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La visita dell’Assessore al Welfare di Regione Lombardia, Guido Bertolaso, ha rappresentato un momento importante per fare il punto sulla riqualificazione del Pronto soccorso e della nuova Terapia intensiva. Progetti realizzati grazie al «Piano di riordino della rete ospedaliera» post pandemia, finanziato dal ministero della Salute e dalla Regione Lombardia. Due progetti ambiziosi che migliorano il percorso di urgenza emergenza ponendo al centro l’efficienza organizzativa e l’umanizzazione delle cure.

L’Assessore è stato accolto dal direttore generale Ezio Belleri e dopo aver visitato il cantiere del Pronto soccorso e il nuovo reparto di Terapia intensiva, ha incontrato le autorità civili e militari, i rappresentanti della sanità locale e i dipendenti dell’Asst. Erano presenti il prefetto Antonio Giannelli, il sindaco di Cremona Andrea Virgilio, il presidente della Provincia di Cremona Roberto Mariani e il direttore generale dell’ATS Val Padana Stefano Manfredi.

Per l’Asst hanno partecipato il direttore amministrativo Gianluca Leggio, il direttore sanitario Francesco Reitano e il direttore socio sanitario Giorgio Scivoletto; il direttore medico Maria Lidia Raffaella Sinatra, il direttore del distretto di Cremona Valentina Brunelli e del distretto Casalasco Viadanese Elena Mariani (Asst Mantova).

Fra gli ospiti il consigliere regionale Marcello Ventura, i presidenti degli ordini delle professioni sanitarie, il responsabile AAT 118 Cremona Ugo Rizzi, la presidente della Croce Rossa Loredana Uberti, molti operatori sanitari e amministrativi degli Ospedali di Cremona e Oglio Po e dei servizi territoriali insieme agli studenti dei corsi di laurea di infermieristica e fisioterapia.

In aula magna sono stati affrontati temi cruciali per il futuro della sanità locale: il progetto del nuovo ospedale, i lavori di riqualificazione dell’Oglio Po e l’implementazione delle Case di Comunità.

“CREMONA: SIMBOLO DI UNA SANITÀ CHE EVOLVE”

“Cremona – ha dichiarato l’assessore Guido Bertolaso – rappresenta un esempio virtuoso di come i fondi del Piano post-pandemia siano stati trasformati in progetti concreti e innovativi. La nuova Terapia intensiva e il Pronto soccorso rinnovato non sono semplici interventi edilizi, ma il simbolo di una sanità che evolve, che mette al centro le persone, il comfort, la tecnologia e l’efficienza organizzativa”

“Certo, tra alcuni anni Cremona avrà un nuovo efficiente e anche bellissimo ospedale – continua Bertolaso -,  ma nel frattempo e fino ad allora, dobbiamo garantire a tutti i pazienti le migliori cure e strutture e queste ristrutturazioni hanno proprio questo obiettivo. Regione Lombardia continuerà a investire per rendere la rete ospedaliera sempre più moderna, senza mai dimenticare l’umanità della cura”.

NUOVA TERAPIA INTENSIVA E PRONTO SOCCORSO

Le criticità della pandemia si trasformano in opportunità. Il progetto della nuova Terapia intensiva dell’Ospedale di Cremona nasce dall’esperienza della pandemia e rappresenta una risposta concreta alle criticità emerse in quel drammatico periodo. Finanziata per il 95% da fondi ministeriali, la struttura prevede 20 posti letto, dimensione stabilita come obiettivo ministeriale per garantire un’adeguata capacità di risposta nelle emergenze sanitarie che richiedono spazi ad alta intensità di cura.

La nuova Terapia Intensiva rappresenta una grande opportunità di crescita per tutto l’Ospedale di Cremona: «i 20 posti letto permette di aumentare l’offerta di sala operatoria e di gestire una maggiore complessità assistenziale nell’ambito delle reti specialistiche di cui Cremona è hub di riferimento: la rete politrauma, la rete stroke e la rete cardiologica» – ha spiegato Belleri. «Si tratta di una vera e propria riorganizzazione della media-alta intensità che rende possibili soluzioni diagnostiche e terapeutiche sino ad oggi logisticamente più complicate da realizzare».

In contemporanea, procede la ristrutturazione del Pronto soccorso, «un intervento che mira a superare l’attuale criticità rappresentata dalla disposizione degli spazi lungo un corridoio che frammenta il lavoro e rende difficile l’applicazione di modalità organizzative secondo i più moderni standard che favoriscono la qualità clinica e il comfort di operatori e pazienti».

Entrambi i progetti rappresentano molto più di semplici interventi edilizi – ha continuato Belleri «sono la materializzazione di un nuovo modello organizzativo dove la logistica è al servizio dell’organizzazione sanitaria e non viceversa, dove l’umanizzazione delle cure e l’efficienza terapeutica procedono insieme, dove gli spazi vengono pensati prima e in funzione delle necessità assistenziali».

«Il modello per intensità di cura che si sta implementando in Terapia intensiva e nel Pronto soccorso può essere inteso come un banco di prova altamente formativo per il personale, che potrà acquisire maggiore familiarità con la modalità di lavoro che sarà alla base del funzionamento del nuovo ospedale. Negli anni che precedono e accompagnano la costruzione della struttura è importante che il presidio di Cremona sia attrezzato per funzionare secondo i migliori standard di qualità» – ha concluso Belleri ringraziando l’Assessore Guido Bertolaso per l’impegno di Regione Lombardia nel dotare il territorio di strutture sanitarie moderne ed efficienti.

LA TERAPIA INTENSIVA È APERTA

Umanizzazione delle cure e spazi che facilitano i trattamenti intensivi

La nuova Terapia intensiva si estende su una superficie di 1200 mq ed è caratterizzata da due parti principali: un’area servizi (attesa e vestizione dei parenti, studio colloqui, ambulatori, spogliatoi del personale, deposito e magazzino e locali tecnici) e un’area degenza (un unico grande ambiente con 14 posti letto ordinari, 2 posti letto per pazienti in isolamento e la predisposizione per ulteriori 4 posti letto).

«Il progetto di riqualificazione della Terapia intensiva si fonda su tre principi fondamentali – spiega Enrico Storti (Direttore Anestesia e terapia intensiva). Il primo riguarda l’umanizzazione delle cure: il paziente deve essere al centro del percorso assistenziale, con particolare attenzione alla dignità, alla privacy e al comfort. Il secondo è caratterizzato dalla rianimazione aperta, una tradizione importante per il nostro ospedale che non solo viene qui confermata ma potenziata. La presenza degli affetti è un elemento terapeutico fondamentale per i pazienti che nel nostro reparto vivono situazioni di estrema gravità. Il terzo caposaldo è rappresentato dagli spazi per il personale medico e infermieristico, progettati secondo criteri di modernità ed efficienza per supportare al meglio il trattamento intensivo».

OGNI LETTO È UNA POSTAZIONE DI LAVORO AUTONOMA

La fisioterapia attiva e i letti mobili favoriscono il recupero dei pazienti.

«Ogni posto letto è stato pensato come una vera e propria postazione di lavoro autonoma, completamente configurabile rispetto alle esigenze del paziente e del personale sanitario. Le colonne attrezzate, che non toccano terra per facilitare la pulizia, permettono di eliminare il disordine dei carrelli mobili e delle attrezzature sparse, creando uno spazio ordinato e funzionale» – precisa Storti. La zona centrale del reparto consiste in un grande open space dal quale il personale medico ha costantemente visibilità e accesso ai dati di tutti i pazienti».

«Un particolare di rilievo sono i letti di ultima generazione che permettono la fisioterapia attiva e la posizione seduta, fondamentali per il recupero dei pazienti. Non solo, i letti possono ruotare per permettere alla persona malata di cambiare punto di vista, quando possibile anche di guardare fuori dalla finestra»

LUCE NATURALE E ALLARMI INTELLIGENTI

Per garantire il ritmo sonno-veglia dei pazienti. Particolare attenzione è stata dedicata anche alla gestione della luce naturale e artificiale. «Tutte le fenestrature sono state progettate per consentire ai pazienti di mantenere il ritmo sonno-veglia, elemento fondamentale per il benessere psicofisico. Le luci sono regolabili per garantire la piena operatività al personale senza disturbare gli altri pazienti» – aggiunge Storti. «I monitor di ultima generazione consentono il silenziamento intelligente degli allarmi e la segmentazione delle segnalazioni, con sistemi di allerta che si attivano su cellulari medicali certificati quando necessario».

 L’ACCOGLIENZA DEI FAMIGLIARI

Spazi aperti h 24 e un salottino per i colloqui

Gli spazi sono stati organizzati anche per l’accoglienza ai familiari: «la sala d’attesa non è più un semplice luogo di passaggio, ma uno spazio confortevole dotato di zona ristoro con cucina, dove chi trascorre ore e giorni può trovare un ambiente comodo e tranquillizzante». Aggiungono Storti e Manuela Besanzini (coordinatrice del reparto). «È stata inoltre predisposta una sala colloqui dedicata, un piccolo salottino con l’illuminazione appropriata dove poter comunicare notizie delicate – prognosi, donazioni, decessi – in un contesto adeguato e riservato, lontano dai corridoi».

 PRONTO SOCCORSO, SARÀ PER IN INTESITÀ DI CURA

Fine cantiere marzo 2026. L’area oggetto di intervento è collocata al piano -1 dell’Ospedale di Cremona e occupa una superficie di circa 1260 mq alla quale si aggiunge la camera calda per ulteriori 140 mq. Comprende anche un’area nata in epoca Covid e dedicata al trattamento dei pazienti infettivi.

Il progetto prevede un intervento radicale e la logistica è stata pensata anche in funzione di future emergenze sanitarie: il nuovo reparto sarà caratterizzato da un «anello di congiunzione» strutturale che permetterà di raggiungere agevolmente e in poco tempo ciascuna area del Pronto soccorso, migliorando i percorsi e il flusso dei pazienti. Il triage sarà ampliato e collocato all’ingresso dove sono previste diverse zone di attesa distinte per persone barellate e deambulanti, inoltre ci sarà un’area open per la presa in carico anticipata dei pazienti da parte degli infermieri.

«Il nuovo Pronto soccorso sarà organizzato interamente per intensità di cura, con aree dedicate e ben distinte» – spiega il direttore Francesca Co’. «Verrà realizzata una shock room vera e propria, dove saranno gestiti i codici rossi e i traumi maggiori, con la presenza del rianimatore per le situazioni che richiedono rianimazione cardiopulmonare, posizionamento di drenaggi e altri interventi salvavita. Ci saranno poi una zona a medio-alta intensità, dove verranno trattati prevalentemente codici arancioni e codici azzurri di maggiore complessità, e una zona a media intensità che di notte gestirà anche i codici a bassa intensità».

POSTAZIONI TECNOLOGICHE E CONFORTEVOLI

Più attenzione alla percezione del paziente in emergenza. Gli ambienti ristrutturati presenteranno tutti gli adeguamenti normativi e tecnologici più recenti. «Ogni postazione sarà attrezzata con colonne simili a quelle della Terapia intensiva che permetteranno di eliminare il disordine delle attrezzature sparse a terra, tutto sarà appeso o posizionato su ripiani dedicati» – aggiunge Co’. «Questa riorganizzazione degli spazi non rappresenta solo un miglioramento estetico, ma trasmette un messaggio di professionalità e cura che si riflette sulla qualità percepita dell’assistenza».

«Una delle innovazioni più apprezzate sarà la presenza di finestre, elemento che consentirà al personale e ai pazienti di mantenere il contatto con la luce naturale e di contenere il fenomeno dell’inversione del ritmo sonno-veglia, problema frequente negli ambienti di emergenza privi di illuminazione naturale» – precisa Co’.

LA STANZA DEL COMMIATO

Umanizzazione dei percorsi e uno spazio per il fine vita. Un segno concreto per l’umanizzazione delle cure è la nuova stanza del commiato. Si tratta di uno spazio dedicato dove potranno essere accolte le salme, offrendo ai familiari la possibilità di vivere l’ultimo saluto in modo raccolto e con la privacy necessaria.
L’ambiente consentirà inoltre di uscire direttamente all’esterno, senza dover ripassare dal Pronto soccorso – spiegano Co’ e Amedeo Bonazzoli (coordinatore).

 

Nella foto centrale Ezio Belleri e Guido Bertolaso

 

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