8 marzo. Donne da amare Anche in carcere

7 Marzo 2021

In tanti parleranno di quote rosa, parità e violenza di genere. Tante illustri penne scriveranno sulle testate dei giornali e blasonati opinionisti appariranno in TV. Facciamolo più spesso, non solo l’8 marzo: usiamo i colori e i fiori in modo meno stereotipato, viviamo la parità come normale, denunciamo la violenza come inaccettabile ed educhiamo i nostri bambini al rispetto delle donne, da subito, in famiglia, a scuola, all’oratorio e nelle squadre sportive. Piantiamola con i luoghi comuni e le frasi sessiste, con le battute che umiliano e il body shaming. 

Il modo per fare riflettere i miei studenti sull’8 marzo, quest’anno, parte da un incontro che si è tenuto mercoledì scorso con una donna straordinaria, una suora dal sorriso emozionante, una persona gracile e fortissima. Gli alunni si collegano di pomeriggio, oltre l’orario scolastico, e per un’ora rimangono inchiodati al video dalle sue parole. Suor Franca Busnelli racconta i suoi sette anni di volontariato nel carcere femminile della Giudecca a Venezia, ricorda le storie di alcune delle donne che vi sono detenute. Sono storie ruvide di emarginazione sociale, di tossicodipendenza e di dolore, di bisogno d’amore e di strazianti separazioni, di dieci minuti di telefonate alla settimana ai famigliari lontani, di quei minuti che sono pochi e così si deve scegliere se parlare con i figli grandi o scherzare con quelli piccoli. Poi ci sono quelli piccolissimi da crescere in carcere e a cui nascondere le divise delle guardie carcerarie. Una sorta di pena del contrappasso: costrette alla reclusione in una delle città più belle al mondo, la possono solo immaginare.

 Suor Franca trasmette ai miei alunni e a quelli di altre due classi della scuola un messaggio straordinario nella sua semplicità: si può sbagliare e si deve pagare, ma il carcere deve rieducare, deve offrire la possibilità di un riscatto. Agli studenti arriva come un’onda potente la certezza che si può inciampare anche più volte, ma ciò non impedisce di essere accettati, accolti, amati. In un periodo così complicato della loro esistenza, la preadolescenza, la narrazione asciutta e profonda giunge come una carezza inaspettata. È un’onda che bagna ma non travolge, perché è necessario conoscere e comprendere che dalle storie di quelle donne dannate si impara a fare i conti con le fragilità e con la verità.  Persone come suor Franca e i volontari nel carcere seminano amore e propongono concrete opportunità, prospettano la possibilità di credere ancora in se stesse, di vedersi come donne a cui scelte sbagliate hanno portato via affetti e sicurezze, ma a cui è possibile restituire dignità e comprensione. 

Se la società entra nel carcere lì dentro si vive, altrimenti si muore. L’articolo 2 della Costituzione che richiama al dovere della solidarietà non resta un periodo da studiare a memoria, ma è davvero agito, è esperienza formativa, è un messaggio universale d’amore.

Ecco, il mio modo per parlare delle donne, quest’anno, passa da Venezia, attraversa il sorriso dolce e accogliente di suor Franca, una donna che è madre, perché l’esserlo è una condizione che appartiene a qualunque donna decida di amare e dedicarsi agli altri, una donna che insegna a me, alle mie colleghe e ai nostri ragazzi che le donne vanno amate e basta, di qualunque colore sia la loro pelle, qualsiasi sia la loro religione, qualunque sia la loro colpa.

 

25 risposte

    1. Grazie Lucrezia, racconto solo le esperienze che la vostra partecipata presenza mi consente di vivere e di sentire in quel modo.

  1. Davvero bellissimo, profondo e interessante. Veramente un bel modo per parlare della festa delle donne.

    1. La giornata delle donne, Beatrice, ha bisogno di essere sentita ogni giorno da donne e uomini, perché purtroppo ancora troppe sono le vittime di violenza di ogni genere. Questo è solo uno sguardo particolare sul molteplice mondo delle donne. Grazie davvero per le tue parole

  2. Carissima Alessandra, ho il piacere di essere amico di Suor Franca e di far parte del gruppo dei volontari delle donne della Giudecca. Quando entri in un carcere il tuo sguardo sul mondo e sull’uomo cambia. Ti accorgi del limite e della finitezza, prima della tua che di quella degli altri. Esci e non puoi più restare indifferente a chi tende la mano. Suor Franca, come hai giustamente notato in quest’ora di incontro, non fa prediche, non fa grandi discorsoni, parla con la sua vita, con la sua testimonianza. Lei incontra, ascolta, accompagna, gratuitamente e sempre.
    Le donne che ho incontrato in carcere in questi anni, le ho nei pensieri. Sono figlie, madri, sorelle fragili, ma che sanno darti tanto e, con le loro storie, ti fanno comprendere quanto la vita sia davvero strana, a volte ingiusta, a volta troppo dura, ma altre volte piena di Speranza perché, sempre ti dona un’altra chance.
    Grazie per queste tue parole, vere, autentiche e profonde. E grazie per aver dato l’opportunità ai tuoi ragazzi di conoscere un microcosmo, quello del carcere, troppo sconosciuto e del quale spesso si parla solo con frasi fatte o luoghi comuni.

    1. Sono rimasta colpita io e sono rimasti colpiti i ragazzi. Non è cosa da poco arrivare a toccare la sensibilità degli adoloscenti. Si sono sentiti coinvolti dalla profonda umanità di quella donna e di quella di tutti quei volontari che, come te, portano la realtà dentro quelle mura. Poi tu sei straordinario, perchè porti la loro realtà nelle scuole dandoci la possibilità di conoscerla. Scambi umani, speranza di vita e di interazione, la vita. Grazie a te dunque Alessandro

    1. È interessante il lavoro umile e indispensabile di suor Franca e dei volontari, grazie Emma.

  3. La incontreranno a breve anche le terze della mia scuola e dopo aver letto questa esperienza non vediamo l’ora. Grazie per aver condiviso le tue impressioni.

  4. Grazie Sr Franca a te e a tutti coloro che lavorano con te e a tutte le donne che tu incontri e porti un sorriso di speranza a tutte voi e a tutte le donne dedico questa poesia
    Donna
    sorriso di Dio.
    per ogni bimbo che nasce,
    cresce, raggiunge la pienezza
    poi carico di anni,
    vola dalla terra e rinasce in cielo.
    Donna: armoniosa creatura
    carezza di Dio,
    con lui sfiori ogni cosa.
    Donna:
    respiro di Dio
    che ti ha pensata, creata,
    anello di relazione, nell’accoglienza,
    addolcisce ogni differenza.
    Donna:
    in questa società,
    apparentemente gelata,
    tu vivi, ami, soffri e lotti,
    molte volte la tua vita
    dalla violenza spezzata…
    Donna:
    mimosa soave,
    è giallo il colore,
    indelebile come il tuo Amore.
    Sr B ciaoooo

  5. Ho letto con attenzione le tue profonde riflessioni.
    Ti ringrazio per portare queste esperienze vicine alle ragazze ed ai ragazzi, per la possibilità che offri loro di poter conoscere mondi così difficili, da un punto di vista ricco di umanità. Anch’ io ho la fortuna di conoscere Suor Franca ed alcuni dei suoi meravigliosi volontari ed è una grande ricchezza.
    Grazie per questi spunti di riflessione e approfondimento che ci hai offerto.

    1. Grazie a te Ornella, in realtà è Alessandro Parmigiani che ha permesso questo incontro, io mi sono, limitata a raccontare ciò che mi ha trasmesso 😊

  6. Un bell’articolo che spiega che celebrare l’8 marzo è importante, non solo per fare festa, ma capire l’essenza di questo giorno che, come è scritto nel testo, non è abbastanza. È di fondamentale importanza capire come questi insegnamenti appresi dall’articolo permettono non solo di ottenere o almeno tentare di arrivare alla parità di genere, ma permettere alla società di fare un passo in avanti ed evolversi nel modo di pensare e di agire con intelligenza. Ciò si ha solo se i ragazzi, futuri cittadini, vengono istruiti e si ritorna, quindi, sempre alla base di ciò che è la locomotiva del paese, l’istruzione. Mi fermo nuovamente nel mio pensiero che l’educazione è ciò che permette alla società di evolversi. Ma non intendo solo l’educazione del sapere, ma anche quella comportamentale, che viene prima di tutto; stabilire rapporti e la comunicazione sono le cose più importanti.
    Complimenti come sempre alle iniziative promosse da persone competenti e divulgate dalla prof Fiori 💖

    1. Cara Sara, nel tuo commento sono presenti tanti pensieri, sicuramente l’istruzione e la conoscenza sono la strada maestra per il riscatto, sempre. Grazie per le tue parole 😊

  7. Alessandra,
    scrivere un commento a questa riflessione è difficile, tutto risulta banale rispetto alla profondità dei pensieri espressi con capacità ma soprattutto con il cuore! Mi rattrista il pensiero che la capacità di ascoltare, accogliere, amare senza pregiudizi sia ancora di pochi ! Di chi come Suor Franca ne ha fatto una scelta di vita e dei volontari che l’accompagnano. Io, nel mio piccolo presto aiuto in un centro che si occupa delle donne che non sono state amate dai mariti, maltrattate, ridotte in schiavitù, messe sulla strada e abbandonate con i loro figli. Donare il tempo a queste donne mi ripaga con l’affetto che ricevo da loro e dai loro bambini. Ho imparato tanto, è uno scambio reciproco di aiuto, io ascolto senza giudicare e invidio la loro voglia di vivere nonostante tutto. Suor Franca abbiamo bisogno di lei, della sua voce che urla e diffonde il messaggio universale dell’amore e della solidarietà ! Abbiamo bisogno della sua forza quella che apre le porte del carcere e mostra l’umanità delle donne che, per molti, hanno perso diritti e che non meritano un’altra opportunità! Disse Bertolt Brecht e io ricordo a Suor Franca
    “Chi combatte rischia di perdere, ma chi non combatte ha già perso!”
    Manuela

    1. Grazie Manuela, sono contenta che le mie parole siano arrivate e abbiano colpito chi, come te, può comprenderle fino in fondo. Tu e suor Franca avete già vinto.

  8. Come giovane, sono molto toccato dalla figura di Suor Franca e delle donne della Giudecca. La prima ha speranza e fiducia sconfinate, basate sulla certezza quotidiana che in ogni persona c’è del Bene che può fiorire con il dono dell’Amore. Le detenute sorprendono per la sete di relazioni, di dialogo, di supporto… ma anche per la voglia di rinascita. Due mondi così distanti, che entrano in contatto nel mondo del carcere. Che bello poter incontrare tanta ricchezza femminile!

    1. Che un ragazzo giovane, un uomo, riconosca al mondo femminile tanta delicata attenzione è meraviglioso, ma, ancor più lo è che un ragazzo, a prescindere dal genere, dedichi il suo tempo al volontariato, congratulazioni davvero.

  9. …..che meraviglioso modo per festeggiare l 8 marzo!!!! Grazie prof. Alessandra che ha scelto la testimonianza di suor Franca che racconta le sue fragili ragazze nel carcere della Giudecca. Persone comunque da amare……ai suoi ragazzi, prof, rimarranno impressi i tanti errori, ma anche la tanta sofferenza di queste persone e il tanto amore che suor Franca dona loro… Il bello è che il bene è contagioso e infatti ci sono anche giovani volontari che la aiutano…
    È un buon inizio per i ragazzi essere condotti verso il rispetto, il non giudicare e comprendere che si può cadere ma ci sarà sempre una mano tesa….tutto questo si può riassumere in una parola: Amore ❤️❤️❤️Buon 8 marzo ❤️❤️Amore sempre non solo oggi ❤️❤️❤️

  10. Grazie Attilia per le sue parole. Sì, queste esperienze credo rimarranno impresse nella memoria dei miei ragazzi. Si cresce e si matura soprattutto attraverso le esperienze e ascoltare le parole di Suor Franca sono convinta sia una di quelle che non potrà essere dimenticata. Ha ragione, è una grande lezione quella di non giudicare. A scuola noi attribuiamo i voti ai ragazzi, è vero, ma io spiego loro che il voto non è un giudizio di valore, solo la misurazione di una prestazione. Grazie

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