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Cimitero: incuria del verde, muri a rischio crollo e il mosaico abbandonato

1 Maggio 2023

Commentando un mio articolo sul verde pubblico, l’amico Fernando Cirillo mi consigliò di andare al cimitero per vedere delle “aiuole ben curate e alberi correttamente potati”. Ed in effetti del cimitero ho dei ricordi bellissimi…e non solo per le scoperte soprattutto micologiche fatte in diverse occasioni, ma anche per l’atmosfera di pace e benessere che il luogo mi suscita. Quella salita poi ai piani alti con vista sul Torrazzo lontano, immersa nel verde delle foglie dei grandi alberi vicini, è veramente sublime.

Purtroppo però non è di questo che voglio parlare ora, ma di qualcosa di ahimè molto meno edificante, ma che pensandolo come un servizio alla cittadinanza, potrebbe in futuro portare qualche beneficio.

A  percorrere il lato occidentale, sulla via Boschetto, c’è da rimanere allibiti. Una via stretta fino alla circonvallazione con un Centro sportivo sulla sinistra, un’aiuola spartitraffico centrale nuda e la parete del  cimitero che inizialmente sembra aver perso qualche pezzo oltre che poco linda ed inevitabilmente decorata da un enigmatico graffitaro. Attorno c’è qualche piantumazione arborea che però non pare in buone condizioni data l’assenza totale di foglie. (foto 1 centrale) Che siano rinsecchite per mancata manutenzione idrica? In realtà avvicinandosi qualche gemma la si nota. Chissà se ce la farà. In assenza d’acqua sarà dura.(foto 2)

Ma il bello deve ancora venire, in una escalation di inimmaginabili decadenze, una vera e propria perdita di nobiltà del luogo.

Proseguendo sulla via Boschetto, infatti, compare l’edera e gli associati disastri. Ora la parete del cimitero risulta irriconoscibile perché quasi completamente ricoperta dalla rampicante; solo un comignolo a stento riesce ancora ad emergere. (foto 3)

Già si vedono alberi spezzati e precipitati all’interno del camposanto (foto 4)

Il filare di piante si trasforma in un’intricata selva ove le piante rinsecchiscono facilmente e crollano all’interno (foto 5, 6) o rischiano di finire sulla strada anche della corsia opposta per la ristrettezza della via, come questa alta e maestosa robinia ampiamente colonizzata dall’ indesiderata rampicante, posta proprio sul ciglio (foto 7).  Chi transita forse non si rende conto del rischio che corre.

Ma il cimitero non finisce ancora di stupire, da questo lato. Abbiamo visto pareti scrostate, disgregate, ma questo no!! (foto 8) Una parete ampiamente puntellata, a rischio crollo dunque dove l’edera svolge evidentemente un ruolo di primo piano nel dissesto. Mi chiedo: ma nessuno l’ha vista? E perché l’hanno lasciata lì? E perché non sono andati oltre a riparare? Non c’erano più soldi?

Altre sorprese riserva la scalinata che porta sulla carrozzabile sopra la ferrovia  verso via Dante.

Dei due lati, uno è percorribile benché indecorosamente scarabocchiato, quello di sinistra. (foto 9). L’altro invece è sbarrato (foto 10), in  totale dissesto e abbandono. Niet di qui non si passa. (foto 11) Scalinata destra a scendere. Sinistra a salire. Destra sinistra che differenza fa, direbbe Gaber?

E pensate che sia finita qui in questo giro turistico attorno al cimitero? Assolutamente no!! Ecco la chicca finale.

Non ne sapevo niente, finché non ho incontrato un giudice che mi ha detto di andare a vedere alla base della scalinata. Lì c’era un mosaico, forse del primo novecento, su cui compariva una scritta attribuita a Tito Livio e ricorrente nei cimiteri a commemorare i caduti: “Et facere et pati fortia romanum est”. (Istorie, lib.II, cap.12) Tradotto, ” è da romano compiere e patire cose forti”,  Pronunciata da Caio Muzio Scevola, (Cordoba) dopo essere stato catturato mentre in un blitz per rompere l’assedio di Roma da parte degli Etruschi di Porsenna, invano tentò di uccidere il re nemico. Avendo fallito nell’impresa, si punì di fronte al re mettendo la mano nel fuoco senza lamenti e pronunciando quella fatidica frase che impressionò Porsenna al punto che questi lo graziò.

D’altronde nella Roma antica soffrire e morire per la patria contava di più che essere un grande filosofo o artista.. 

Ebbene  questo mosaico è ampiamente disgregato (foto 12) e della frase rimane incompleta solo l’ultima parola (foto 13). Peccato che non sia stato riparato il danno, eppure la segnalazione, quando la frase era quasi completa, risale ad una decina di anni fa. Non è stata riparata forse perché era di origine fascista?  Anche le Colonie padane lo erano, non invece Tito Livio e Muzio Scevola.

Consoliamoci allora con una bella fioritura spontanea di Cymbalaria muralis (foto 14) , una delle poche cose ben fatte su quella stessa parete della scalinata. La natura,  se vogliamo, sa sempre come consolarci, ma per le “aiuole ben curate e gli alberi correttamente potati”, caro Fernando, rimandiamo ad un’altra volta, per oggi ne ho abbastanza.

 

Stefano Araldi

 

4 risposte

  1. L’articolo è interessante per i diversi temi che affronta. A proposito del mosaico con la frase di Tito Livio, famoso storico romano, da cittadino vorrei rivedere ancora la scritta dove l’ho vista un tempo. Il sindaco e l’assessore alla cultura si
    muovano per quanto di comprtenza. Fascista o non fascista chi ritenne di lasciare quella traccia, essa appartiene alla storia. E la storia è fatto che non si cancella . Francesco Nuzzo

  2. Condivido la protesta per l’indecoroso abbandono del complesso, che inizia, come ben documentato, dalle pericolose condizioni delle due scalinate che scendono dal cavalcavia. Tuttavia, passando dal regno vegetale a quello animale, vorrei ricordare che i disastri prodotti nei settori coperti del cimitero (crociera sud ecc) con infiltrazioni d’acqua, distacchi di calcinacci, scempio di affreschi e conseguente instabilità dei rivestimenti marmorei ecc è da addebitare alla numerosissima colonia di piccioni solo tardivamente oggetto di operazioni di allontanamento sistematicamente osteggiate dai soliti sedicenti animalisti che per decenni hanno impedito al Comune di eliminare il problema. Quindi, caro Stefano, se -come apprendo con qualche sconcerto- ami andar per funghi nell’ameno luogo sappi che oltre al contorno, magari accuratamente trifolato, troverai anche nutrienti secondi di piccioni e selvaggina varia.

  3. Politici che vi siete succeduti alla guida della città sia di destra che di sinistra avete fallito, umanamente prima ancora che politicamente. Tranne qualche rara eccezione. Questo è avvilente. Onore nel mentre ai tanti privati che nonostante tutto tengono alla ribalta la città con iniziative culturali, editoriali e pratiche di ogni natura che combattono con il loro grande o piccolo merito contrastando la sciatteria di palazzo.

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