Viaggio in treno tra immigrati istruttivo per chi è al governo

12 Maggio 2021
Cronaca di un viaggio in treno da dimenticare. O forse no. Alcuni ragazzi cremonesi decidono di trascorrere il fine settimana a Venezia. Il gruppo parte di buon’ora e tutto fila liscio fino all’arrivo in laguna. Tutt’altra musica domenica sera alla stazione Santa Lucia. Sull’intero convoglio diretto a Verona i passeggeri sono ammassati come sardine. E’ fisicamente impossibile rispettare le norme anti covid sul distanziamento al punto che nemmeno i controllori sono in grado di passare da una carrozza all’altra. Fa caldo. Molti viaggiatori sono privi di mascherina o la tengono allegramente calata sul mento. Basterebbe una sola persona infetta per contagiarne decine, con buona pace delle menti illuminate che hanno concepito e inserito il coprifuoco tra le misure atte ad impedire la diffusione del virus senza disporre misure elementari di sicurezza sanitaria, queste sì indispensabili, sui mezzi pubblici . A Verona si cambia. L’intercity diretto  a Milano è affollato come la metropolitana di Tokyo nell’ora di punta. Nuovo cambio a Brescia da dove alle 20,30 parte il locale per Cremona. I vagoni sono inaspettatamente gremiti, quasi esclusivamente di immigrati: neri, nordafricani, asiatici. A bordo sono la maggioranza. Qualcuno sta educatamente seduto al suo posto. I più spadroneggiano dando il peggio di sè. C’è chi ascolta la musica a tutto volume, chi urla per farsi sentire da un capo all’altro del vagone, chi si sdraia sui sedili, chi fuma incurante del divieto. Si fanno beffe degli altri passeggeri che vogliono viaggiare tranquilli e arrivare a destinazione senza noie.  Appare il controllore, una donna. Chiede garbatamente il biglietto agli stranieri. Nessuno la degna di uno sguardo. Solo un nero coi piedi appoggiati sul sedile di fronte alza la testa, la squadra con sufficienza, solleva una mano e le dice: ‘Tranquilla, non ti preoccupare’. ‘Alla prossima fermata scendiamo’ precisa un marocchino. ‘Certo che scendi’ replica imbarazzata l’addetta al servizio che si allontana e chiede il biglietto ai cremonesi, gli unici in regola col documento di viaggio. E’ una scena che si ripete spesso. Nessuno di loro paga e comprensibilmente non c’è controllore che tenti di procedere nei loro confronti. Un loro collega che aveva affrontato uno straniero sprovvisto del biglietto è stato prima malmenato, poi sospeso dal servizio perché aveva insultato il suo aggressore. Colpirne uno per educarne cento: il detto di Mao Zedong, ripreso dalle Brigate Rosse, è sempre valido. Quanto più lo Stato si dimostra conciliante, comprensivo e remissivo, tanto maggiore è la spavalderia di soggetti che sul territorio la fanno da padroni, sicuri di restare impuniti. Vivono in strada e campano di espedienti.  Infrangono le norme di civile convivenza perché non hanno nulla da perdere. Sono un pessimo modello per i molti sbandati inclini a seguire il loro esempio e provocano tutte le persone perbene, italiani e stranieri, che invece osservano leggi e regole e che provano una giustificata ostilità nei loro confronti.  Non si tratta di razzismo.  E’ la sacrosanta reazione del singolo cittadino verso un ospite che ha come primo dovere quello di portare rispetto. L’italiano non è tendenzialmente xenofobo. Il razzismo non è scritto nel dna della nazione, ma il passo che separa l’accoglienza dal rifiuto è breve. Dall’inizio di quest’anno sono sbarcate 13mila persone dai barconi provenienti dal Nordafrica. Nello stesso periodo del 2020 erano state quattromila e mille nel 2019, quando ministro dell’Interno era Matteo Salvini.  Il suo predecessore Marco Minniti, unico esponente della sinistra che aveva fermato i flussi senza sequestrare persone a bordo della navi che prestano soccorso, radiato dalla politica attiva è confinato in un campo di rieducazione.  Intanto in sole 24 ore a Lampedusa sono sbarcati in 2.500 quando la  capienza del centro della gestione dei migranti è di 250. Portano voti alla Lega e a Fratelli d’Italia. Indifferenza e insofferenza prevalgono sull’umana solidarietà nel sentire comune anche a causa della crisi economica provocata dall’emergenza sanitaria. Poco importa che l’Italia sia il punto di ingresso per poi raggiungere Francia, Germania e Paesi Scandinavi. La ferita si apre sulle nostre coste e sulle piattaforme petrolifere, nuovo punto d’approdo dove gli scafisti scaricano la loro merce umana. Il governo che fa? Istituisce una cabina di regia. E l’Europa sta a guardare. La Brexit è maturata nella coscienza britannica sull’ondata di immigrati provenienti dalla Polonia e col timore di nuove invasioni. L’Unione europea rischia di rimanere schiacciata sotto il peso politico di migrazioni incontrollate.  Urge intervenire sui Paesi d’origine dei flussi e su quelli di partenza, principalmente Libia e Tunisia, senza escludere rimpatri dei migranti economici, che sono la maggioranza. Qualcuno degli autorevoli esponenti del governo  rinunci una volta tanto all’auto blu. Salga su un treno in servizio su una linea locale. Se avrà la fortuna di vivere la stessa esperienza dei ragazzi cremonesi, farà un viaggio molto istruttivo. Da non dimenticare. Vittoriano Zanolli      

5 Responses

  1. Invito civile è perfetto per i nostri politici che non sarà mai ascoltato. Non è nel loro DNA provare quello che vivono i loro concittadini che li hanno votati. Per questo purtroppo l’Italia è sempre più allo sbando e purtroppo non si riprenderà’ facilmente in tempi ragionevoli. Politici andate in mezzo alla gente e avrete di che pensare …..

  2. Vittoriano, gli unici che rinunciano siamo noi; primo perché siamo educati, poi perché pensiamo sempre che ci sia qualcuno che ha più bisogno di noi e quando c’è una cosa da fare, non aspettiamo che siano gli altri a farla, ma la facciamo prima noi. Come sarebbe bella e diversa questa nostra Italia se ognuno di noi ragionasse prima di fare e di parlare!

  3. ….mi vengono i brividi solo a pensare come sarà tra qualche anno….sicuramente non vedremo mai nessun esponente di governo, o chiunque di questi politicanti, su un treno locale…e chi è al corrente di tutto questo, finge di non vedere, per scelta politica….mi chiedo che visione hanno della società del domani…..

  4. E questo è l’inizio. Sempre più sentiamo di comportamenti sprezzanti da parte di persone che non solo si fanno beffe del nostro vivere civile, ma soprattutto hanno intuito la completa indifferenza dello Stato verso questi comportamenti. L’escalation è già in atto.
    Non c’è paura di impadronirsi della proprietà altrui, come ad esempio alcune abitazioni che sempre con maggior frequenza ci vengono raccontate come occupate con il proprietario o avente diritto non tutelato dallo Stato.
    Ma prima o poi ci sarà la reazione. Forse la gente per bene cambierà convinzioni e abbraccerà il farsi giustizia in proprio. Ed è lì che voglio vedere come si comporteranno le istituzioni.
    Da che parte staranno? Dalla parte di chi non hanno prima tutelato oppure continueranno a mostrare uno Stato nemico e vessatorio?
    Faccio la mia previsione……..Lo Stato dovrà affrontare cittadini ed immigrati.
    Auguri!!!! Arriveremo lì.

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