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Il 18 dicembre 2025, in occasione dell’assemblea dei soci di Padania Acque, il Presidente della Provincia di Cremona, pur avendo ricevuto un mandato di voto favorevole dal Consiglio provinciale, riunitosi per decidere in merito a fine novembre, ha scelto di esprimere un voto di astensione sulle modifiche statutarie della società partecipata, determinando il rigetto della proposta, che necessitava di un voto a maggioranza qualificata dei soci.

Riteniamo che la rilevanza di questo episodio non si limiti alla questione del merito della proposta, che era stata approvata da tutti i Consigli comunali del territorio provinciale, ma tocchi un principio fondamentale del funzionamento delle istituzioni: il rispetto dell’indirizzo politico e amministrativo espresso dal Consiglio. Se un presidente può disattendere unilateralmente un atto consiliare senza una motivazione chiara e preventiva, senza consultare né informare il Consiglio stesso, si creano pericolosi precedenti che minano la credibilità istituzionale, soprattutto quando la Provincia si deve coordinare per simili decisioni con tutti i Comuni del territorio.

Ci appare inaccettabile la motivazione della giravolta addotta dal Presidente all’atto del voto in assemblea dei soci, ossia che si sarebbe accorto solo in quel momento, grazie all’intervento di un assessore comunale del Pd, della necessità di un limite ai mandati delle cariche societarie, che la riforma dello statuto non andava a normare. Non solo non c’è alcun obbligo di legge in merito che avrebbe costretto Roberto Mariani a ravvedersi, ma non si tratta nemmeno di un qualcosa di così complesso o fantasioso, tale che non potesse maturare durante il confronto politico precedente. A ben vedere, già durante la discussione in Consiglio provinciale sulla relativa delibera, un consigliere di Fratelli d’Italia aveva espresso le proprie perplessità, richiamando anche una insufficiente regolazione delle cariche societarie. In quella occasione, l’intera amministrazione Mariani, dopo aver ascoltato la discussione, aveva votato a favore dello statuto, senza alcuna esitazione. Anche rispetto alla posizione di Fratelli d’Italia, è doveroso notare che essa sia stata portata solo al momento del voto, e non nelle opportune sedi di confronto preventive all’avvio del lungo iter di approvazioni da parte di tutti i Consigli comunali del territorio e del Consiglio provinciale.

Il risultato di queste correzioni improvvise e organizzate è che tutto rimane come prima; che il tempo e le risorse impegnate dalla società Padania Acque e da tutti quei Comuni che hanno convocato il Consiglio per deliberare, magari con le difficoltà tipiche dei piccoli enti nella condivisione dei segretari comunali, sono state sprecate, perché ora occorre riscrivere ancora lo statuto e riavviare l’iter di oltre cento delibere di approvazione. 

Di fronte a un simile spettacolo, ricco di colpi di scena di pessimo gusto, il gruppo consiliare Centrodestra per Cremona ha presentato un’interrogazione formale al Presidente della Provincia, che dovrà rispondere del suo operato in Consiglio provinciale. 

L’Amministrazione provinciale ha ribadito di voler rappresentare “la casa dei Comuni”, ma i fatti recenti dimostrano tutt’altra serietà nel rispettare un simile principio: semmai la percezione dei sindaci è più quella di un intralcio al lavoro dei Comuni e delle società pubbliche.


Filippo Raglio

Gianni Rossoni

 Valeria Patelli

Gruppo consiliare Centrodestra per Cremona

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