La violenza di genere è una spirale che imprigiona le vittime come la tela del ragno, talvolta purtroppo sino alle estreme conseguenze. Per non restarne irretite, le donne devono vincere le paure, il pudore e ogni tipo di resistenza fisica e psicologica che sin dai primi gesti e dalle costrizioni iniziali lasciano presagire ciò che spesso accade. Superare istintive reticenze e naturali omertà è il passo decisivo per evitare il peggio. L’appello lanciato oggi al convegno promosso dal Sindacato Unitario Lavoratori Polizia al Teatro Filo, gremito di studenti delle scuole superiori cittadine è perentorio: donne, ribellatevi, non chinate mai la testa. Troverete forze dell’ordine, assistenti sociali, organizzazioni quali AIDA, Associazione donne antiviolenza, pronte ad aiutarvi. A introdurre CODICE ROSSO: non sei sola, violenza di genere, è stato l’ideatore e organizzatore, Santo Canale. “Il messaggio che intendo lanciare – ha detto in apertura – è che bisogna fidarsi delle forze di polizia alle quali ci si può rivolgere in ogni momento, anche solo per un consiglio. Le caserme non sono inaccessibili: tutte le forze dell’ordine sono al servizio delle persone, disponibili e sempre pronte a dare una mano. Se ci si fida di noi, parlo a ragion veduta perché appartengo alla Polizia Locale, anche per noi diventa più facile intervenire e aiutare. Agli uomini spetta un ruolo chiave: il cambiamento deve partire da noi”.
Sul palco si sono avvicendate nella conduzione le giornaliste Francesca Morandi che ha parlato della sua trentennale esperienza anche nell’ambito della violenza di genere maturata facendo cronaca giudiziaria per il quotidiano La Provincia e Nicoletta Tosato di Cremona 1. Ha preceduto gli interventi il toccante saluto del vescovo Antonio Napolioni che invitato il pubblico a osservare un minuto di raccoglimento per le vittime della violenza e che poi ha detto: ”Capita che gli uomini leggano in modo sbagliato il capolavoro di Dio, che è la coppia. Ed ecco che il rapporto diventa possesso, dominio. L’affettività è invece la forza più potente del genere umano”.
Si sono poi avvicendati, tra gli altri, il commissrio della divisione Anticrimine della Polizia di Stato Ester Esposito, il tenente colonnello dei carabinieri di Cremona Massimiliano Girardi, Sonia Bernardi vicecommissario della Polizia Locale di Cremona, la presidente dell’Associazione Incontro Donne Antiviolenza Elena Guerreschi, la rappresentante del Servizio sociale di territorio Silvia Ventura, Aurora Romano referente dell’Ufficio scolastico territoriale, Giuseppe Nicoletti, vice commissario Polizia Locale di Bergamo, Barbara Chiara Santapà, maresciallo dei carabinieri di Crema, Francesca Maria Co primario del pronto soccorso dell’ospedale di Cremona. ”Dall’inizio di quest’anno in provincia di Cremona abbiamo ricevuto 29 denunce, cioè una ogni due giorni, ed eseguito 7 arresti per violenza di genere” ha detto Girardi.
Il sostituto procuratore Chiara Treballi ha chiarito che è difficile fornire un numero preciso delle violenze di genere presenti sul territorio cremonese, ma che di certo il numero è in crescita non solo per l’aumento dei casi, ma anche perché la consapevolezza della presenza di un’efficace rete di protezione induce molte più vittime a sporgere denuncia.
Particolarmente significativo l’intervento di Chiara Tramontano, sorella di Giulia Tramontano ammazzata con 37 coltellate dal fidanzato quando era a due mesi dal parto, gesto finale del carnefice che per sei mesi l’aveva avvelenata mediante topicida. Si è presentata in videocollegamento dall’Olanda. Chiara, con grande lucidità, ha sottolineato l’importanza fondamentale dell’educazione impartita dalla famiglia, soprattutto nella vita quotidiana, per gettare le basi di un cambiamento. Su questo si può inserire l’intervento della scuola. La sorella della vittima ha confessato con fermezza di essersi sentita abbandonata dalle istituzioni, come spesso accade alle famiglie delle vittime, al contrario di quanto è avvenuto per l’assassino di sua sorella che è arrivato a dichiarare di essere stato vittima di un raptus che l’ha portato ad accoltellare Giulia e a osare di chiedere scusa. Chiara purtroppo non ha riscontrato le difficoltà di sua sorella e quei segnali che avrebbero potuto portarla a consigliarle l’allontanamento da quell’uomo. Ha descritto sua sorella come ”una giovane troppo poco egoista”: le esigenze e i desideri di tutte le persone che aveva intorno venivano prima delle sue. In questo ha esortato le ragazze a prendersi maggiormente cura di se stesse. In Olanda, dove si trova ora dopo essere stata nei mesi passati in Israele, ha percepito tra le sue coetanee una certa diffidenza nei confronti dell’italiano maschio, del quale risalta il comportamento non adeguato.
Dopo Chiara Tramontano che ha ribadito più volte che le donne devono imparare a mettere se stesse al centro del proprio interesse e non tutto il resto (figli, partner, famiglia e altro), ha preso il microfono Chiara Treballi sostituto procuratore al tribunale di Cremona che ha parlato di stalking, lesioni e revenge porn, un fenomeno largamente diffuso tra i giovani perché più inseriti nella realtà dei social. Reati che assorbono la quasi totalità del lavoro suo e dei suoi colleghi ( 4 su 7 si occupano di questo tipo di delitti). Aumentano casi personali o di amici segnalati a scuola di violenza domestica familiare, anche non di coppia. Si interviene contestualmente con la presentazione della querela: nel giro di tre giorni si ricercano nuovi dettagli risentendo la persona querelante e si adottano misure atte a garantire e tutelare la vittima. Ultima novità il bracciale elettronico. Spesso però la vittima si sente in colpa, minimizza, e in un secondo tempo rimette la querela.
Da un sondaggio condotto da Ispos per conto di Save the Children tra 800 ragazzi di età compresa tra 14 e 25 anni, risulta che tra giovani che si frequentano abitualmente e che hanno una relazione ”un ceffone può scappare”. Particolarmente significativa, tra le altre, la testimonianza di Silvia Priori, referente per la parità di genere, che ha spiegato come sia necessarie indurre le studentesse che subiscono i primi atti di violenza a ribellarsi e a troncare il rapporto. Ragazzi di altri istituti scolastici hanno rivolto domande agli ospiti, inerenti in particolare al comportamento da tenere se si viene a conoscenza o si è testimoni di aggressioni.
A chiusura del convegno dal palco è stato lanciato un appello: ”Non parliamo di tutto ciò che di negativo accade tra le coppie sono il 25 novembre Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”.
Una risposta
Care Forze dell’ordine, sono certa che di fronte a problemi enormi come la violenza sulle donne il vostro intervento non possa che essere tempestivo ed efficace. Per fortuna non ho avuto modo di constatare. Ho constatato invece la vostra poca attenzione, per non dire assenza, quando mi sono rivolta a voi per questioni più semplici e meno importanti, ma comunque di vostra competenza. La fiducia si conquista quando si aiuta a risolvere anche i problemi della quotidianità. Come potrei rivolgermi con fiducia a voi che quando ho avuto bisogno mi avete trattato con sufficienza e disinteresse? Noi ragazzi vi vediamo come dispensatori di punizioni, non come persone che ci aiutano e sono al nostro fianco.