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Giovedì 10 aprile alla Conferenza dei sindaci dell’Ato (Ambito territoriale ottimale che si occupa della gestione delle acque superficiali), si è assistito all’ennesima forzatura politica del PD, attuata dal presidente della provincia Mariani insieme ai comuni di Cremona e Crema.

Il risultato di questo atteggiamento arrogante e prepotente è stato che la metà dei sindaci ha abbandonato l’assemblea e i 3 nominativi da indicare per il Cda dell’Ato sono stati eletti da poco più di 50 comuni su 113.

Non solo, le votazioni dell’assemblea hanno definitivamente confermato, semmai ce ne fosse stato ancora bisogno, il vergognoso accordo sottobanco tra PD e Fratelli d’Italia: infatti dei 5 nominativi del Cda dell’Ato, 3 indicati dall’assemblea dei sindaci e 2 nominati direttamente da Mariani, 4 faranno riferimento al PD e 1 a Fratelli d’Italia.

 

Relativamente all’assemblea dell’Ato, sono due i punti da chiarire.

Il primo. In passato i 5 nominativi del Cda dell’Ato sono sempre stati frutto di una condivisione tra tutti i sindaci, sotto il coordinamento politico e la sintesi del presidente della provincia. Questa volta invece il presidente Mariani, nonostante le nostre ripetute sollecitazioni, non ha voluto svolgere questo ruolo di coordinamento e sintesi. In un primo momento non riuscivamo a capire il perché di tale inerzia e si pensava fosse solo un’incapacità a coordinare, ma in buona fede. Ora invece dopo l’assemblea si sono chiarite le motivazioni: il presidente della provincia Mariani non ha coinvolto e coordinato i sindaci perché vi era già un accordo con Fratelli d’Italia per spartirsi i 5 posti nel Cda.

Il secondo, invece, è perché la metà dei sindaci ha abbandonato giustamente l’assemblea?

I 3 nominativi che dovevano essere eletti dall’assemblea erano rappresentanti delle 3 fasce di popolazione: un sindaco doveva rappresentare i comuni da 0 a 3000 abitanti, un altro i comuni da 3000 ai 15.000 abitanti e il terzo i comuni sopra i 15.000 abitanti. 

I comuni che hanno abbandonato l’aula chiedevano solamente che i sindaci divisi in fasce di popolazione, potessero votare e scegliere il proprio rappresentante; richiesta che crediamo qualunque sindaco di buon senso avrebbe fatto!

Invece con l’avvallo del presidente Mariani, i comuni di Cremona e Crema con gli altri comuni piccoli e medi del PD e di Fratelli d’Italia, hanno imposto a tutti i sindaci una modalità di votazione per cui i due grandi comuni Cremona e Crema, grazie all’enorme peso ponderale dei loro abitanti, avrebbero potuto votare e quindi scegliere, come in realtà poi hanno fatto, anche i rappresentanti delle fasce dei comuni piccoli e medi.

A questo punto, dopo questa forzatura vergognosa del PD e di Fratelli d’Italia, la metà dei comuni piccoli e medi ha deciso giustamente di non partecipare a questa votazione farsa e ha abbandonato l’assemblea.

Anche su questa “alleanza di fatto” tra Fratelli d’Italia e PD, sono due le questioni da chiarire.

Innanzitutto, è meglio esplicitare una volta per tutte la vergognosa natura di questo rapporto, che forse non è ancora così chiara ai più: non si tratta di una normale dinamica di competizione tra partiti di centrodestra, i quali promuovendo insieme prioritariamente l’interesse e la crescita dei consensi del centrodestra, cercano legittimamente in seconda battuta di favorire tra gli elettori il proprio specifico partito. Lo schema di gioco che Fratelli d’Italia attua a Cremona non rientra in questa legittima logica tra partiti alleati, ma persegue invece un subdolo accordo con il Pd, molto remunerante per i dirigenti di FdI, anche se deplorevole dal punto di vista politico.

In secondo luogo, è quindi decisivo capire come è strutturata questa alleanza di fatto?!

Fratelli d’Italia si candida fintamente insieme ai partiti di centrodestra, ma continua a tradire scientificamente il centrodestra alle elezioni.

Ha svenduto il comune di Cremona al Pd in cambio di qualche poltrona nelle partecipate comunali: disimpegnandosi nella campagna elettorale e creando liste fittizie alternative ha fatto vincere il Pd per soli 200 voti.

Ha svenduto la Provincia di Cremona al PD in cambio di qualche poltrona nelle partecipate provinciali: facendo votare gli amministratori di Fratelli d’Italia per il presidente Mariani ha permesso al Pd di vincere e governare la nostra provincia.

E ora nell’assemblea dell’Ato, ha votato insieme al PD per spartirsi i 5 posti del Cda.

 

In cambio il PD, incassate le preziose vittorie alle elezioni comunali di Cremona e alle elezioni provinciali, ha nominato esponenti di Fratelli d’Italia in tutte le partecipate del Comune di Cremona e della Provincia.

 

Questa è la subdola politica che Fratelli d’Italia attua in provincia di Cremona.

Gli unici che ci “perdono” in questo gioco vergognoso sono gli elettori di centrodestra e in particolare coloro che in buona fede votano Fratelli d’Italia e in cambio ricevono da questi ultimi solo tradimenti.

Gli elettori di centrodestra avrebbero potuto avere un sindaco di centrodestra in comune a Cremona e avrebbero potuto avere un presidente della Provincia di centrodestra; invece, l’unica cosa che ottengono sono alcuni posti remunerati nelle partecipate per gli esponenti di Fratelli d’Italia, nominati dal Sindaco di Cremona e dal Presidente della Provincia: posti che crediamo interessino di più ai dirigenti di Fratelli d’Italia che ai loro elettori!!

 

Se Fratelli d’Italia di Cremona vuole governare con il PD, contrariamente a quanto accade a livello nazionale e regionale, lo faccia alla luce del sole: i suoi vertici comunali e provinciali elaborino un programma comune e si candidino in alleanza con il PD, presentandosi ai propri elettori a chiedere il consenso. Se poi gli elettori di centrodestra daranno comunque il consenso a Fratelli d’Italia, avrà tutto il diritto di governare con il PD. Ma fino ad allora, Fratelli d’Italia non può prendere in giro così gli elettori di centrodestra.

Per noi la politica è un’altra cosa!

 

 

 

Simone Bossi, Lega Cremona

Tiziano Filipponi, Lega Crema

Gabriele Gallina, Forza Italia

Giuseppe Trespidi, UDC

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