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Cominciamo da Joe Biden. Il Presidente degli Stati Uniti è risultato positivo all’infezione da virus covid. Il dispaccio Ansa del 18 luglio ci informa che il Presidente sta bene, “ha sintomi lievi perché è stato vaccinato e ha preso il booster”. E’ stato previsto un breve periodo di isolamento nel Delaware dove prosegue a lavorare per la campagna elettorale che per lui, col suo ritiro, si è conclusa ieri. Immagino che la natura dell’isolamento, ormai non più obbligatorio, abbia in questo caso un valore precauzionale vista l’età di Biden, ciò che rappresenta per l’America e, probabilmente, anche per metterlo a riparo da altre gaffes alle quali ormai da tempo il Presidente ci ha abituato. Magari proprio sui vaccini: in un momento di lucidità Biden potrebbe essersi domandato se “i sintomi lievi” fossero da attribuire all’azione del vaccino o se, al contrario, fossero secondari a una perdita fisiologica di virulenza del virus coronale. Ecco il motivo dell’isolamento.

Ursula von der Leyen. Condannata dalla Corte UE per la scarsa trasparenza nella stipula dei contratti per l’acquisto di vaccini covid durante il periodo di pandemia (si parla 2,7 miliardi di euro per un ordine di 1 miliardo di dosi con alcune case farmaceutiche) e per il rifiuto di dare pubblico accesso ai documenti contrattuali. Nello scandalo, ribattezzato Pfizergate, la von der Leyen avrebbe contattato tramite sms il ceo di Pfizer Albert Bourla (ma anche altre aziende) allo scopo di bloccare l’acquisto dei vaccini.  Nonostante il palese conflitto di interessi, per onorare il noto adagio partenopeochi ‘a fa cchiù sporca è ppriore!” (chi si comporta peggio è quello più premiato), Ursula von der Leyen è stata confermata alla presidenza della Commissione europea per altri 5 anni con 401 voti a favore, 284 contrari e 15 astenuti. Le schede bianche sono state 7. Soliti inciuci. 

Leggo che in Italia sono in aumento i casi di covid. Il virus sta registrando un picco infettivo estivo, come già accaduto negli anni precedenti.  I dati di monitoraggio del ministero della Salute e Iss aggiornati al 19 luglio registrano una crescita pari al 62%, in aumento rispetto alla settimana precedente, con una percentuale di occupazione di posti letto sostanzialmente stabile. La nuova variante KP.3 (sottogruppo di JN.1) si conferma come predominante rendendo conto del 40.5% dei sequenziamenti rispetto al 24.4% del mese di maggio. Contemporaneamente, la variante JN.1 sta iniziando a mostrare segni di declino con un calo percentuale di sequenze. L’ultima valutazione (aprile scorso) la catalogava fra quelle a basso rischio per la salute pubblica a livello globale.

Allo stato attuale i vaccini sono adattati a Omicron XBB.1.5 e in teoria dovrebbero coprire la variante JN.1 coi suoi sottogruppi perché appartengono al gruppo Omicron. Che questa variante sia meno contagiosa e con sintomi che possono confondersi con una comune virosi estiva, ne è testimone chi scrive. Temperatura febbrile appena al di sopra dei 38 gradi, modesta rinorrea e secrezione bronchiale con fastidiosa tossicola, mal di gola, perdita di gusto e parzialmente di olfatto. Terapia sintomatica per tre giorni, mascherina nei locali affollati, tenersi a distanza da anziani, fragili e gestanti.

Anch’io come Joe Biden sono stato vaccinato, nonostante tutto. E nonostante le informazioni che giungono dagli esperti, forse un aggiornamento del vaccino (ma senza troppe speculazioni, si parla di salute pubblica!) andrebbe preso in considerazione. Anziani, popolazione in età pediatrica, fragili e operatori sanitari ne trarrebbero vantaggio. Anche Joe Biden. 

 

Fernando Cirillo

 

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Mino Boiocchi

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