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Tre cause attendono in tribunale la società canottieri Baldesio. La prima è alle porte. Il prossimo 19 dicembre, il giudice Benedetta Fattori si pronuncerà sul ricorso, ex articolo 700, presentato dal socio Alberto Corazzi per l’accesso agli atti del consiglio direttivo. Il magistrato stabilirà se esistono i presupposti per la concessione di un decreto, ‘inaudita altera parte’, per il quale è necessario che vi sia un’urgenza tale da non poter attendere il tempo necessario all’instaurazione del contraddittorio o che l’attuazione del provvedimento verrebbe pregiudicata dall’avviso alla controparte. Non ricorrendo alcuna delle due ipotesi nel caso di specie, ritenuta la necessità di disporre il contraddittorio, il giudice Fattori ha fissato l’udienza il 19 dicembre alle 13 e ha stabilito il termine del 4 dicembre per la notificazione del ricorso e del relativo decreto alla controparte, cioè al presidente della Baldesio che entro il 13 dicembre ha la facoltà di depositare un’eventuale memoria difensiva.

Il decreto del giudice Fattori, datato 22 novembre, è stato poi inviato alla Cancelleria per la registrazione.

Il 30 novembre è stata inflitta dal Consiglio direttivo la sospensione di 6 mesi dalla società ad Alberto Corazzi che ha annunciato ricorso contro tale provvedimento disciplinare ed eventuale richiesta di risarcimento dei danni morali subiti.

A gennaio è fissata la seconda udienza davanti al giudice del lavoro per il licenziamento ‘senza giusta causa’ del direttore Pierluigi Mazzolari, sollevato dall’incarico un anno fa. Alla prima udienza che si è tenuta il mese scorso, il legale dell’ex direttore ha chiesto un risarcimento che è stato rifiutato dal Consiglio direttivo.

La terza causa è fissata il 26 giugno del prossimo anno quando davanti al giudice delle indagini preliminari Elisa Mombelli si terrà l’udienza per la denuncia penale per diffamazione sporta da Alberto Corazzi nei confronti del presidente Alberto Guadagnoli e dei consiglieri: Matteo Monfredini, Lorenzo Fumagalli, Andrea Rossi, Riccardo Gualazzi, Fabio Mirri, Federico De Stefani, Stefano Sivelli, tutti difesi dall’avvocato Silvia Farina. Il 20 settembre il pubblico ministero aveva chiesto l’archiviazione, ma Tomaso Antonio Pisapia del Foro di Milano, legale del querelante, si era opposto. Nella sua querela, Corazzi definisce ”totalmente infondate e denigratorie” le dichiarazioni del consigliere Monfredini contenute nel comunicato apparso sul sito web della Baldesio il 22 maggio scorso. L’altro fatto oggetto di denuncia è la scritta stampata sulle magliette indossate da tutto il consiglio il 25 maggio, ovvero la parata al bar subito dopo l’approvazione dei bilanci consuntivo e preventivo all’assemblea ordinaria annuale dei soci. Sulle magliette campeggiavano la foto di Totò e la scritta ”Dove l’ignoranza urla, l’intelligenza tace. E’ una questione di stile. Signori si nasce… stronzi pure”. Un’iniziativa che ha scatenato numerose reazioni indignate sui social ma anche qualche approvazione. Corazzi ricorda infine di avere inviato due esposti al collegio dei probiviri proprio sulla vicenda delle magliette.  Non ricevendo risposte giudicate soddisfacenti, il 10 agosto Corazzi ha depositato la querela.  Il 30 luglio precedente il Collegio dei probiviri aveva inviato una lettera riservata personale a Corazzi, che veniva convocato per rispondere a una serie di contestazioni mosse nei suoi confronti.

Da un anno e mezzo presidente e consiglio direttivo sono contestati da un gruppo di soci. I rapporti sono eufemisticamente tesi. Tutti i tentativi di confronto e dialogo sono falliti. Da qui la denuncia penale per mancato accesso agli atti e la conseguente sospensione di Corazzi.

Il precedente presidente Stefano Arisi e il suo consiglio si erano dimessi in seguito alla bocciatura del bilancio preventivo, motivata dalla proposta di applicare una quota straordinaria annuale di 40 euro. Il nuovo direttivo ha riformulato la proposta, non come quota straordinaria ma come aumento dell’ordinaria, ottenendo l’approvazione della maggioranza in assemblea, ma scatenando la reazione di Corazzi e di un gruppo di soci che da un anno scrivono su whatsapp denunciando presunti sperperi, lacune organizzative, errori amministrativi, investimenti sbagliati e problemi vari dei quali presidente e consiglieri sono ritenuti responsabili.

 

Vittoriano Zanolli

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