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“Il 70% dei Cremonesi dà un giudizio positivo sulla propria qualità di vita, più della media italiana. In particolare apprezza la tutela del patrimonio ambientale…”.

Sono dati di un’inchiesta Ipsos com-missionata da Fondazione LGH/GuppoA2A e presentata all’auditorium Arvedi il 9 maggio. Nell’occasione il sindaco Andrea Virgilio aprendo i lavori della quinta tappa degli Incontri con la scienza ha dichiarato “Le città hanno di fronte a loro la grande sfida della sostenibilità ambientale”.     

A questo incontro non è mancato l’ospite di prestigio nella persona della virologa Ilaria Capua chiamata a mettere un cappello di rigore scientifico su un impianto programmatico che sembra mescolare almeno dai resoconti della stampa locale l’informazione scientifica a qualche intenzione di rimarcare il conforto del consenso dei cittadini alla politica del territorio di questa Amministrazione.

La scienziata comunque non ha mancato al suo ruolo e ha fissato nella formula “più eco e meno ego” la responsabilità collettiva rispetto al tema della sostenibilità ambientale richiamando il concetto base che “la salute è circolare in quanto in un microcosmo chiuso come quello della Terra la salute è determinata dagli equilibri tra i vari elementi”.                 

Se questa è la cronaca di un incontro tra narrazione e indicazioni di intenti, il dato di realtà in quanto frutto di studi rigorosi è rappresentato dai numeri del territorio dal punto di vista sanitario e ambientale, numeri che di per sé dovrebbero diventare per chi amministra programma di governo.

Cremona vanta “valori di pm 2,5 cinque volte superiori al livello massimo stabilito dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità, una concentrazione senza pari in alcuna città della pianura padana (Rapporto Agenzia Europea dell’ Ambiente 24) responsabile per la stessa Azienda Sanitaria Cremonese di oltre 100 decessi l’anno nel solo Comune di Cremona” così il dottor Paolo Ricci (Il Fatto Quotidiano 20/11/24) autore di una tribolata indagine epidemiologica, ora dallo stesso riproposta, che ha fornito dati sanitari allarmanti su Cremona e Comuni di cintura rispetto ai dati provinciali quanto a “ospedalizzazioni da malattie respiratorie +14% in città e + 33% nei Comuni limitrofi, incidenza di tumore al polmone +7%, mortalità per tumore al polmone +17% in città e nei Comuni limitrofi, incidenza di leucemie +23% a Cremona e +47% nei Comuni limitrofi, nascite pretermine +26%, patologie tutte compatibili con l’esposizione a polveri sottili, benzene  e contaminanti ambientali” (P. Ricci ibid.).                                 

Se la salute è funzione della salubrità dell’ambiente come ribadito dalla Capua, il 70% dei cremonesi non ama la vita ed è contento di morire o è male informato.                                                 

Non sono i sondaggi, ma la conta di ricoveri e decessi ad attestare la vivibilità ambientale che è diritto che la Costituzione annovera tra i principi fondamentali del nostro ordinamento.

La tutela dell’ambiente e degli ecosistemi oggi è legge dello Stato che dispone anche che l’iniziativa economica non possa svolgersi in modo da arrecare danno all’ambiente e quindi alla salute (articoli 9 e 41 della Costituzione).    

                                                                                          

Rosella Vacchelli  

 

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