Ambiente, non c’è un pianeta B che ci riceverà

2 Aprile 2021

Scenari nuovi si stagliano all’orizzonte. L’impegno per rallentare la corsa dietro il malefico pifferaio della società dei consumi e del mercato, che sta conducendo l’umanità verso la sua fine, verso la sua sesta estinzione di massa, prospetta un probabile abbandono della conflittualità. Al posto dello scontro anche fisico dell’uomo contro l’uomo, del ricco contro il povero, del datore di lavoro e del lavoratore, del bianco contro il nero ci sarà un nemico comune da combattere. Chi sta annientando tutto e tutti sono le leggi della fisica e della natura, per troppo tempo violate da modelli culturali insostenibili ed eticamente riprovevoli. Il motivo di questa mutazione è evidente: tutti si troveranno nella stessa trincea a fronteggiare la paura, a cercare di difendersi dalla furia dei cambiamenti climatici, dalle conseguenze del surriscaldamento del pianeta, delle pandemie che si moltiplicheranno. Per dirla con l’ex direttore generale dell’ONU, Ban Ky-moon, «non esiste un piano B, perché non esiste un pianeta B» pronto a riceverci. In altre parole, come qualcuno ha già detto, «o ci salviamo tutti insieme o non si salva nessuno». Se dunque decarbonizzare significa creare speranza di sopravvivenza, la risposta non può che essere una sola: si decarbonizzi! Si abbandonino subito le fonti fossili e l’energia, indispensabile per il lavoro, la si procuri da ciò che la natura ci mette a disposizione con l’acqua, il vento, la luce del sole. Senza cioè che la si debba conquistare con la guerra per ottenerla o la si debba pietire al potente Paese di turno; producendo, tra le altre cose, un cambiamento epocale della geopolitica di questo nostro strano mondo.
Qualcuno ha detto che laddove la comunità di destino scompare, «i raggruppamenti umani cadono in preda alla sclerosi e all’anarchia». Ma è anche vero che la comunità di destino, nel momento in cui è messa alla prova da una guerra o da una pandemia, rimuove nelle società sclerosi e anarchia.
È il momento delle B Corp. In pochi anni, la comunità italiana è cresciuta fino a diventare la più importante e dinamica in tutta Europa. Un movimento fatto di aziende diverse per storia, settore e dimensione, pronte ad unire le proprie forze in direzione di un impatto comune e impegnate anche da un punto di vista legale a considerare tutti gli stakeholder.
Ovunque si vanno definendo nuovi sistemi organizzativi per le imprese, potenzialmente in grado di coniugare crescita e nuovi modelli in cui gli aspetti economico-finanziari vengono inseriti in un più ampio quadro, che considera la dimensione della sostenibilità declinata in comportamenti e pratiche d’impresa misurabili e replicabili. ( 4 continua )
Benito Fiori
per ABC (Ambiente Bene Comune) – La Rete

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