Home

L’anniversario delle foibe cade il 10 febbraio: una ricorrenza estremamente recente e fortemente voluta dai governi di centrodestra da Berlusconi in poi, in parte dettata dal fervente anticomunismo del Cavaliere ed anche per far da contrappeso a quel Giorno della Memoria che, non ce lo possiamo nascondere, è stato spesso usato come bastone della vergogna puntato sulle destre contemporanee, e che è entrato suo malgrado a pieno titolo nelle diatribe politiche tra destra e sinistra che di queste ricorrenze troppo spesso hanno fatto leva politica ben più che vero ricordo.

Ma tant’è, la politica è ricordo commosso e bieca contemporaneità in un groviglio inscindibile. Se parte della snistra ha usato il Giorno della Memoria contro le destre, parte delle destre usa le foibe in chiave anticomunista.

Se non si può discutere l’infamia di quel gesto che ha visto gettare nelle profondità della terra tra le 3.000 e le 11.000 persone, civili e militari, che avevano una sola colpa, quella di essere italiani ma italiani delle Terre Irredente, va anche riconosciuto che la presenza di Tito finì per essere paradossalmente una garanzia per gli italiani. Ma non per quegli italiani di Istria e Dalmazia, del Quarnaro e delle Venezie, il cui  dramma è vecchio di decenni in cui la Storia si è accanita più volte contro di loro.

Fin dalla fine della Grande Guerra quelle terre per cui si combatté alacremente furono oggetto della peggiore geografia politica, continuamente contese tra Italia e Jugoslavia tanto che D’Annunzio ne fece un caso unico nella Storia con la occupazione di Fiume: quell’Amaro Adriatico così battezzato dal Vate amaro lo sarà davvero per molti anni a venire, arrivando perfino a mettere gli italiani contro gli italiani fino alla morte, con drammatiche contraddizioni.

Perfino dentro la sinistra italiana di quegli anni le foibe e tutta la vicenda delle Terre Irredente causarono imbarazzo se non addirittura veri e propri scontri, oltre a una delle pagine veramente nere della Resistenza quale fu l’eccidio di Porzus, dove addirittura alcuni partigiani comunisti italiani sterminarono dei partigiani cattolici italiani della brigata Osoppo. Essere comunisti internazionali doveva pesare più dell’essere italiani?

Non si può dimenticare che quegli italiani che fecero la Grande Guerra, comunisti o no, diedero il sangue per quelle terre e non lo potevano dimenticare. Un esempio meraviglioso è in Don Camillo e Peppone quando il parroco fa suonare il Piave mormorò contro il comunismo stalinista e lo stesso capo dei comunisti fa un discorso da patriota italiano commuovendo lo stesso prete. I ragazzi del ’99 erano tutti italiani. Prova ne è un episodio realmente accaduto e raccontato dal partigiano Adriano Degano, che vide  scoppiare una vera e propria rissa tra la delegazione comunista italiana e quella Jugoslava proprio per un brindisi sulle Venezie divenute slave.

Sono gli anni in cui il dittatore jugoslavo Tito è ancora con Stalin e tutti i comunisti, Togliatti compreso, finiscono per prendere le parti degli Jugoslavi anziché degli italiani per ragioni di strategia politica internazionale, e anche perché volenti o nolenti gli italiani di quelle terre passarono per esser se non fascisti quantomeno destrorsi. E Tito così si prende le Terre Irredente che non ritorneranno più italiane.

Solo tre anni dopo però Tito abbandonerà Stalin e darà avvio alla sua strategia di ‘paese non allineato’, salvando peraltro proprio lui, ironia drammatica della Storia, l’Italia dalle mire di Stalin e della Armata Rossa: lui che aveva gettato migliaia di italiani nelle Foibe diventerà la miglior garanzia per l’Italia Orientale contro Stalin, che non poteva permettersi di invadere un paese comunista neutrale per schierare i sovietici ai confini nazionali allorquando ragionò con Togliatti dell’ipotesi della insurrezione armata alla vigilia delle elezioni del 1948.

 

Francesco Martelli

sovrintendente agli Archivi del Comune di Milano

docente di Archivistica all’Università degli studi di Milano

L'Editoriale

Ospite

Cambiamenti climatici nuovo sviluppo urbano

La Lombardia, per le sue caratteristiche geografiche, territoriali e socioeconomiche, presenta un’elevata sensibilità agli impatti dei mutamenti del clima, che comportano eventi meteorologici sempre più

Leggi Tutto »

In Breve

Una birra ghiacciata

L’umidità che per l’intera annata bagna l’aria di Cremona e dei Comuni limitrofi, agli inizi di novembre aumentava compromettendo la quotidiana riunione degli amici attorno

Leggi Tutto »

Quella 124 verde bottiglia

Nei primi anni Settanta, tra gli studenti che frequentavano l’Università di Pavia spirava ancora l’atmosfera sessantottina con le sue ventate di libertà, che soffiavano non

Leggi Tutto »

Contatti

Per contattarci puoi scrivere una email all’indirizzo qui sopra riportato. Oppure compila il modulo qui a fianco.