ti condiziona al silenzio.
Lettera firmata
Cremona
3 risposte
Finalmente un medico che si espone…..Esistono anche rivalità che si ripercuotono sempre sui pazienti…
Difficile che un dipendente parli di malumori e dimissioni conseguenti.
Nei codici etici e relativi regolamenti disciplinari vi sono clausole specifiche che vietano agli operatori di rendere note questioni che potrebbero ledere l immagine della struttura.
Salvo che non si tratti che configurano il penale i panni sporchi si lavano in casa..
….i panni sporchi si lavano in casa…..però chi ci rimette è la sanità per i cittadini….e questo non è giusto. Vertici !!! Svegliatevi!!!!